La longevità delle carriere di due artisti quali Paolo Martini e Paolo Cavicchioli, è qualcosa che nel settore musicale italiano non siamo abituati a vedere tanto facilmente. Entrambi in attività dagli anni ’90, hanno dato vita a una serie davvero importante di produzioni di successo, decidendo di unirsi nel 2010 in un progetto congiunto chiamato Paul C & Paolo Martini. Presenti su diverse label e attivissimi nel panorama internazionale, il duo non ha nessuna intenzione di fermarsi e anzi, ci rivela di grandi progetti in arrivo, nuove release e misteriose collaborazioni.
Per cominciare, cosa vi ha spinto ad avvicinarvi alla musica? Quali sono state le vostre prime influenze? Siete diventati ciò che avreste sempre voluto?
Stiamo parlando di parecchi anni fa. Siamo cresciuti con i suoni disco degli Chic, Giorgio Moroder, Kurtis Blow, War, Bionic Boogie, Musique sino ad arrivare alle prime tracce house nella metà degli anni ‘80, prodotte da Lil’ Louis, Nightwriters, Inner City, Orbital, Marshall Jefferson, 808 State, Fingers inc., solo per nominarne alcuni ma la lista sarebbe lunghissima. Abbiamo da sempre voluto essere dei DJ per passione e amore per la musica, non perché fosse di moda come lo è oggi, anzi, anni fa questo non era nemmeno considerato un vero lavoro ma siamo riusciti a trasformare la nostra passione in una professione, quindi oltre ad essere stati fortunati siamo molto contenti dei risultati ottenuti sino ad oggi, individualmente e in coppia, anche se si potrebbe sempre fare meglio!
Dal 2010 avete deciso di unirvi per un nuovo progetto insieme, che vi ha portato ad essere divulgatori del sound italiano che vi contraddistingue in tutto il mondo. Com’è nata questa collaborazione?
Siamo amici di vecchia data e a un certo punto delle nostre singole carriere abbiamo pensato che unendo le forze e le rispettive esperienze avremmo potuto tentare di ottenere risultati più soddisfacenti. Partiti in sordina per poi proseguire costantemente dal 2012, i primi segnali di apprezzamento arrivarono in realtà già con “Amore” su Paul’s Boutique e “Special One” sulla neonata AMA recordings di Ray Okpara. Il nostro anno fortunato fu indubbiamente il 2013, quando pubblicammo diversi EP e tracce su label come Cecille, Moon Harbour, Hot Creations e Terminal M. Contemporaneamente già da quell’anno cominciammo ad avere un supporto costante da parte di tante icone mondiali come Marco Carola, Jamie Jones, Nick Curly, Matthias Tanzmann, Joris Voorn, Paco Osuna, Steve Lawler, Davide Squillace, Monika Kruse, Anja Schneider e altri. Cominciammo ad avere la percezione che qualcosa stava cambiando e che eravamo sulla strada giusta, la nostra musica parlava per noi e si stava facendo finalmente spazio nel circuito che a noi più interessava.
Riuscite a sfornare una produzione dopo l’altra, tenendo un ritmo superiore alla maggior parte dei producer. Qual è il segreto del vostro successo?
Non c’e un segreto in realtà, facciamo semplicemente ciò che ci piace fare. Con tanto impegno e determinazione siamo riusciti a farci notare pian piano in questa giungla, anche se non è stato per niente facile. Oggi, a differenza di qualche anno fa, non basta più produrre solo buona musica, ci sono delle dinamiche legate a tutta una serie di cose che, se incastrate nel modo giusto, possono dare luce ad un progetto valido, senza dimenticare che la competizione oggi è molto più feroce e non sempre giocata ad armi pari. Le regole sono cambiate, quindi, nel momento in cui decidi di metterti in gioco lo devi fare nel migliore dei modi, avvalendoti di tutto ciò che serve: management di successo, una o più agenzie di booking che credano fortemente in te e un buon ufficio stampa.
Quando siete in studio, come siete soliti lavorare? Preferite procedere all’unanimità oppure vi suddividete i vari compiti?
Non abbiamo delle regole precise. Di solito ci ritroviamo una volta alla settimana e facciamo una full immersion in studio, sviluppando insieme le nostre tracce. Ma ad ogni modo, ci confrontiamo continuamente anche dai nostri rispettivi studi per scambiarci idee,opinioni, file e quant’altro necessario per portare avanti i vari progetti. Purtroppo non abitiamo nella stessa città ma fortunatamente oggi grazie alla tecnologia questo non pare essere più un grosso problema.
Cosa cambiereste l’uno dell’altro?
