[tabgroup layout=”horizontal”]
[tab title=”Italiano”]Kevin Mc Auley, ai più noto come Pangaea, è senza ombra di dubbio uno degli artisti minormente creditati per lo sviluppo di quel filone musical che si chiamava “Dubstep”. Grazie al lavoro svolto assieme ai colleghi Ramadanman/Pearson Sound e Ben UFO la loro etichetta Hessle Audio s’è infatti presto affermata come punto di riferimento indiscusso della scena elettronica UK contemporanea. Andiamo a scoprirne il perchè…
Hai appena compilato un mix per il Fabric, un passo cruciale nella carriera di molti tuoi colleghi. Potresti parlarci del mix?
Beh, è un’istantanea di dove sono come dj in 76 minuti. E’ un mix techno di sicuro, ma ho provato a rappresentare tutti i lati di me stesso ed al contempo di quello che seguo al momento. Speranzosamente darà alla gente un’idea di quello che sto provando a fare!
Io amo Hessle Audio e la considero come una delle più lungimiranti etichette presenti nel panorama. Su di me ha avuto la stessa di influenza che etichette come UR ebbero 15 anni or sono. E’ un etichetta che piuttosto di cercare ispirazione, cerca un motu propriu attraverso l’introspezione, producendo spesso tracce apparentemente non da dancefloor ma che si trasformano poi in devastanti dancefloor hits. Qual è il segreto di Hessle?
Non so! Non abbiamo mai avuto un piano o un obiettivo se non produrre musica che avesse un senso per tutti noi. Penso che in virtù del fatto che siamo in 3 a mandarla avanti essa abbia gusti diversi, ci sono 3 filitri. E’ una delle ragioni per cui abbiamo prodotto un numero limitato di dischi durante gli anni. C’è molto di piu che avremmo potuto produrre ma che non abbiamo poi stampato perchè uno o due di noi non ne erano convinti.
Ricordi quei tempi in cui dirigere un’etichetta indipendente era più facile? Grandi labels come Mute, Ninja Tune e Warp sono nate e cresciute nei ’90, ma ora quei tempi son finiti! Qual è ora la vera sfida un’etichetta indipendente che si focalizza su di un mercato di nicchia come Hessle Audio? Come pensi che il mercato abbia modellato l’industria dei dischi nella nostra nicchia?
Credo che l’ethos dietro a cio che una buona label debba essere non sia cambiato per anni, ma si fa certamente molto meno denaro a vendere musica specialistica al momento. La vendita del vinile è calata sensibilmente da quando siam partiti con Hessle ed il digitale conta sempre di più. Ciò non vuol dire che non si possa più vendere musica ma contare su suoi introiti è veramente dura. Finchè non ci sono aspettative economiche al riguardo di produrre musica, è ok. Fortunatamente non abbiam mai visto l’etichetta come un qualcosa da cui fare denaro.
Alcuni mesi fa hai lanciato la tua etichetta “Hadal”, hai in progetto di produrvi della nuova musica prossimamente?
Si, la mia prossima uscita sarà su Hadal. Ho lavorato a remixes fino alla fine dell’anno ed ora, per il 2014, mi concentrerò solo su materiale originale.
Ho sempre apprezzato l’approccio sperimentale dei tuoi lavori, sempre caratterizzato da una tensione verso la fusione di distinti e contrapposti generi: garage, bass, techno e dubstep, hai sempre trovato il giusto bilanciamento nelle tue produzioni e dj set. Mentre ultimamente, per quanto concerne i tuoi dj set, stai suonando molta piu techno. Come mai? Credi che la techno offra un migliore playground per la tua creativita al momento?
Si, penso ci sia grande spazio per la creatività nella techno, puoi fare molto con quel form. Ma è anche musica per ballare! Questo è importante ed è bene averlo sempre chiaro in mente. I non credo che l’essenza della mia musica sia cambiata molto durante gli anni, credo solo che mi sto rifocalizzando un po sul suo fine.
Che ne pensi dell’attuale scena underground inglese? E che ci dici di Londra e della sua party scene?
Londra non è poi così emozionante di questi tempi ad esser onesti, per una città di queste dimensioni e storia. C’è un sacco di musica interessante e line up belle ma purtroppo solo un piccolo numero di buoni clubs e molte restrizioni inerenti quello che si puo fare all’interno di questi. Penso che la scena UK sia all’indomani della “post dubstep era” e quindi alquanto frammentata come risultato.
