Micheal Vater meglio conosciuto come Phonique, rappresenta da un decennio ormai collaudato un pezzo importante della deep-house a livello mondiale con il suo stile accattivante e coinvolgente. Da profondo conoscitore della vita notturna berlinese e del movimento house, negli anni è riuscito a ritagliarsi un posto importante sulla scena europea ed anche mondiale e si è concesso alle nostre domande. Magari in molti potrebbero sentire disattese alcune aspettative leggendo quest’intervista, ma quanto meno risulta essere sincero facendoci comprendere come fondamentalmente il soldo muova tutto questa baracca!
Ciao Micheal, è un piacere averti qui su Soundwall… potresti presentarti a noi e dirci come hai iniziato a fare il dj? Da cosa deriva il tuo nome? E da quale scena provieni?
Ho iniziato essendo un fan della musica house, collezionavo un sacco di dischi e per mia soddisfazione personale producevo i miei primi dj-set. Durante il periodo in cui organizzavo e promuovevo le serate (a Berlino nda), non ero contento di come i dj delle serate da me organizzate si cimentavano con il warm up, erano troppo pompati e veloci, così ho deciso di farli in prima persona. Quando poi ho iniziato a fare djing in maniera più intensa, ho avuto necessità di scegliere un nome e volevo qualcosa che fosse unico (unique) e Phonique mi sembrava un nome molto vicino a unique.
Il tuo stile risulta molto particolare e riconoscibile… una stupenda contaminazione di house, funky, deep e cosa importante, sembra che nel tempo questo stile non sia variato con le tendenze. Credi che quest’attitudine di rimanere “nel proprio” sia stata persa da molti dj in maniera tale da far accrescere la loro fama?
Bhè anche io credo di essere cambiato e migliorato durante la mia carriera, si cerca sempre di andare verso il meglio, ma sono sempre stato un amante della deep e della disco, perciò la mia musica è sempre direzionata su questi binari. In qualche modo la deep-house è ritornata ad essere popolare, il che è positivo per il mio booking personale; nel 2008 quando ho vinto 2 premi come miglior dj deep-house, ho pensato che fosse davvero un peccato che non ci fosse interesse nei confronti della deep, ma sono felice di essermi sbagliato.
Ascoltando la tua produzione è davvero massivo l’utilizzo di vocals o il featuring con cantanti come Earlend Oye (Casualties, For the time Being) o Ian Whitelaw (You, that i’m with), nell’LP “Good Idea” per esempio la maggior parte delle tracce hanno dei vocal; nel processo produttivo tu parti con l’idea che la traccia debba avere il vocal o è qualcosa che aggiungi sulla traccia strumentale?
Generalmente ho qualche idea su come debba suonare una traccia, dopodiché decido di chiedere l’ausilio per un vocal e a chi, sempre se secondo me la traccia necessita o meno di una parte cantata ed è chiaro che si va a modulare la parte strumentale rispetto al vocal.
Puoi parlarci del tuo processo creativo e del setup che adotti per i tuoi eventuali live shows?
Dagli inizi del 2001 lavoro con Tigerskin (aka Dub Taylor, Korsakow nda) che è un genio nello studio di registrazione. Io arrivo con le idee e lui con la conoscenza e le “macchine”, abbiamo tutti i tipi di hardware ma di solito utilizziamo Cubase. Attualmente non faccio live shows e durante le mie performance utilizzo due Pioneer cdj 2000 accoppiati al software Rekordbox su chiavette usb.
Il 2004 è riconosciuto come l’anno in cui la tua carriera ha svoltato, il lancio di “The Red Dress” e “Identification” su Dessous (etichetta discografica di Steve Bug nda) ti hanno portato ad essere conosciuto a livello globale. Puoi parlarci dell’incontro fra il tuo animo groovy/deep house e quello minimale di Steve Bug? E come è cambiata velocemente la tua vita?
La mia vita è cambiata in poche cose perciò non ho mai realizzato effettivamente. Steve è un grande dj ed un ottimo “capo”, ma è anche un amico, spesso giochiamo insieme a beach volley e ci ritroviamo spesso al Melting Point Record Store (Kastanienallee 55, a Berlino) per comprare vinili. Lavorare con lui è sempre un piacere!
Come detto precedentemente, il tuo stile è riconoscibile verrebbe da dire ascoltando una canzone come le tue che sono “in stile Phonique”, molto morbido, molto fluido… hai mai pensato di mandare avanti la tua etichetta (Ladies and Gentlemen, 2007) in maniera tale da direzionare il mercato verso la tua direzione?
Bhè in effetti l’etichetta nata nel 2007 è amministrata dallo stesso management della Dessous e della Poker Flat (entrambe fanno capo a Steve Bug nda), negli ultimi 2 anni l’ho un pò tralasciata perché ero troppo impegnato in giro, ma abbiamo alcune tracce micidiali da rilasciare e nell’ultimo periodo è uscita la compilation “Time For House 2”.
Per me, molti lettori italiani e non, Berlino rappresenta la Mecca per la musica elettronica per molte delle sue sfaccettature… per un dj che è stato resident del Tresor e ancor prima organizzatore di serate cosa è cambiato nella scena di Berlino? Quali sono gli effetti negativi (se ce ne sono) della globalizzazione della musica elettronica? Cosa salvi della nuova scena e cosa invece non?
L’unico aspetto negativo che trovo da questa esasperazione della scena berlinese è che ormai in ogni club si trovano sempre grossi nomi. Tornando indietro nel tempo le serate con i resident erano molte di più, ricordo che Dixon e Mitja Prinz suonavano ogni secondo sabato del mese al vecchio “Wtf-Club” di Berlino (ora chiuso e riconvertito dal 2010 nel “The 305” nda) e le guest arrivavano quasi ogni 2 mesi e comunque la gente arrivava per sentire i resident. A parte questo, qui è tutto perfetto, abbiamo grandi dj che suonano per 6 giorni a settimana e i club fanno un gran bel lavoro.
