L’energia e l’integralismo artistico caratterizzanti gli Analogue Cops e Blawan è ben tradotto in quest’intervista rilasciataci la scorsa settimana dal trio. Dovendola riassumere in tre parole potremmo dire ruvida, irreverente ed esplosiva. Tre espressioni perfettamente confacenti tanto con la loro musica quanto appunto con le dichiarazioni rilasciate in quest’intervista. Ed infatti, nonostante la diversa nazionalità d’origine, gli Analogue Cops e Blawan dimostrano ormai da tempo di parlare la stessa lingua. Da oltre un’anno la loro relazione professionale è stato il principale viatico di sfogo della loro rabbia ed energia artistica. Una relazione di simbiosi umana e professionale che sta deliziando tutti gli amanti della techno dura e cruda dei primi anni ’90. Una simbiosi perneante su di una visione radicale della musica, un’idea senza ombra di dubbio scevra da alcun tipo di compromesso quando si discute di djing e produzione. L’etichetta Vae Victis, finora principale piattaforma veicolo dei lavori del trio, ha cercato più volte di poter giungere ad una definizione degli orizzonti artistici del progetto ed al riguardo ci riporta un’interessante estratto di una recente conversazione con “Il Maestro” Lucretio: “La nostra politica non è frutto di un capriccio stilistico ne di un presunto elitarismo o snobismo di cui siam stati precedentemente accusati. La nostra è una lotta per degli ideali. Non rivendichiamo alcuna innovazione in tema musicale, anzi. Credo sia Parassela che Vae Victis stian solo cercando di portar al prossimo livello un’ideale di musica già ritratto nel passato da etichette quali UR e Tresor. Lavorando nel solco di questi ideali, entrambi i progetti cercan di reinterpretarli, rimaneggiandoli con un approccio più avanzato, frutto delle influenze e delle suggestioni derivati da ulteriori 10 anni di musica e dal lavoro svolto nel corso di questi da etichette quali Tempa ed Hessle Audio o artisti come Horsepower Productions, El-B, Oris Jay, Ramadanman e Pangaea”. Blawan e gli Analogue Cops saranno in Italia l’1 ed il 5 gennaio per presentare in esclusiva mondiale il loro primo live “Vinyls, sequencers and oscillators” come Parassela.
E’ noto che voi ragazzi lavoriate solo con gli hardwares senza registrare sul computer, quindi vorrei innanzitutto sapere qualcosa in più riguardo alla vostra interazione con le macchine… Quali son i passi fondamentali del processo?
L: Il primo passo è creare il suono con le macchine, poi iniziamo a mixare i vari suoni attraverso un mixer analogico mischiandoli con effetti ed una equalizzazione alquanto ruvida. Poi iniziamo a pensare ad una struttura basica per la traccia ed alla fine registriamo il tutto in cassetta.
B: Ruota tutto attorno alla spontanea natura del processo di produzione che le macchine permettono. L’interazione che permettono le macchine è molto più profonda e coinvolgente di quella che puoi conseguire con il computer. Il fatto che nello scrivere una traccia ogni persona lavori dal suo angolo di studio interagendo con gli altri 2 fa si che si creino 3 sets d’idee che s’intrecciano l’un l’altra il che crea la musica per me più interessante.
M: Partiamo sempre con un kick e un campione, poi solitamente lavoriamo sulla bass line e da questo costruiamo l’intera track. E’ una struttura pensata principalmente per i dj e per il dance floor, sempre con una solida ripartenza dopo il break principale. Quando la struttura è pronta, iniziamo a registrare tutto su tape ed il gioco è fatto…
Se compariamo Parassela alla maggior parte dei duo/trio projects che lavorano con i softwares, personalmente Parassela mi suona molto più come il frutto del lavoro di una band. Che ne pensate?
L: Io credo che sia impossibile lavorare con la nostra stessa velocità usando i computers. La maggior parte delle nostre tracce son scritte, mixate e prodotte in meno di un’ora. Ognuno di noi può lavorare su un suono differente attraverso una macchina diversa, mentre l’altro sta mixando o mettendo degli effetti. E’ come il lavoro di una band perchè tutti suonano in contemporanea e perchè quando registriamo lo facciam improvvisando come una vera band.
B: E’ un po come una piccola band, un pò di piu quando suoniamo nei club seppur credo che nello studio sia una cosa totalmente differente. Come con tutta la musica elettronica la profondità del controllo sul suono e la sensazione sonica della musica che si prova in quei contesti lavorando come le macchine elettroniche credo vada ben oltre la tradizionale forma di una band.
M: Si credo possa essere tranquillamente paragonato al lavoro svolto da una band, anche se noi non suoniamo strumenti.
