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[tab title=”Italiano”]Nel 1995 compare sul New York Times un articolo intitolato “The Next Miles Davis May Be On This Page”. L’autore era Stephen J. Dubner, giornalista americano diventato poi famoso per il suo libro “Freakonomics, Il calcolo dell’incalcolabile” del 2010. Nel pezzo si tessevano le lodi di un talentuoso trombettista di 21 anni, che durante un saggio era stato presentato dalla sua insegnante, Betty Carter (una delle più grandi voci jazz femminili della storia), come “un veterano che prenderà presto il volo per conto suo”. Il suo nome era Peven Everett…
Un attimo.
Stiamo parlando dello stesso Peven Everett che l’anno dopo, nel 1996, firma con Roy Davis Jr. la hit “Gabriel”, che ancora oggi rappresenta un inno della storia Garage Uk? Ebbene sì, e quella hit la balliamo volentieri ancora oggi. Ma non solo. Peven Everett ha prodotto con successo album jazz, funky, soul, hip hop, broken beat in un incredibile stream di ispirazione musicale senza fine. Suona con abilità almeno 50 strumenti, ha una voce irresistibile, uno stile innato ed è dotato di un intuito per la melodia fuori dal comune. Peven Everett, d’altra parte, è nato in una famiglia che viveva di musica, ad Harvey, in Illinois, una cittadina poco distante da Chicago. La madre lo scoprì mentre suonava degli oggetti nel salotto di casa. Non parlava ancora. Ma oggi fa anche quello, e la sua filosofia è incredibilmente soul, ineccepibile, e sono le tue domande che seguono le sue risposte. Non viceversa.
Peven tu sei nato come un giovane talento. Quando avevi 7 anni, eri già famoso grazie alle tue doti musicali. Cosa pensi di aver imparato dalla tua infanzia da star?
Ho imparato l’importanza della prospettiva, della visuale, del punto di vista. E spesso questo aspetto è tutto quello che possiedi veramente.
Dove si trova il tuo studio?
Chicago, Illinois. Credo che il numero civico sia il 12. Gli strumenti occupano gran parte dello spazio.
Negli ultimi anni hai avuto l’opportunità di suonare con Dizzy Gillespie, Betty Carter, Wynton Marsalis. C’è un qualche musicista che stimi con cui non hai ancora suonato?
Sì, senza dubbio, ma sono convinto che dovrei parlare con queste persone prima di citarle pubblicamente. Le grandi menti sono spesso attratte l’una dall’altra. Mi auguro che questo possa succedere anche tra me e le persone con cui mi piacerebbe suonare. E’ un business intelligente.
Qual è stato il tuo primo approccio alla musica elettronica?
Sono un figlio degli anni ’90, proprio quando la musica elettronica ha davvero iniziato a guadagnare campo fuori dai club. Ho scoperto l’elettronica attraverso mio fratello. Il suo amore per la disco e la house music è stata la chiave della scoperta della mia musica elettronica. Sapevo che avrei potuto esprimermi anch’io in quel modo, ma lo volevo fare in modo unico, volevo creare qualcosa di esclusivo. A nessuno piacciono gli avanzi quando sono troppo vecchi.
R’n’b, jazz, house, hip hop, two step, neo soul, broken beat. Quando qualcuno cerca di ingabbiarti dentro un genere o una categoria, tu riesci a fuggire. Una volta ho letto che un artista che suona due diversi generi musicali parla due lingue. Tu quante lingue parli?
Io parlo solo una lingua, la lingua dell’amore.
Ti sei molto arrabbiato per come Pharrell e Robin Thicke hanno risposto alle accuse di plagio (Got To Give It Up di Marvin Gaye/Blurred Lines di Pharrell e Robin Thicke). Cosa faresti se scoprissi che qualcuno ha ti rubato una melodia?
Tratterei la faccenda con molta attenzione e tanta cura. Questo è sicuro.
Cosa significa per te essere melodico?
Secondo me essere melodico significa saper creare collegamenti. I collegamenti sono una conferma, e la conferma non è necessariamente collegata all’esposizione. Si può avere l’una senza l’altra, ma è meglio averli entrambi, da artista.
Hai un rapporto molto speciale con il tuo pubblico. Nei tuoi show si crea una totale simbiosi con le persone che sono venute ad ascoltare la tua musica. Qual è il ruolo del pubblico nei tuoi live show? Che cosa significa per te?
Il pubblico sarà sempre la mia famiglia. Quando un mio fan ascolta la mia musica è spesso da solo, i miei show servono per riunire tutti nello stesso posto e farli divertire insieme. Io li faccio divertire e loro mi restituiscono il favore. Non c’è niente di più bello che la vista di un sorriso sul viso di una persona con il cuore aperto. Se amo questo lavoro lo devo solo alle persone.
Recentemente parlando di Chicago hai detto che “…è una città di musica, piena di musicisti ma che esiste una categoria di persone che odia ciò che fanno i musicisti…” Cosa sta succedendo a Chicago? Stai per sfatare un mio mito…
Gli uomini competono su ogni genere di cosa, parlando ognuno dal proprio punto di vista culturale, storico e romantico. Lo abbiamo sempre fatto. La percezione si basa sulla conoscenza. Più verità possiedi, più potrai fare a meno di sacrificare l’essenziale del carattere maschile. Le qualità che non fanno parte dei tuoi desideri sono spesso nascoste ad occhio nudo. Cosa c’è nell’oscurità del buio fino a che non punti una luce su di esso? Nulla, ci vuole coraggio per illuminare il buio.
E cosa c’entra questo con la musica di Chicago? Mi era sembrato che tu ti fossi riferito ad una polemica tra deejay e produttori, mi sbaglio?
