Siamo nel Novembre del 1987 quando due culture musicali, apparentemente diverse, decidono di conoscersi meglio annusarsi da vicino e imbastire una sorta di jam session tra fiati e canti popolari. La location è l’Apollo Theatre di New York, tempio della musica nera con due fazioni contrapposte a fronteggiarsi: da una parte la musica afro-americana capitanata da James Brown, i Temptation e Lester Bowie, dall’altra tutto il Napoli sound nel suo splendore: Tullio De Piscopo, James Senese, Tony Esposito, Edoardo Bennato e Fausta Vetera. “Harlem meets Naples” è il nome scelto per presentare al meglio il concerto/evento andato poi in onda su Rai3. L’idea era la fusione di generi e contesti molto lontani geograficamente ma uniti dall’essenza del groove e della musica black, dove una figura centrale come James Senese nel tempo è stata il vero collante tra le due entità: cantato napoletano miscelato a sonorità blues. A distanza di anni altre culture si annusano si intercettano scambiandosi sguardi provocatori. Succede che una parte importante del mercato italiano ritorna in auge, tanti ammiratori (per lo più stranieri) rimangono estasiati dalla riscoperta di alcune melodie: l’arco di tempo è quello che si dipana grosso modo in tutta la decade degli anni ‘80 con l’italo-disco a prendersi la scena del caso tanto da scomodare Boiler Room per uno speciale cucito su misura. Il movimento ad oggi è vivo, vegeto e gode di buona salute anche grazie alle nuove generazioni, che diffondono questo sound mantenendo alta l’asticella della curiosità ed andando a pescare tracce e brani sempre più nascosti. Gli anni passano, un certo suono cavalca l’onda sempre più, ed uno olandese di nome Otto Kraanen non solo colleziona brani italo facendo diventare questo suono su di sé una seconda pelle, ma decide di lanciare un’etichetta prima e un negozio di dischi poi, entrambi sotto il nome di Bordello A Parigi. I tempi sembrano ormai abbastanza maturi per intraprendere un nuovo cammino e dove li c’erano fiati e anime blues qui puntine e vinili ci regalano un inedito Netherlands meets Italy dove l’italo-disco ringrazia e si gode una seconda gioventù.
Le curiosità sono talmente tante che quasi ci si perde se non affrontate con una certa attenzione. Dividere l’etichetta (di cui sei fondatore) e la tua passione per la console è molto difficile, visto che le due cose si muovono parallelamente; ma andiamo con ordine. Uno dei tuoi alias con cui hai prodotto è Napoli Disco Club, da cui la traccia “Bella Sigaretta”. Il brano é un re-edit di “Balla Concetta”, un pezzo italo-trash anni 80 in cui figura anche il grande Tony Tammaro. Mi dici come un olandese può arrivare a conoscere questa traccia, per lo più sconosciuta al grande pubblico italiano?
Questa traccia è stata parte della mia cara vacanza a Napoli e dintorni alcuni anni fa. L’ho conosciuta grazie ad uno straordinario collezionista, Lorenzo di FamigliaDiscocristiana. Dopo il primo ascolto, è diventata come una sorta di inno per tutta la durata della vacanza. Più tardi ho trovato una versione in 7” piuttosto oscura, ed editandola è diventata una traccia meglio suonabile. È stato più che altro un lavoro di copia e incolla – più che a livello di produzione. Non la considererei trash, ma un cult per i veri appassionati di disco. Il risultato in se stesso è stata una apprezzatissima trovata – diciamo un tributo; da qui il nome Napoli Disco Club, legato alla crew Napoli Disco e alla città natale di Lucia Cassini, la cantante di questo brano. Ho davvero una debolezza per queste produzioni anni ’80 con voci italiane con un mix sui generis.
Seguono poi altri re-edit e ristampe rilasciate da Bordello A Parigi, non a nome tuo questa volta: come “Le Louvre” di Biondo e Lupo o la ristampa “Break Up” di Daniela Poggi, giusto per fare qualche esempio. Oltre te e Flemming Dalum non è che capita tanto frequentemente conoscere stranieri che apprezzano questo mondo trash tra paillettes e lustrini: te lo dico perché da noi questo tipo di mercato non ha mai avuto seguito, tolto qualche raro collezionista. Capisco l’italo-disco di ottima fattura, ma pensare che soubrette televisive degli anni ‘80 possano avere un certo seguito in tutto il Nord Europa fa molto strano. Tu come la vedi?