In generale andiamo abbastanza d’accordo ma in alcune occasioni può capitare di avere pareri diametralmente opposti. Portare avanti un progetto insieme delle volte non risulta semplice, bisogna saper ridimensionare il proprio ego, e se occorre rinunciare anche a qualcosa, ma allo stesso tempo occorre essere consapevoli che probabilmente da soli non si riuscirebbe a raggiungere gli stessi obbiettivi. Detto ciò è normale che ogni tanto nascano delle incomprensioni e si discuta, ma per fortuna questo non accade spesso.
Con l’enorme esperienza alle vostre spalle, avete avuto modo di veder mutare continuamente la scena musicale che stavate vivendo. Come pensiate sia quella italiana in questo momento e in cosa è fondamentalmente cambiata?
Sono cambiate parecchie cose, è come se stessimo fondamentalmente guardando un altro film, di tutt’altro genere rispetto all’ultimo ventennio. In primis è diminuito in modo esponenziale il numero dei locali, è cambiato il modo di divertirsi, così come l’approccio al lavoro del DJ e di conseguenza le dinamiche, ma soprattutto sono cambiate le aspettative dei clubber. A differenza di una volta, i clubber sono più affezionati ai DJ guest o agli eventi promossi, che non alle strutture stesse che li ospitano. Prima in alcuni club ci si ritrovava tutti i week end, anche per due giorni consecutivi, senza che ci fosse per forza un ospite, ma solo per sentire i DJ resident del locale. A parte poche eccezioni consolidate che resistono nel tempo, sono sparite moltissime discoteche simbolo degli anni passati, per far posto a grandi spazi dove si allestiscono palchi per il festival di turno, con line up stellari e cachet esorbitanti.
Qual è la location dove tornate a suonare sempre volentieri?
Ci sono stati diversi club all’estero dove abbiamo avuto la fortuna di esibirci negli ultimi due anni, compresi il leggendario DC-10 ad Ibiza nella serata ‘Paradise’ di Jamie Jones, lo Zig Zag a Parigi e l’EGG a Londra. Questi sono i posti che indubbiamente ci sono più rimasti nel cuore. A giugno torneremo per la quarta volta all’EGG, un club fantastico dove si crea un’atmosfera incredibile e non vediamo davvero l’ora!
C’è molto movimento in questo periodo intorno alla Snatch! Records di Riva Starr, sulla quale è uscita anche la vostra “Please Don’t Stop” prodotta insieme ad Anek. Pensate che questa label, anche attraverso i suoi vari e apprezzato showcase, possa contribuire allo sviluppo di una nuova corrente house?
La Snatch! è cresciuta in maniera esponenziale soprattutto nell’ultimo anno e noi siamo felici di farne parte integrante. Come già successo per l’edizione del BPM appena trascorsa, la label ha in programma altri showcase quest’anno in giro per l’Europa, quindi ci saranno diverse occasioni in cui Riva Starr e tutti gli artisti coinvolti avranno modo di divulgare ancor di più il suono di un team principalmente italiano. Già da qualche mese siamo entrati a far parte del loro management: Miky e Gabri nello specifico si occupano di noi ed oltre a relazionarci con delle persone estremamente professionali, abbiamo trovato anche dei nuovi amici con i quali si è già creato uno spirito di gruppo unito ed un team di lavoro affiatato.
Avete già messo gli occhi su qualcuno per quanto riguarda future collaborazioni per produzioni?
Abbiamo recentemente realizzato due brani con il duo Anek: il già citato “Please Don’t Stop” è stato inserito un paio di settimane fa nel Sampler BPM della Snatch! e ci sta dando notevoli soddisfazioni anche a livello di vendita, mentre il secondo brano, “Aplomb”, troverà casa sulla Get Physical e verrà pubblicato a marzo. Abbiamo altre due collaborazioni in corso al momento che vedranno la luce in due differenti EP quest’estate, ma per adesso preferiamo mantenere il segreto. Potrete scoprire i dettagli seguendo la nostra pagina, dove presto daremo tutte le news.
Che progetti avete per l’estate? C’è qualche piccolo segreto che vorreste condividere con noi?
Abbiamo un calendario interessante per i prossimi mesi che oltre alle date Italiane includerà alcune tappe in UK, a Londra, Manchester e Penrith, e parteciperemo ad un grosso festival che sarà annunciato più avanti. Torneremo a Berlino, Miami, Glasgow, e saremo al Sonar di Barcellona. Inoltre attualmente siamo in trattativa con dei promoter in Argentina e Australia, Paesi dai quali abbiamo avuto delle richieste per dei mini tour, quindi, come si suol dire in queste occasioni: fingers crossed!