Con Omar S le aspettative sono sempre molto alte, e voglio esser chiara fin da subito dicendo che questo album è in primis, l’ennesima conferma del forte carisma di Omar S, perché suona bene, sotto tutti i fronti, questo è indubbio. Però, questa volta voglio anche girare la medaglia: ad un certo punto, dopo più di un paio d’ascolti, la sensazione che “The Best” fosse frutto di una formula vincente che ormai, non lascia poi così tanto all’immaginazione ha incominciato a prendere il sopravvento. Ecco, prima le cattive notizie, poi quelle buone, perché vuoi o non vuoi, “formula vincente” vuol dire che funziona. L’album si snoda in 11 tracce che trasudano le vibrazioni di Detroit. Sì, perché Omar S è uno di quelli che ti può raccontare la vera storia di quella città così difficile. E’ cresciuto in entrambe le parti della Motown, quando nel lato ovest, il rap esplodeva a piede libero ma già molte persone incominciavano ad appassionarsi all’house music. Sul lato est invece, c’era la ghetto music, la booty music e ovviamente il rap. Con “The Best” sembra voler dire un po’ perfino questo, comunicare che in un certo senso possiede un particolare angolo della Motorcity. Lo manifesta anche attraverso prestigiose collaborazioni con Norm Talley, Tom Bugs, O B Ignitt, Kyle Hall, Divinity e John F.M.. Le voci di Amp Fiddler, John F.M., Diviniti e Big Strick sono in sintonia con la vena più profonda dell’anima di Detroit.
L’LP si apre con “Time Mo 1” mixata da Norm Talley, artista nato e cresciuto nella westside di Detroit. La traccia scorre limpida e ritmata, vigorosa nella sua semplicità. Con “Take Ya Pick, Nik!!!!!” si incomincia già ad entrare nel pieno. Nel pieno ed inconfondibile stile di Omar S, di nuovo quella formula vincente che però, tanto ci piace. “Chama Piru’s” ha un polveroso fascino tribale, e concede a Omar S un punto in più per la versatilità. Poi è il momento di “Ah’Revolution (Poli Grip For Partials Mix’Nik)”, con la voce di Amp Fiddler, questo, il momento soul del disco. L’apice emozionale dalla vena nostalgica dell’album. Su Amp Fiddler è importante soffermarci: tastierista americano, sound designer, cantate, cantatutore e produttore di Detroit, con le mani in pasta tra funk, jazz, soul, dance e musica elettronica, conosciuto ai più per il suo contributo nella band Enchantment, e parte di George Clinton’s Parliament e Funkadelic.
“You Silk Suit Wearin Mulafuk’ka” gira veloce con il suo synth ipnotico per lasciare il posto ad un altro momento lodevole del disco: “Seen Was Set”. La voce di Big Strick si amalgama perfettamente sulla traccia dalle schiette influenze funky. Ed è proprio Strick a spiegare in modo semplice quella formula di cui parlavo: “This is Detroit”. Ma cosa vuol dire esattamente? A cosa ci si riferisce quando si descrive qualcosa usando il termine Detroit? Difficile riuscire a spiegarlo perché non è solo l’aspetto prettamente musicale ad entrare in gioco. Qualcosa di puramente immateriale continua a tracciare un filo conduttore che unisce tutta la musica prodotta nella Motor City da più di 50 anni a questa parte, una specie di “flow” che traccia la storia di questa città. Un flusso che unisce il soul/funk delle Supremes e la Motown figlia di una Detroit in grande crescita economica che passa per l’Hi Tech Jazz degli Underground Resistance fino ad arrivare ai tempi moderni in cui la città ha dichiarato fallimento, ma non la musica. “Hard music from an hard city “ (ndr), sì, perché è sempre stato un suono ruvido a dare voce a Detroit, sporco come le mani di chi ha lavorato nelle fabbriche della Ford.
“Smash” è la creatura nata dell’incontro di AOS, Kyle Hall, O B Ignitt e Omar S e si sente, si sente il feeling. Gli accordi sono caldi, carichi di sentimento.
Altra traccia capace d’attirare l’attenzione è “On Your Way”, grazie indubbiamente alla splendida voce di Divinity che ricorda agli artisti la loro responsabilità nel guidare tutti i giovani del mondo.
E sono proprio tracce come questa e come le sopracitate “Ah’Revolution” e “Seen Was Set” a segnare realmente il disco.
Le emozioni che lascia questo album sono contrastanti: da un lato la conferma che Omar S è ancora uno di quelli capaci di trascendere i trend per trovare il suo posto tra i “classici”, dall’altro il presentimento che l’album avrebbe potuto ergersi a livelli altissimi, fermo invece a tanto così dall’ eccellenza.
Il disco è uscito in CD il 29 marzo e il 6 maggio sarà disponibile anche in vinile sulla FXHE Records, etichetta dello stesso Omar S