Il punto principale per questo genere di brani è non considerali strettamente trash. È una continua discussione tra cultura cosiddetta alta e cultura cosiddetta bassa e cosa dovrebbe essere considerato “reale” e cosa “fake”. Io penso che sia più difficile per gli italiani distinguere tra questi due opposti, bisogna capire quando una canzone viene da una cultura popolare e la sua connotazione trash. Alcuni di noi apprezzano questi pezzi “trash” etichettandoli come kitsch o passioni perverse, altri invece semplicemente si vergognano di apprezzare questo tipo di musica in qualunque contesto. Personalmente, sono convinto che questa rivalutazione possa nascere se ci si allontana da una stretta appartenenza ad un contesto come il trash degli anni ’80, o semplimente mettendo da parte il fatto che questo genere sia diretto discendente delle soubrette/ballerine dell’epoca. Il trucco è dimenticare ogni pregiudizio e prendere la musica per quello che è, lasciandosi trasportare dalle sensazioni che trasmette. Quello che mi “tocca” è un mix di queste produzioni analogiche tipiche della prima metà degli anni ’80, con testi abbozzati, spontanei, improvvisate, cantati in un terribile inglese o sfacciatamente sexy, di cui raramente capisco il significato. Per me sono spesso delle poesie, rime, testi, ritmi e sound involontarie, ottenute in maniera fortuita.
Abbandonando il lato piuttosto oscuro una bella e raffinatissima riscoperta é quella legata all’ LP “Varsavia” degli Ein-St-Ein. Succede che la new italiana, Pordenone in questo caso, trova adepti anche in Olanda al punto da essere ristampata proprio da Bordello a Parigi. Come sei arrivato a loro ?
Varsavia è stata ristampata nel 2012 su Bordello a Parigi ed è la quinta uscita dell’etichetta. L’ho avuta in testa per tanto tempo, e quando ho lanciato la label avevo già incominciato ad investigare chi ci fosse dietro questo progetto per una potenziale ristampa. Ho trovato uno dei produttori, Paolo Piuzzi, attraverso internet ed ho visto che aveva una compagnia di teatro e sono stato fortunato nel rintracciarlo dopo qualche ricerca su Google. Dopo aver stabilito un primo contatto telefonico ci siamo sentiti più volte ed eravamo tutti e due entusiasti di ristampare questa traccia su vinile. Inoltre, il brano originale era parte di una compilation new wave difficile da reperire intitolata “Columbus”, del 1985, con molti artisti del periodo e con un prezzo elevato di circa 500 € tra i collezionisti dell’epoca, tutto questo prima che partissimo con il progetto della ristampa. L’estate successiva mi sono recato a Pordenone per vedere Paolo e anche per incontrare Emanuele Barison, il cantante che successivamente è diventato un famoso fumettista in Italia. L’intero giorno è stato surreale ed indimenticabile. Paolo mi ha fatto fare un giro per la città e mi ha insegnato molto sull’incredibile storia di Pordenone, che è stata una delle capitali della new wave in Italia. Possiede ancora nel suo scantinato la Juno-106 originale con cui ha composto questo straordinario brano.
Nel documentario di Pietro Anton “Italo Disco Legacy” c’è un forte richiamo ad I-F con L’Aja eletta a capitale europea dell’Italo-Disco. Nei tuoi primi approcci al genere c’è stata anche una loro influenza, con Intergalatic FM che suona disco quasi h 24?
Sì, è corretto. Crescere a Delft, città che dista 10 minuti da L’Aia, è stata incidentalmente una grande influenza per il mio bagaglio musicale. Andavo alle feste CBS/IFM e automaticamente ho incominciato ad ascoltare questa radio on line. Tutto ciò credo abbia condizionato anche tutte le etichette, produttori, djs e negozi di dischi che stavano nascendo nella zona. Quello cioè che noi chiamavamo “il suono de L’Aia” o il “suono della costa ovest dell’Olanda” diventato un genere di diritto, influenzato da molti altri stili come per esempio l’Italo-disco, che è stata introdotta a L’Aia in quel periodo da clubs come De Marathon, Radio Stad Den Haag e negozi di dischi locali che importavano nuove stampe Italo disco. È stata una situazione unica nel suo genere. I-F, cresciuto a L’Aia negli anni ’80 ha incominciato una sorta di “revival” 15 anni più tardi con le serie di CDs mixati e il lancio di CBS radio (che poi è diventata Intergalactic FM).
Ormai sono diversi anni che Bordello a Parigi ha la sua identità forte identità sul mercato, ad oggi come hai organizzato l’etichetta tra store e distribuzione?
