La vita è caotica, casuale e cacofonica. La vita è rumore. La musica può essere un dolce e melodico rifugio o una cruda e brutale rappresentazione di questo frastuono. “Oggi, il Rumore trionfa e domina sovrano sulla sensibilità degli uomini” diceva Luigi Russolo nel 1913 [ne “L’arte dei rumori”]: dopo più di un secolo queste parole risuonano potenti nel lavoro di Pan Daijing, astro nascente del panorama noise contemporaneo. Dopo due EP, la giovane artista cinese debutta nel lungo formato con “Lack 惊蛰”, album in uscita su PAN il 28 luglio e da oggi in streaming integrale via The Fader.
Cresciuta nella Cina meridionale, senza accesso a internet e con una limitata esposizione musicale, Pan Daijing oggi vive in Europa e conduce una ricerca artistica in cui l’attenzione ad alcuni temi di matrice asiatica – la ciclicità, la trasformazione – si fonde con uno spietato rifiuto delle rigidità, delle convenzioni e dei tabù che probabilmente permeano la società cinese. Il suo sound e ancor di più le sue esibizioni – spesso ibridi di live set e performance art, con un largo contributo di improvvisazione – sono provocanti, affascinanti e disturbanti al tempo stesso, invitanti e invadenti. Nella nota della label “Lack 惊蛰” viene presentato come il culmine “purgativo” delle pratiche sonore e fisiche da lei esplorate negli ultimi due anni di tour e descritto dalla stessa autrice come “processo psicoanalitico”: la produzione di Pan Daijing ha quindi evidentemente un valore terapeutico per lei stessa ma con la sua elegante commistione di sonorità harsh e atmosfere teatrali può sedurre profondamente le orecchie di chi ama il noise. Sì, perché è un genere che va amato e va amato di quell’amore inspiegabile che si prova per tutto ciò che fa male ma da cui si trae energia, tutto ciò che ci sbatte in faccia la durezza del mondo ma ci dà la consapevolezza per affrontarla. È un genere che per definizione richiede una sorta di allenamento all’ascolto e che paradossalmente può avere un potere calmante e rigenerante, difficile da immaginare per chi non è incline a questo tipo di esperienze sonore. In una bella intervista a TheQuietus è proprio la Daijing a dare una personale interpretazione del senso del rumore in musica: “Noise is something that’s so brutal and it cracks me open, so that I have to face everything”. Un rimedio contro le illusioni.
Per un antipasto, ecco qua. Se poi volete approfondire – seguite il link sopraindicato a The Fader!