Prodotto da dancefloor senza fronzoli e scorciatoie, “Welcome To The Hood” di Okain, è la nuova uscita del catalogo di Memoria Recordings. Un EP di due tracce che veste perfettamente l’abito di cui la label greca, salvo qualche rara eccezione, è solito vestirsi: deep house bella e buona.
Sia “Welcome To The Hood” che “Hot Garonne” sono tracce molto “appuntite”, dischi senza una particolare caratteristica distintiva, se non quella di essere, appunto, dei tool dritti e perfetti per smuovere un po’ le piste. La mano di Okain è abbastanza evidente, in tutte e due le tracce il livello percussivo è formidabile, non c’è un momento in cui non ci sia un suono di percussioni o casse in controtempo. Questo tipo di musica è la tipica che mi aspetterei in un dj set come il suo e, credetemi, non sto dicendo nulla di scontato. Seppur le percussioni siano le vere protagoniste di tutti e due i dischi, in “Hot Garonne” è presente un synth chord molto interessante e costruito perfettamente sulla sequenza dettata dall’altrettanta ben armonizzata bassline. In completa dissonanza con quello di “Hot Garonne”, il synth un po’ bubble utilizzato per “Welcome To The Hood”, mi sembra qualcosa di precostruito, già sentito in altre situazioni. La pecca che trovo in questo EP è l’eccessiva rapidità nell’evoluzione delle tracce, troppo impetuose, frettolose, gli outro praticamente inesistenti non fanno altro che dare credito alla mia idea. Dal mio canto avrei abbassato i bpm delle due tracce e inserito qualche pausa, così dal rendere tutto un po’ più armonioso.
Anche in dischi deep po’ d’effetto wave non guasterebbe, anzi.