Da tempo Asian Fake si è dimostrata una delle realtà più interessanti d’Italia: e sono qualità che vanno anche al di là delle scelte musicali, o meglio, esse ne sono solo una delle tonalità possibili. Perché il loro lavoro di innovazione in quella intersezione che sta tra hip hop e pop è davvero notevole: lì dove da un lato ci sono i Fedez, i J-Ax, i troppi rapper che interpretano questa commistione inseguendo in primis la paraculata, la cassa in quattro slavata o la latinoamericanata, ciò che viene fuori dall’hub creativo di Asian Fake è invece sempre particolare, con un “twist” strano, atipico, metropolitano, anche sfuggente. Poi i dischi possono venire fuori meglio o possono venire fuori peggio (in molti casi comunque sono venuti fuori proprio bene), però nomi tipo – facciamone un paio – Venerus o Coma Cose hanno veramente portato qualcosa di nuovo sul piatto. E l’hanno fatto con stile.
Ecco, appunto: “stile”, o anche “creative hub”. Non abbiamo usato queste due parole a caso, perché la roba bella di AF è che ragiona tantissimo in termini di “creatività integrata”. Filippo Palazzo e Yuri Ferioli, i due fondatori della faccenda, a cui poi si è aggiunto come direttore artistico della label discografica l’ottimo Frenetik, hanno subito scelto di non fare “solo dischi” ma di lavorare a trecentosessanta gradi sull’immaginario (vedi anche la cooptazione di un talentuosissimo fumettista come Marco Locati).
Questo si traduce in scelte spesso particolari ed interessanti. L’ultima in ordine di tempo può veramente dare la svolta la panico da “regalo last minute” (…sì, non fate finta di nulla, non avete mica ancora finito di fare tutti i regali, e siete disperati), almeno se siete a Milano e Roma. E’ lì infatti che Asian Fake ha avuto la pesata di aprire due temporary store (via Marco Formentini 4/6 in Brera per la città lombarda, Via dei Banchi Nuovi 10 nella capitale): uno scrigno di oggetti interessanti, di attenzione a spunti visivi ed arti grafiche. Fateci un salto: potreste davvero trovare qualcosa di bello e particolare. I due store restano aperti fino a domani 24 dicembre, ore 20: la ricerca disperata di regali in corner, ora che è troppo tardi anche per scaraventarsi su Amazon, potrebbe avere la svolta giusta. E questo grazie ad una label che riesce davvero a pensare “a lato” rispetto a quasi tutti gli altri. Bravi.