So che state lavorando al vostro primo live show come Parassela (ndr, che ci chiamerà “Vinyls, sequencers and oscillators”) e da quanto ho sentito sarà un qualcosa di veramente speciale, qualcosa che metterà assieme in un unico pezzo tutti i valori principali della vostra appartenenza a questo scena, giusto?
L: Il live sarà un mix di macchine e vinili, campionati al momento. Nulla sarà preparato in anticipo, tutto improvvisato: sappiamo solo quali macchine e vinili porteremo. Non ci saranno computer e nemmeno cdjs coinvolti nella cosa. Sarà grezzo e veloce. E non useremo patterns prestabiliti. Credo sia quello che la gente si merita, non vogliamo prender in giro nessuno.
B: Sarà molto divertente, di nuovo, è tutta questione di quello che succederà al momento, d’improvvisazione. Non programmare ne pianificare ci concederà la stessa libertà che se stessimo facendo un dj set, potremo seguire ogni direzione, suono, emozione. La cosa più importante è che ci si diverta, in primis i clubbers, ma anche noi stessi.
M: Il live sarà qualcosa di unico e totalmente nuovo a mio parere, niente sarà preparato, sappiamo solo che porteremo un gran numero di dischi che campioneremo ma i patterns sulle macchine saranno scritte e programmate al momento, niente presets. Questo permetterà a noi e a chi ci ascolterà di assistere ogni volta ad un live unico e completamente nuovo.
Ok, ora andiamo più a fondo della questione dei valori. Se dovessi spiegare la differenza tra analogico e digitale ad un producer agli esordi, che gli diresti?
L: Avremmo bisogno di un’intera intervista per parlare dell’argomento, perchè potrebbero esseci incomprensioni. Quello che suggerisco ad un giovane produttore è di formarsi dal punto di vista dell’acustica. Poi di sicuro comprenderà la differenza. Ma in tuttà onestà potrei già spiegare la differenza tra un file audio ed un vinile. Il vinile esiste nel mondo reale, il file audio no.
B: Come dice Lucretio credo ci sarebbe molto da parlare al riguardo e non son sicuro d’esser qualificato a dar ad un giovane produttore dei consigli sul come dovrebbe far musica. Piuttosto, inizierei dicendogli d’ascoltare certi dischi del passato ed altri contemporanei fatti esclusivamente attraverso piattaforme digitali. Chi tiene alla qualità del suono ed alla cultura house e techno comprende l’importanza del processo analogico e del suono analogico. E’ un iniezione d’anima e realtà in un settore dominato dai piatti mixaggi digitali.
M: Si potrebbe star qui a parlare per ore della differenza tra digitale ed analogico, concordo totalmente con ciò che hanno detto sopra Lucretio e Blawan. Basta prendere un disco house dei primi anni ’80 o un disco techno degli anni novanta per sentire la differenza tra un vero suono principalmente analogico e un’emulazione fatta con software.
Ok, ora arriviamo al punto principale della questione. Perchè le macchine ed i vinili son così importanti nella contemporanea cultura dei producer/djs? Non saranno mica gli unici strumenti per evitare un’irreversibile deriva per entrambi i predetti ruoli?
L: Un dj è qualcuno che suona con i vinili, io non so come tu chiami quelli che pretendono di esser dj premendo un bottone. Un produttore è chi ha raggiunto l’abilità e conoscenza per sviluppare un pezzo di musica che suoni propriamente quando riprodotto da un soundsystem.
B: Non c’è cultura senza che gente che compri la musica, è ciò che permette alla gente di portar avanti un certo tipo di suono e d’intraprender il djing propriamente ossia con i vinili. E se vogliamo che un certo tipo di cultura continui a vivere in futuro, beh, allora dobbiam preoccuparci che ci sia domanda, espressamente, che ci sian persone che comprano i vinili. E fortunatamente questo sembra esser il caso!
M: Se nn ascolti i vinili, nn saprai mai come deve suonare la musica e se nn metti le mani su una macchina molto difficilmente capirai come funzionano le cose.
Cosa rende Parassela così speciale nello studio?
L: Il nostro radicalismo, approccio e capacità.
B: Buona reciproca comprensione del risultato da raggiungere, ognuno che permette all’altro di far la propria cosa, non importa quanto pazza sia! Siamo solo buoni amici che fanno musica assieme…
M: Ci fidiamo pienamente l’uno dell’altro, ognuno di noi sa cosa deve fare nello studio. Questo ci aiuta ad essere molto veloci nelle produzioni ed a migliorare costantemente ogni volta che passiamo del tempo assieme.
Cosa rende Parassela cosi speciale fuori dallo studio?
L: L’armonia ed il radicalismo.