Deejays e artisti rappresentano gruppi separati ed entrambi questi gruppi meritano grande attenzione. L’orgoglio non può avere la priorità sul progresso. Potrebbe essere dispendioso e pericoloso. Alcuni ritengono che il talento sia qualcosa da temere, piuttosto che da capire.
Spostiamoci in UK. La Gran Bretagna è stata per te una terra di successo musicale nei primi anni del 2000. Che cosa è cambiato in meglio e in peggio nella scena musicale inglese underground da allora?
Dovrei avere una maggiore conoscenza della Gran Bretagna per rispondere bene a questa domanda. Se il Regno Unito è cambiato nel corso degli anni o meno, non lo so, ma ho intenzione di dimostrare ai miei fan che avevano ragione a seguirmi già 15 anni fa e agli altri che si sbagliavano a non farlo. Io sono solo ad un “peveneverett.net” di distanza.
Quali sono i tuoi progetti per il 2015?
Voglio fare ciò che nessun uomo ha mai fatto musicalmente e voglio farlo bene.[/tab]
[tab title=”English”]In 1995 an article entitled “The Next Miles Davis May Be On This Page” appears in the New York Times. The author was Stephen J. Dubner, an american journalist who became famous in 2010 for his book “Freakonomics, A Rogue Economist Explores the Hidden Side of Everything”. Inside the article he sing the praises of a 21 years old talented trumpet player, which was introduced before a concert by his teacher, Betty Carter (one of the greatest female voices of Jazz history), as “a veteran who will be flying off on his own soon”. His name was Peven Everett…
Hang on.
Are we talking about the same Peven Everett that a year later, in 1996, signing with Roy Davis Jr. the super hit “Gabriel”, and still represents a hymn of Uk Garage history? Yes, and we use to dance that hit track still today.
But that’s not all. Peven Everett has successfully produced jazz, funky, soul, hip hop, broken beat albums, in an incredible never ending stream of musical inspiration. He plays proficiently 50 instruments, he has an irresistible voice, innate style and an out of the ordinary flair for melody. Peven Everett, on the other hand, was born into a musical family, in Harvey, Illinois, a small town not far from Chicago. His mother discovered him while playing some objects in their living room. He was still not speaking. But today he is also a great speaker, and his philosophy is incredibly soulful, exemplary, and it seems like your questions following his answers. And not vice versa.
You were born as a talent. When you were 7 years old, you were famous for your musical gifts. What resulted in your childhood all this fame? Was it all positive or you’ve found a kind of negativity on this special musical path?
I’ve learned the importance of perspective. It’s often times all you have.
Where is your studio located?
Chicago, Illinois. I believe the number is at 12 now. Instruments take up a lot of space.
In recent years you had the opportunity to play with Dizzy Gillespie, Betty Carter, Wynton Marsalis. Is there any musician you have not played with but you would love to?
Yes, without question but I feel like I should speak with those people first before publicly discussing those people. Great minds are often drawn to each other. I hope that’s the case with me and those I’d love to work with. It’s smart business too.
What was your first approach to electronic music? What was the moment when you thought those sounds were a good field you could express on?
I’m a child of the 90s when electronic music really started to gain some heavy steam. outside of the clubs. I found the music through my brother. His love for disco and house were really key to my disovering electronic music all together. I knew I could do it but I wanted to be able to bring something unique to the table. Nobody likes left overs when they’re too left over.
R’n’b, jazz, house, hip hop, two step, neo soul, broken beat. When someone tries to lock you up into a genre or a category, you escape. I once read that an artist who plays two different musical genres speaks two languages. How many languages do you speak?
One language. Love.
You’re angry a lot about how Pharrell and Robin Thicke replied to accusations of plagiarism (Marvin Gaye’s Got To Give It Up/Pharrell Robin Thicke’s Blurred Lines). What would you do tomorrow if you found out that someone has stolen a melody to you?
Handle it with care. That is for sure.
What does it mean to you to be melodic?
What it means to me to be melodic is to connect. Connection is confirmation but confirmation is not necessarily connected to exposure. You can have one without the other but it’s best to have both connection and exposure as an artist.
You have a very special relationship with your audience. In your live you create a complete symbiosis with the people who came to listen to your music. What is the role of your audience in your liveshows? What does it mean for yourself?
The audience will always be my family. Alone they listen to me but my shows are about getting everybody who likes my music in the same space for their enjoyment. I enjoy them and they return the favor. There’s nothing more beautiful than the sight of a smile from a person with an open heart. I love this job because of the people.
You recently said “Chicago is a music town full of musicians and that has created a sector of men who hate what musicians can do.” I do not want to talk about what happens in Italy with art and music, because I think it is really a murder, and especially going from very long time. What about Chicago? What’s happening? You have dispelling my myth saying that.
Men compete about all kinds of things but speaking from a cultural, historical and romantic stand point, we always have. Perception is knowledge based. The more truth you have, the better you navigate without having to sacrifice the essentials of the male character. The undesireable qualities are often hidden from plain view. What’s in the dark stays in the dark until you cast a light on it but it takes courage. Deejays and artists have separate legacies and both deserve great attention. Pride can not take priority over progress. It’s costly. Some feel that talent is something to fear rather than understand.
Britain has been for you a land of musical success back in the first years of ‘00. What has changed in your opinion for the better and the worse thing in the underground english music scene since then?
I’d have to be a person with knowledge of a local in order to answer that question in a way to move this topic forward. Whether the UK has changed over the years or not, I don’t know but I intend to show the fans they were right and others they were wrong. I’m only a peveneverett.net away.
What are your plans and projects for 2015?
My plans are to do what no man has ever done musically and look good doing it.[/tab]
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