Cosa possiamo aspettarci da Phonique in questi anni? Un movimento anche per te in direzione delle sonorità techno che stanno contraddistinguendo il mondo dell’elettronica in quest’ultimo periodo?
È naturale anche per me suonare qualcosa che sia un po’ più tech, ma sempre con un sapore di deep e avvolgente house, non vedo il perché dovrei cambiare il mio stile; la deep-house mi va abbastanza a genio.
La top 5 delle “Tracce Che Non Riesci A Toglierti Dalla Testa”, le tracce più amate e che ti hanno avvicinato al mondo dell’elettronica:
Recentemente ho fatto una lista delle canzoni che più ho amato negli ultimi 15 anni: Metro Area – Caught Up, Steve Bug – Loverboy, Ten City – That’s The Way Love Is, Mr.Fingers – Can You Feel It, Daft Punk – Around The World, Oliver Cheatman – Get Down Saturday Night, Massive Attack – Unfinished Sympathy.
English Version:
Michael Vater better known as Phonique, represents since a decade an important piece of deep-house in the world with its eye-catching and warm style. By connoisseur of Berlin nightlife and house movement, over the years has managed to carve out an important place on the European scene as well as the world and has answered to our questions. Perhaps reading this interview many may feel disappointed some expectations, but at least he has been honest making us understand how the penny moves all this cabin!
Hello Micheal, nice to have you on Soundwall. Could you be host of youurself and tell us about the beginning of your career like dj? From what you take your name? and the scene from where you come from?
I started just as a fan of housemusic, collected lots of records and made my own little dj mixes for my personal fun. At some point when I was promoting parties I started to do the warm up at the parties as I wasnt happy with the other djs doing a too fast and pumping warm up. When I djed more often I had to pick a dj name, so I went with something unique – somehow phonique was very close to unique.
Your music style is really particular and recognizable… a wonderful contamination of house, funky, deep and the most important thing is that in these years you haven’t changed it to move with times. Do you think that this is an attitude that most of all dj’s in these years have lost in order to increase their approval?
Well I think I also changed or improved during my career, you always try to get better. But I was always a deep and disco lover, so my music always has this flair. Somehow deephouse became popular again, which is good for my booking situation. When I won 2 awards in 2008 as best deep house dj, I thought its pretty useless as nobody cares about deephouse, but I am happy I was wrong.
Listening to your production is really massive the usage of vocals or the featuring with singers like Earlend Oye or Ian Whitelaw, in the “Good Idea” LP the tracks principally have vocals; do u start producing the track thinking to the singed part or it’s just like something you add after the dub track is complete? And what a vocal or a singer add to a track?
Usually I just have some idea and then decide later which vocalist to ask, if I think its a track which might work with vocals. Then when having the vocals it can happen, that we adjust the instrumental to the vocals.
Could you tell us about your music production process? Your equipment and the setup that use in your live shows?
In the studio I am working together with Tigerskin since the beginning in 2001. he is the studio mastermind. I just come with the ideas and he got the knowledge and the equipment. We got all kinds of hardware, but mainly producing with cubase. I dont do live shows, so I just dj nowadays with pioneers cdj 2000’s and the rekordbox software on the usb sticks.
The 2004 is appreciated like the focus point of your career, the release of “The Red Dress” and “Identification” on Dessous has brought you to be one of the most appreciated producer worldwide… could you tell us about your encounter between your groovy-deep house style and the minimal soul of Dessous owner Steve Bug? And also how fast is changed youur life from there?
Ah, my life only changed in small steps – so I never realize it. Steve is a great dj and labelhead, but also a friend. We play beachvolleyball together or meeting at the melting point recordstore to buy vinyls. Working with him is always a pleasure!
As we say before, your style is really recognizable, listening a track like yours, someone could say “It’s in Phoniquy style”, really smooth, fluid… have you ever thought to take advantage with your own label in order to push the market in the direction of your music?
Well I run my own label “Ladies & Gentlemen”, which is managed by the same company as dessous or poker flat. It was a bit quiet the past 2 years as I was to buzy with touring, but we have many killer releases coming up and just released the compilation “Time For House 2”.
For me and most of our Italian and European readers, but maybe worldwide, Berlin represent our “Mecca”, from a dj who’s been night club organizer’s, resident of Tresor,etc… what is changed in the these years in the Berlin clubbin scene? What effects are most negative (if there are) linked to the globalization of electronic music? What would you trash about the new Berlin Scene and what you save?
I have to say the only downside to the berlin hype is that all clubs have big name djs playing there all the time. Back in the days you had more resident nights. Dixon and mitja prinz were playing every second saturday at the old wmf club and they had a guest dj every 2 months or so, but people came to just listen to dixon and mitja. Besides that all is perfect here- we have many great djs playing here 6 days a week. Many clubs doing a great job.
What we could aspect from Phonique in these years? A movement in the direction of techno like many djs are doin in this historic moment?
I play kinda tech house it the place is right, but it will always have a touch of deep and warm house. But usually I dont see a reason to change my personal style. Deep house is working well for me!
Your Top 5 list of how I call “Tracks That Can’t Get Out Of Your Head” your beloved tracks ever, that get you closer to this electronic world:
Ha, I just recently made a list of tracks which were important for me over the past 15 years: Metro Area – Caught Up, Steve Bug – Loverboy, Ten City – That’s The Way Love Is, Mr.Fingers – Can You Feel It, Daft Punk – Around The World, Oliver Cheatman – Get Down Saturday Night, Massive Attack – Unfinished Sympathy.