È stato uno sviluppo naturale, poiché ricevevo un sacco di ottima musica che a mio parere meritava delle uscite sull’etichetta. È sempre rimasto un genere di nicchia visto che non avevo nessuna ambizione di esplodere e non stavo guardando ad un sound commerciale. Era e rimane una piattaforma creativa e non business, dalla musica alle presentazioni grafiche delle feste fino al merchandising. Mi sono preso una piccola pausa di riflessione ultimamente per rivalutare un po’ alcune cose, ma sono ancora contento di continuare a lavorare sull’etichetta oltre a gestire il negozio e la distribuzione.
Ci sono artisti in catalogo che ti senti di consigliarci particolarmente?
Li raccomando tutti ovviamente, ma vorrei che manteneste le orecchie ben aperte e i vostri occhi spalancati per quello che sta uscendo nei prossimi mesi sull’etichetta, come la nuova serie di compilation “Diamonds In The Night” con una perfetta combinazione di nuovi e vecchi artisti e le releases di Hypnotique, Dead Husband, Captain Moustache, Rude 66, Leitstrahl, Italoconnection ed altri.
Ci sono etichette/artisti italiane che segui con particolare attenzione, giusto per citarne alcune come Periodica e Slow Motion vicino all’italo-disco?
Credo che Periodica sia molto incentrata sulla disco italiana o sulla disco in generale, anche se abbiamo un produttore in comune, il talentuoso Modula. Ha prodotto su Bordello A Parigi un album e un 7” che era un mix di boogie, cosmic e disco. L’italo-disco è difficile da definire a parole ma ha un souno peculiare che non sempre si trova nelle uscite di Bordello. Mi piacerebbe considerare l’echitta come un cross-over di Italo, electro e house. Slow motion è invece una delle mie preferite di questo genere, con tanti artisti in comune come Franz Scala (che è alla testa dell’etichetta), Armonics, Alessandro Parisi, Fabrizio Mammarella e presto Francisco. Naturalmente questi sono artisti che seguo con particolare attenzione. Disco Modernism, Giorgio Records, Disco Segreta e Best Records sono alcuni esempi di etichette italiane che attualmente ristampano brani originali Italo-disco.
Proiettandoti tra 20 anni come vedi l’Italo-Disco, avverti una certa evoluzione o ci sarà sempre una forte predominanza anni 80 dove più tanto non si puo’ inventare?
Una domanda che dovrebbe essere posta alle nuove generazioni. Ho già visto molte facce giovani venire ai nostri party. Con i revival che hanno avuto luogo negli ultimi vent’anni, è diventato un genere piuttosto maturo poiché non risiede solo nell’hype momentaneo. Dall’altro lato, credo che la forte predominanza degli anni ‘80 rimarrà sempre, poiché è stato un periodo unico nel tempo con un’estetica complessiva molto forte, e questa è una parte molto importante nell’apprezzamento e nell’esperienza musicale. I pionieri di questo genere musicale non avranno vita eterna, ma i macchinari che hanno aiutato a produrre queste specifiche melodie andranno avanti.
Oltre all’italo-disco molto forte in tutto il Nord Europa, c’é stata una forte ondata nell’ultimo periodo di italo-house con Don Carlos eletto padrino del movimento. Sono suoni che ti hanno sfiorato in qualche modo, o l’italo-disco è l’unico totem da seguire?
Sono sposato con l’italo-disco, a livello personale, ma ho ascoltato e sono interessato su molti altri generi. Specialmente con il negozio di dischi, presentiamo una vasta gamma di generi. Ho notato in effetti questo ritorno all’italo-house visto che si tratta di radici italiane ma è house degli anni 90s. Dove l’italo-disco si è fermata, l’italo-house è partita.
Stiamo arrivando verso la fine: partiamo con una mini playlist, buttiamo tre titoli nella mischia…
Wind – “Luxury”
Casco – “Cybernetic Love”
Stylo – “Pretty Face”
Ora, gran finale. Con un bel po’ di tracce originali ristampate da Bordello A Parigi. Grazie di tutto Italo-Lover.
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ENGLISH VERSION
It’s November 1987. Two different music cultures start to get to know each other. They sniff one another out, putting together a sort of jam session of brasses and folk songs. The venue is the Apollo Theatre in New York City, the temple of black music in which two factions battle: on one side the African-American corner led by James Brown, the Temptation and Lester Bowie. On the other side, the Napoli Sound in all its glory: Tullio De Piscopo, James Senese, Tony Esposito, Edoardo Bennato, Rino Zurzolo and Fausto Vetera. “Harlem meets Naples” is the name chosen for the concert broadcasted live on the Italian Rai3. The concept of the event is to merge genres and backgrounds that even if geographically distant are united by the groove and black rhythms. James Senese perfectly embodies “the glue” between the two souls: a Neapolitan voice on a blues note. Years after, other two cultures exchange glances: on the one hand a significant part of the Italian excellence is back in business, many admirers (mostly from outside Italy) ecstatically rediscover some neglected melodies of Italo-Disco. The buzz generates increasing interest in the era spanning throughout the 80s, Boiler Room pays a tribute to the genre with a special issue. The movement is back, safe and sound, new generations bring Italo-Disco back to the spotlight, fishing for forgotten gems. Years pass, this particular sound starts riding the tide, and a Dutchman, Otto Kraanen, piles up a number of Italo records, they become his second skin. He decides to launch a label and a record store, Bordello A Parigi. The time is ripe for a new journey, new needles and vinyl get us through the unprecedented Netherlands meets Italy in which Italo-Disco enjoys its second life.