B: Come dice Lucretio, niente compromessi nella vita!
M: Il nostro stile di vita.
Che mi dite degli altri progetti a cui state lavorando?
L: Si, partiamo dalla prossima uscita su Vae Victis, quella di Durant, una collaborazione che sto facendo con 3 dei più promettenti artisti in giro di questi tempi, Die Roh & Steve Murphy. Poi c’è Appointment, Third Side, Hands Up, Riviera, Vulcano per nominarne alcuni. Ma comunque le migliori info al riguardo son i vinili.
B: Mi piace lavorare e collaborare con gente con cui son diventato amico e con cui sento di condividere la stesse idee in tema. Sono fortunato che ci sia cosi tanta gente in contatto con la musica che amo quindi provo a lavorare su più progetti che posso in modo da poter incrementare la mia esperienza e coinvolgimento nella dance music. Prendiam ad esempio Karenn, il progetto techno analogico che ho con Pariah, beh, è un idea che sotto molti aspetti è stata direttamente influenzato dai Cops. Insomma, io credo che questo sia un buon esempio di come, se si allargano i propri orizzonti musicali e non si resta chiusi in camera a fare solo la propria musica, si posson raggiungere grandi risultati. In sostanza, ciò che sto cercando di dire è di non esser troppo ossessionati dalla propria musica.
M: Penso non ci sia altro da aggiungere.
A parte quanto sopra, c’è qualcos’altro che dovremmo sapere?
L: Non siam vegetariani.
B: Non beviamo champagne.
M: Non mangiamo caviale.
English Version:
The evergy and integralism characterizing The Analogue Cops & Blawan’s artistic approach is well translated in this interview the trio gave us last week. Indeed, if we should resume the text in 3 words we could say raw, irreverent and explosive. Three expressions which fit perfectly with their music as with their following assertions. Despite their different origins, the trio shows to speak the same language. Since more than one year the professional relationship linking the trio under the name “Parassela” has been the main viaticus through which channeling their anger and energy. A human and professional symbiotic relationship which is deligthing all the lovers of the early 90’s hard and fast techno sound. A symbiosis focused on a clear, maybe better say radical vision of music, an idea free from any kind of compromise when it comes to talk about djing and producing. Vae Victis Records, so far the main platform which has pushed Parassela’s works, has tried several times to come to a definition of the horizons of the project. Asked about the issue, it reported us an extract of recent conversation with “Il Maestro” Lucretio: “Our policy doesn’t comes from any stylistic whim nor from an assumed snobism / elitism of which we got blamed in the past. We’re just struggling to keep alive the values we trust in, we don’t claim any innovation. I think both Parassela and Vae Victis are just trying to bring to the next level a musical ideal already depicted in the past by labels such as UR or Tresor. Following the path of these values, both projects are trying to reinterpretate, reworking them with a more advanced approach, fruit of the influences and suggestions deriving from further 10 years of music and particulary, thanks to the work done in these years by labels such as Tempa and Hessle Audio or artists such as Horsepower Productions, El-B, Oris Jay, Ramadanman and Pangeaa”. Blawan and The Analogue Cops will be in Italy on Jan 1st and Jan 5th to present the worldwide premieres of the their “Vinyls, sequencers and oscillators” Parassela show.
It’s known that you guys work just with hardwares and without recording on computer, so it would be nice to know more about how do you interact with machines… Which are the basic steps of the process?
L: The first step of the process is to get the sound out from the machines, then we start mixing these sounds on a big analogue desk blending them wih effects and an harsh equalization. When all is mixed down, we think about a very basic structure for the track. Finally, we record our jam on a magnetic tape.
B: It is all about the spontaneous nature of the production process that hardware and machines allows you to create. The interaction you get with hardware is way more deep and immersive than you can achieve on a computer. When writing a track the fact that each person has control of just one corner of the studio each means you get 3 sets of ideas continuously interacting with each other which creates the most interesting music for me.
M: We start with a kick and a sample, then we work on a strong bass line and from there we start building up the track. The track’s strucutre it’s mainly thought for the djs and the dancefloor, giving great importance to the break down and how the track restarts after that. Once the structure is done, we turn on the tape recorder and start recording the track…
If we compare the making of a project as Parassela to most of the duo or trio project runned thru softwares, Parassela to me sounds much more like the work of a “band”. What’s your take on this?
L: I think it is impossible to be as fast as we are by using computers. Most of our tracks are written, mixed and produced in less than an hour. Each of us can work on a different sound thru a different machine, while the others are mixing or putting effects. To me it’s definetely like the work of a band, because everybody is playing something at the same time, and because when we record, we just jam like a “real” band.