Che c’è di nuovo che bolle in pentola per Hessle? Avete appena releasato due EPs di Pearson Sound e Joe. Avete gia una data d’uscita delle prossime release o ci state ancora lavorando su?
Si annunceremo il nuovo progetto quando tutto sarà pronto, come abbiamo sempre fatto. Non siamo di fretta.
Il 2013 è appena finito. Quali sono stati gli highlights dell’anno?
Ovviamente il mio solo EP ma anche i Depeche Mode che m’han chiesto di remixare una loro traccia. E’ stato poi fantastico lo showcase di Hessle al Fabric a Dicembre, dove avevamo tutte e 3 le sale per noi. Anche il tour in America con Ben e David è stato molto emozionante come pure suonare al Berghain la domenica pomeriggio.[/tab]
[tab title=”English”]Kevin Mc Auley, better known as Pangaea, it’s undoubtly one of the less creditated artist for the development of Dubstep. Thanks the work done with his label pals Pearson Sound and Ben UFO their label Hessle Audio has indeed soon become one of the main reference of the these days UK electronic music scene. Let’s go find out way…
You have just compiled a mix for Fabric, a crucial step in the carrier of many of your collegues. Could you please talk us about the mix?
Well it’s just a snapshot of where I am as a dj over 76 minutes. It’s a techno mix for sure, but I’ve tried to represent all the sides of it I’m in to as well as keep the momentum going. Hopefully it gives people a clear idea about what I’m trying to do!
I love Hessle Audio and I consider it is one of the most forward thinking label around. It had the same influence on me that UR did 15 years ago. It’s a label which rather than looking for inspiration, looks for a motu propriu through introspection, releasing often apparently-non-dancefloor tunes which, after some time, turn into devastating dancefloor hits. What’s the secret behind Hessle?
I don’t really know! We’ve never had a plan or an objective other than to release music that makes sense to all of us. I think that because there’s three of us running it that have fairly separate tastes, there are three filters. It’s probably why we’ve only released a limited amount of music over the years. There’s a lot we could have signed but didn’t because one or two of us weren’t into it.
Remember those times when running an independent record label was easier? Huge labels like Mute, Ninja Tune and Warp were born and grown in the 90s; but now those times are over! What’s the real challenge now for an independent label focused on a niche market like Hessle Audio? How do you think the market has shaped the record industry in our niche?
I think the ethos behind what a good record label should be hasn’t changed for years, but there is certainly a lot less money in selling specialist music now. Vinyl sales have dropped a lot since we started Hessle, and digital sales count for a lot more. That isn’t to say that you can’t still sell music, but to rely on its income would be very hard. As long as there isn’t any financial expectations about releasing music, it’s ok still. Luckily we’ve never seen the label as something to make us money.
Few months ago you have launched your own label “Hadal”, are you planning to release any new music on it soon?
Yeah I’ll be putting my next release out on Hadal if all goes to plan. I was working on remixes at the end of last year, and now I’m going into 2014 just with the intention of working on and releasing original material.
I have always appreciated the experimental attitude of your works, always characterised by a tension towards the fusion of distinct and juxtaposed genres: garage, bass, techno and dustep, you have always found out the right balance in your productions and dj sets. While lately, for what concerns your dj set, you are playing out much more techno. How come that? Do you think techno offer a better playground for you creativity at the moment?
Yes I think there is a lot of scope for creativity in techno, you can do a lot with the form. But also it’s music for dancing! This is important, and it’s good to have that at the forefront of my mind. I don’t think the essence of my music has changed much over the years really, I just think I’m re-focusing a bit on its purpose.
What do you think about the current British underground music scene? And what about London’s party/club scene?
London isn’t too great right now if I’m honest, for a city of its size and history anyway. There is a lot of interesting music and lineups around, but unfortunately only a small selection of good clubs and restrictions on what you can do in them. I think the UK scene is in the aftermath of the ‘post-dubstep’ era, and quite fragmented as a result.
What’s new at the Hessle HQ? You just released 2 EPs by Pearson Sound and Joe. Do you already have the release date for the following release or are you guys still working on it?
Yeah we’ll announce the next project when everything is ready, as we’ve always done. We’re not in a rush.
2013 just ended. What are the highlights of the year?
Obviously getting an EP out myself was great, as was Depeche Mode asking me to remix a track. It was fantastic to take over all three rooms at Fabric in December, and to play some shows out in the US with Ben and David. Also to play Berghain on Sunday afternoon was a definite highlight.[/tab]
[/tabgroup]