I would like to ask you so many things that I really need to discipline myself in order not to get carried away! It is difficult for me to draw a line between the label which you founded and your passion for “the DJ booth” as these two things move in parallel. But, first things first: one of your aliases as a producer is Napoli Disco Club, and under this moniker you published “Bella Sigaretta”, a re-edit of “Balla Concetta”, an Italo-trash track from the 80s featuring the great Tony Tammaro. Can you tell us how a Dutchman got to know this track, which is largely unknown to the Italian public?
This track is part of the sweet memories I have of a short holiday I once took in Napoli and its surroundings some years ago. It was introduced to me by the digger extraordinaire Lorenzo of Famiglia Discocristiana fame. After first hearing it, to me it became some kind of a holiday anthem. Later on, I found an obscure disco version of the track on a 7” b-side and did a cut to make it a bit more playable. This was all about copy and pasting—not much producing going on there. I would definitely not consider it as trash, but a proper cult track for the advanced disco listener. This resulted in it being an appreciative gimmick—a tribute; hence, the name Napoli Disco Club is related to the Naples disco party crew and Lucia Cassini’s hometown, the singer of this ‘canzone.’ I simply have a weakness for these typical 80s disco productions, with vague Italian vocals and sketchy audio and mixing. Gotta love it.
Among other re-edits and reprints released by Bordello a Parigi, there are certain tracks like “Le Louvre” by Biondo and Lupo and “Break Up” by Daniela Poggi to name a few. Apart from Flemming Dalum and yourself, you don’t often get to meet foreigners who appreciate this sort of trash world filled with paillettes and sequins. It seems to me that in Italy—with the exception of some collectors—this type of music has never really had many followers. I can understand a passion for the Italo-disco of excellent quality, but to think that 80s TV starlets can live a second life of success throughout Northern Europe seems like a crazy idea. How do you see it yourself?
The main issue with the appreciation of this music and its representation is not to consider it as strictly trash. It’s the ongoing discussion between high and low culture and what should be considered ‘real’ and ‘fake.’ I think it’s more difficult for Italians to distinguish between these two opposites when it comes to the culture they grew up with being popular culture and its connotation of being trash. You either appreciate it as trash and attach labels like ‘cheesy’ or ‘guilty pleasure’ to it or you are simply ashamed of enjoying this kind of music in any context. Personally, I’m convinced this appreciation is easier to evolve and innovate outside of its direct context as 80s trash music or simply leaving it aside like 80s TV starlets. The trick is to avoid any prejudices and welcome the music into your veins and let the goose bumps appear. It’s a mix of those typical early to mid-80s analogue productions made in Italy and the often sketchy, spontaneous, improvised, phonetic vocals in bad English or straight up sexy Italian vocals which most of the time I barely understand. For me, it’s often unintentionally poetry, in lyrics, rhyme, rhythm and sound.
Moving on from this rather obscure side, I find “Varsavia” by Ein-St-Ein to be one of your most sophisticated re-discoveries. This great piece of Italian new wave, “made in Pordenone,” found its way to Holland and was then re-pressed by Bordello a Parigi. How did you get to them?
Varsavia was released in 2012 on Bordello A Parigi and was the 5th release on the label. This track got stuck in my head for a long time and when starting the label, I already started to investigate who was behind this project from the 80s for a potential re-issue. I found one of the producers, Paolo Piuzzi, through the internet, and as he had a company in theatre production, I was lucky to be able to track him down through some searching on Google. We subsequently got in touch, shared some phone calls, and were both enthusiastic to re-release this track on vinyl. As well, the original track was part of a hard to find New Wave compilation entitled ‘Columbus’ from 1985 featuring different artists from that era and fetching prices of 500+ euro between vinyl collectors before we started this re-issue project. The next summer I paid Paolo a visit in Pordenone and also met Emanuele Barison, the vocalist, who happened to be a famous comic illustrator in Italy. This whole day was a bit surreal, but unforgettably good. Paolo took me on a trip through the city and taught me a great deal about the unique music history of Pordenone, which was one of the capitals of the new wave musical movement in Italy. He even still had in his basement his original Juno-106 that was part of this amazing track.
