Sì, ok, siamo tutti risucchiati da Sanremo, facciamo il tifo o ci concediamo risate, e fino a sabato e domenica probabilmente non si parlerà d’altro. Per parlarne bene, o parlarne male – o parlarne e basta. Ma ehi, cercate di dare un briciolo della vostra attenzione a questa notizia che, nel suo piccolo e nemmeno tanto piccolo, è molto ma molto importante.
Già: perché non è certo la prima volta che degli italiani suonano all’estero, ovvio – e di questo si sta parlando, questa è la notizia da annunciare. Ma probabilmente è la prima volta che all’estero viene fatto un festival completamente italiano, a livello artistico, un festival che non sia né una adunata per expat né qualcosa che senza aiuti delle istituzioni non sarebbe in grado di stare sul mercato.
Eh sì, perché un festival di musica elettronica-e-dintorni con Donato Dozzy, Lorenzo Senni, Liberato, Cosmo in versione dj, Maria Chiara Argirò, Emmannuelle e Giorgio Poi (che in Francia ha un suo pubblico, eccome), a cui poi aggiungere i validi Don Turi, GiGi FM, Post Nebbia e Her Skin, è qualcosa che molto semplicemente può stare sul mercato già di per sé. Anche ad occhi stranieri, non quelli insomma carichi di patriottismo, può sembrare – ed è – una line up solida, consistente, interessante. Questa prima edizione del Fiore Verde Festival a Parigi si svolgerà tra il 15 e il 18 giugno al Parco de La Villette. Il festival è organizzato da Le Trabendo (locale di Parigi dentro al Parc de la Villette) e Super! (agenzia booking parigina); partner dell’evento è Italia Music Export, assieme all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e al magazine francese Tsugi.
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Ci potremmo sbagliare, ma a nostra memoria è la prima volta che succede. Ripetiamo: concerti di italiani all’estero ce ne sono e ce ne saranno a bizzeffe, ma tutti in qualche modo con l’”aiutino”. Senza contare che qua l’asticella si alza proprio, visto che si parla di un intero festival. Ecco qui la locandina (i biglietti invece li trovate qui), ma dopo occhio che approfondiamo un po’ la questione:
Le cose non avvengono per caso. Dietro a tutto questo c’è anche lo zampino di Italia Music Export, uno degli enti più intelligenti e ben fatti mai sfornati dalle istituzioni musicali italiane (sì, la SIAE ha fatto anche cose buone, e negli ultimi anni ne sta facendo sempre di più: anche se ce ne vuole, prima di diventare come la GEMA o la BUMA). Ed è proprio parlando con Chiara Gallerani di Italia Music Export che ci siamo fatti raccontare un po’ come sono andate le cose: “Fiore Verde Festival nasce da un’idea di Pablo El Baz, direttore artistico del Trabendo, sala concerti all’interno del Parc de la Villette a Parigi. Pablo è un vero appassionato di musica italiana, in particolare della nuova scena (oltre che della cultura italiana tutta). Mi ha contattata a luglio 2022 proponendomi il progetto. Aveva già in mente un’idea di line up, dalla quale abbiamo iniziato a costruire il resto del festival. Come Italia Music Export abbiamo fatto da tramite tra il festival e agenzie e management delle artiste e degli artisti coinvolti. Ci siamo confrontati molto anche sulle scelte artistiche, dandogli maggiori info e aggiornandolo periodicamente sulle nuove uscite. Inoltre, stiamo collaborando alla promozione dell’evento, condividendolo con i nostri contatti internazionali, locali e francesi. Visto il grosso investimento da parte del Trabendo, abbiamo deciso di partecipare contribuendo in parte alla copertura delle spese di alloggio e viaggio degli artisti e delle artiste. Infine, collaborando da anni con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la sua rete degli Istituti Italiani di Cultura nel Mondo, Italia Music Export ha coinvolto l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi che si è dimostrato subito ricettivo e interessato a collaborare al progetto”.
Insomma: qui l’aiuto delle istituzioni c’è. Ma è intelligente, mirato; non nasce dal nulla, non è una regalia dall’alto. Questa insomma è veramente una storia molto, molto virtuosa; speriamo ne seguano altre. Di sicuro, siamo felicissimi di sottolineare il gran bel lavoro di Italia Music Export. La dimostrazione di come le istituzioni, se sono gestite bene, e se si affidano a persone appassionate e competenti, sono una risorsa, non una tassa. Questo, credeteci, è in prospettiva davvero parecchio più importante di tutto quello che succede questa settimana alla Riviera dei Fiori. Con tutto l’amore, la passione e il divertimento per Sanremo.