B: Its a little like a band, maybe more so when playing live in a club but in the studio i think its a totally different game. As with all electronic music the depth of control over the sound and the sonic feel of the music when a bunch of people get in the studio makes working with electronic machines go way beyond the traditional form of a band.
M: Ye, i do believe it can be compared to the work of a band, even if we don’t play instruments…
I know you’r working on the very first Parassela live show (ndr, which will be called “Vinyls, sequencers and oscillators”) and from what i’v heard it sounds like it will be something special, something putting in one single piece all the leading values of your belonging to the industry, right?
L: Yes, the Parassela live act will be a mixture of machines and vinyls, sampled a the moment. Nothing will be prepared; we just know which machines and which records we are gonna bring. There will be no computers nor cds involved in it. It will be raw and fast. And we are not gonna use stored patterns. I think it is what people deserve, we dont want to swindle anybody.
B: Its going to be so much fun, again its all about the moment with the live set. Not really rehearsing or planning everything really allows the freedom you get when playing a djing set, we can go in any direction, any sound and any emotion. The main thing is that the clubbers and ourselves have fun on the night.
M: The live show is gonna be something unique and pretty innovating imho, anything will be planned before, we’re just gonna bring a huge amount of records to be sampled but all patterns will be written and programmed at the moment. This will allow to the crowd and to ourselves to assist each time to a brand new live show.
Ok, so now let’s dig deeper the values issue. If you should explain the difference among analogue and digital to a young producer, what would you tell him?
L: We would need a whole interview to talk about this, because there could be a lot of misunderstanding. What I would suggest to a young producer is to get at least a basic knowledge of acoustics. Then, he will understand what we are talking about. But in the end i think i can easily explain you the difference between an audio file and a vinyl. The vinyl exists in the real word, the audio file does not.
B: As Lucretio said i think this is a huge subject, i am not sure i´m qualified to give a young producer a lecture on what he should be doing with his music. I would start basic by saying listen to certain records from the past and ones from present that are made on digital platforms. If someone cares about the sound and the culture of house and techno they will see the importance of the analog process and sound. Its about inject some realness and soul in a industry thats dominated by bland digital mixdowns.
M: Ye, we could discuss for days about the difference between analog and digital, i totally agree with what Blawan and Lucretio sayed. I think that to judge it’s enough to take an house record from the 80’s or a techno one from the 90’s to feel the difference between a sound done at the moment by a human being and an emulation done thru a software.
Ok so let’s now come to the main point of the issue. Why machines and vinyls are so important in the contemporary producer/dj culture? Won’t be them the only tools to avoid an irreversible drift to the producer/dj roles?
L: A dj is somebody that play with vinyls, I dont’ know how you call those pretending to be djing pushing a button. A producer is somebody that have reached the skills and the knowledge to develope a piece of music that sound properly in a decent soundsystem when reproduced from a physical medium.
B: There is no culture without the people who buy the music, so i think there will allows be people pushing this sound and Djing properly with Vinyl but i think if there is to be a continuing culture long into the future than i think there has to be a little bit of demand in the form of people buying vinyl. Luckily that seems to be the case!
M: If you don’t listen to vinyls, you won’t understand how music should sound and as long as you won’t be using hardwares, you’ll hardly understand how things work.
What’s makes Parassela special in the studio?
L: Their radicalism, their attitude, their skills.
B: Good understanding of were we want to go with tracks, allowing everyone to do there own thing no matter how crazy it is ! its just about good friends making music together.
M: Total mutual trust, each one of us knows what he has to do. This help us in working very fast and get better and better each time we meet up.
What’s makes The Analogue Cops/Blawan special out of the studio?
L: Their harmony, their radicalism, their attitude.
B: As Lucretio is used to say, no compromises in life!
M: Our lifestyle.
What can you tell me about the other projects you’r involved into?
L: Ye, let’s start from the next release out on Vae Victis, the Durant one, a collab i’m doing with three of the most promising artists around, Die Roh & Steve Murphy. Then there’s Appointment, Third Side, Hands Up, Riviera Vulcano and just to name a few. Anyhow, the best informations about these projects are on our vinyls.
B: I like to work and collaborate with people who i become friends with and feel i share the same music path in ways. I am lucky that there are so many people who are in tune with the music a love so i try to work on as many different projects i can so i can further my experience and involvement in dance music. I started a analog techno project with Pariah called Karenn that was directly influenced by the Cops in many ways. That is a good example of how if you broaden your musical horizons and dont just lock yourself in your bedroom making music you can achieve great things. Dont be selfish about your music is what i am trying to say.
M: I think the guys have already sayed enough.
A part from the above, is there anything else we should know?
L: We are not vegetarian.
B: We don’t drink champagne.
M: We don’t eat caviar.