The documentary “Italo Disco Legacy” by Pietro Anton extensively features I-F and portrays the Hague as the European capital of Italo-Disco. Were your first encounters with the genre in anyway influenced by Intergalactic FM which plays disco almost 24-7?
Yes, this is correct. Growing up in Delft, a town 10 minutes away from the Hague, was coincidentally a big influence on my musical education. I went to the CBS/IFM parties and automatically started listening to this online radio station. I think it’s also related to all the labels, producers, DJs and record shops that were doing their thing in this area. What we called ‘The Hague sound’ or the ‘Westcoast Sound Of Holland’ became a genre in its own right, influenced by various other genres including the Italo-Disco sound from the 80s, which had been introduced to The Hague in the 80s by clubs like De Marathon, Radio Stad Den Haag, and local record shops importing fresh Italo Disco records. This was a unique situation. I-F, growing up in The Hague in the 80s, started a revival 15 years later with his series of mix CDs and the start of the CBS radio station (which later became Intergalactic FM).
Bordello a Parigi has had its own identity on the market for quite a few years, how have you been organizing your label between the store and distribution up till now?
It went quite organically as we received a lot of great music which I was happy to release on the label. It always remained a niche genre, as I didn’t have the ambition for it to blow up and I wasn’t looking for some commercial sound. It was and still remains a creative platform and not a business, from the music and graphic presentation to the parties and merchandise. I just took a small break from the label to re-evaluate things a bit, but I found that I’m still enjoying continuing to work the label side of things in addition to handling the store and distribution.
Are there any artists in your catalog which you would like to recommend to us?
I would recommend all of it of course, but I would definitely recommend keeping your ears peeled and your eyes open for what’s coming up over the next months on the label, like a new compilation series by the name ‘Diamonds in the Night,’ with a combination of established and up-and-coming artists and releases by Hypnotique, Dead Husband, Captain Moustache, Rude 66, Leitstrahl, Italoconnection, and many more.
Are there any Italian artists and/or labels that you follow and pay particular attention to, since Periodica and Slow Motion (to just mention a few) are actually very close to Italo sound?
I think Periodica is more focused on the Italian disco sound or disco sound in particular, even though we have one producer in common, the talented Modula. He released an album and 7” on Bordello which sounds a bit more like a mixture of boogie, cosmic and disco. Italo-Disco is hard to define in words, but it has quite a specific sound which is also not always to be found on Bordello releases. I would consider Bordello more as a label with a cross-over sound of Italo, electro and house. Slow Motion is one of my favorite labels in its genre, with artists we have in common like Franz Scala (who is Slow Motion’s head honcho), Armonics, Alessandro Parisi, Fabrizio Mammarella and soon, Francisco. Naturally these are artists I follow with particular attention. Disco Modernism, Giorgio Records, Disco Segreta and Best Records are some examples of Italian labels that are actually re-issuing original Italo-Disco.
Imagine yourself in 20 years, what do you think is going to happen with the Italo-Disco scene? Do you feel there could be an evolution, or will there always be a strong 80s predominance with little room for innovation?
I think it will be forwarded to the newer generations. I have already seen many new faces and younger people coming to our parties. With the revivals that took place in the last 20 years, it has become a more mature genre that does not existing just due to temporary hype. Besides that, I think the strong 80s predominance will partly stay because it’s really a unique period in time with really strong aesthetics. These aesthetics are a big part of the whole appreciation and musical experience. On the other hand, the pioneers of this musical genre won’t live eternal, but the machines that helped produce these specific sounds will keep on going.
Besides the sort of Italo-Disco that is very popular throughout Northern Europe, lately, there has been a strong wave of Italo-House with Don Carlos elected as the godfather of the movement. Have you been touched by this wave or is Italo-Disco the only totem you glorify?
I’m married to Italo-Disco personally, but I listen to and am interested in many other genres, especially with the record store presenting a wide range of genres. I noticed this Italo-House revival, as it has Italian roots but it’s house and from the 90s. Where Italo-Disco stopped, Italo-House started.
We would like to conclude our chat with a joint mini-playlist, let us put forward three tracks:
Wind – “Luxury”
Casco – “Cybernetic Love”
Stylo – “Pretty Face”
We leave it up to you to complete this chat, with a selection of Bordello A Parigi re-issues.
Thank you for everything Italo lovers! Some authentic Italo re-issues on Bordello A Parigi