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[tab title=”Italiano”]El País l’ha chiamato “El chico de oro de la electrónica española”, suona con John Talabot e segue gli XX in tour. Stiamo parlando di Miguel Barros, nato a Madrid, meglio conosciuto come Pional. Viaggio attraverso gusti, curiosità e influenze del produttore spagnolo.
Iniziamo con due parole: “Invisible/Amenaza”, la tua prima uscita su Young Turks. Possiamo dire che è il tuo lavoro più completo?
In un certo senso sì, forse questo è stato il lavoro a cui ho dedicato più tempo. A “Invisible/Amenaza” ho dedicato più tempo di quanto io non sia abituato a fare, scrivere i testi, comporre la musica, fare un buon art work, etc. Di solito lavoro velocemente, non sto troppo tempo a pensare sulle cose e cerco di terminare tutto il prima possibile, a patto che io sia contento del risultato. Quest’anno ho imparato a prendere tutto con calma, fare le cose con tranquillità e pensare bene a quello che faccio.
A proposito di Young Turks, com’è stato suonare con gli XX?
Quando a me e Uri (John Talabot) hanno chiesto se volessimo fare il tour Coexist siamo rimasti di stucco, non avevamo mai fatto un tour con queste caratteristiche, suonando quasi quattro mesi, tutti i giorni, senza mai fermarsi. É stato veramente stancante, anche se l’esperienza di girare tutta l’America e l’Europa con loro è stata incredibile. Oltre a conoscere molti posti mai visti prima, abbiamo avuto anche l’onore di suonare in sale in cui non avevamo mai suonato, locali molto grandi, alcuni da 7000 persone. In questo tipo di tour apprendi molto, sia a livello personale che professionale. Sia con loro che con la casa discografica (Young Turks/XL) avevo già delle relazioni personali, così è stato tutto più semplice.
Sappiamo che sei un buon musicista e non ascolti molta elettronica. Quali sono i tuoi artisti preferiti? E quello che più ti ha influenzato?
Ascolto tutti i tipi di musica, dedico molto tempo all’ascolto di nuovi gruppi, nuovi artisti o anche roba vecchia che scopro col tempo. In generale, ascolto molta R&B, anche se l’elettronica è sempre presente, soprattutto ora che faccio anche djset, mi piace stare al passo con le uscite o con i pezzi che mi passano gli amici, così dopo posso suonarli. Ammiro molti artisti, ma se dovessi nominarne qualcuno direi Little Dragon, Caribou, Four Tet, passando per Jazmine Sullivan o Beyonce.
Hai fatto il tuo primo dj set a Berlino. Com’è stato?
Sì, a Berlino ho fatto il mio primo dj set, al club Renate. É stato veramente bello, anche se a Berlino è facile, il pubblico rende tutto più semplice, è gente che si dedica e si diverte con la musica. É stato nel 2012 se non mi sbaglio, non avevo mai suonato prima, nemmeno in casa. (ride). Da quando ho iniziato con questo progetto mi sono concentrato sui live (il primo è stato nel 2011 a Copenhagen).
Potremmo dire qualcosa sulla tua musica? E’ vero che usi citazioni dai film?
Più o meno sì, per un po’ di tempo ho usato frasi di diversi film e serie televisive. Stavo lavorando per la serie Lost e avevo a portata di mano i copioni degli episodi, perciò mi veniva tutto più facile al momento di fare musica e trovare frasi rapidamente, senza doverle scrivere. Ora però non lo faccio più, è stata una tappa all’inizio. (ride)
Parliamo di John Talabot, avete prodotto insieme anche con il nome “Lost Scripts”, siete la coppia perfetta, com’è lavorare con lui?
Ci sentiamo a nostro agio quando lavoriamo insieme. Abbiamo gli stessi gusti musicali, ma al momento di lavorare siamo molto diversi, quindi il risultato è molto interessante. Lui è una persona con molte idee in testa, ne sa tantissimo di musica elettronica, io invece sono più musicale, più melodico, etc. così la combinazione è perfetta. Dopo aver lavorato insieme su diverse cose, remix e sulle due tracce del suo album ƒIN (Destiny y So Will Be Now), abbiamo deciso che era arrivato il momento di trovare un nome per un progetto congiunto, in modo tale che non ci si dovesse sempre relazionare ai nostri progetti paralleli (John Talabot & Pional). Da lì è nata l’idea dei Lost Scripts e il nome del progetto, come è evidente, viene da ciò che ho detto prima sui copioni e sulla serie Lost.
El País ti ha chiamato “Il ragazzo d’oro dell’elettronica spagnola”. Cosa ne pensi del panorama
della musica elettronica in Spagna?
In questo momento è arrivato a un punto molto interessante, ci sono molti nuovi artisti, veramente bravi. Il problema che abbiamo in Spagna è che non ci sono molti spazi dedicati alla musica elettronica. Piano piano sembra che ce ne siano di più, però è un qualcosa che deve migliorare. Per quanto riguarda gli artisti, qui ci sono produttori bravissimi come Talabot, Kresy, Mistakes Are Ok, Downliners Sekt, Marc Piñol, etc.
A Barcellona ci sono due tra i festival più importanti d’Europa, come il Primavera Sound e il Sónar. Credi che la città possa arrivare ad avere lo stesso ruolo di Berlino o Londra?
Io sono nato e vivo a Madrid, però negli ultimi anni sono stato più a contatto con Barcellona, perché ho molti amici che vivono lì. Credo che ogni città abbia la propria identità, tanto Londra come Berlino sono due riferimenti a livello mondiale. Berlino è più correlata alla techno e Londra alla sua scena “house”. Barcellona, personalmente, non penso sia al livello delle due città quanto a una tipologia musicale e ad una scena in concreto, però è una città piccola, con molti giovani e con molto pubblico, sia locale che straniero e credo che, grazie alla presenza di due tra i migliori festival europei o addirittura potremmo dire mondiali, Barcellona sia una città molto ambita, soprattutto nei mesi di maggio e giugno.
Hai suonato in festival come il Club To Club di Torino e lo Spring Attitude di Roma. Come sono state le tue esperienze italiane?
Sì al Club To Club e allo Spring ho suonato con Talabot, e, a parte queste, nell’ultimo anno ho avuto la fortuna di vedere molte città che non conoscevo, come Verona, Torino, Milano e Roma. In tutte sono stato come minimo 2 volte. Ogni volta che vado, non vedo l’ora di andare a mangiare, adoro la cucina italiana.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
In questo momento sono in studio a lavorare su materiale nuovo. Mi piacerebbe iniziare il prima possibile con il nuovo album.[/tab]
[tab title=”English”]El País has called him “The golden boy of spanish electronic music”, he plays with John Talabot and goes on tour with The XX. We’re talking about Miguel Barros, born in Madrid, better known as Pional. Journey through the tastes, curiosities and influences of the spanish producer.
Let’s begin with two words Invisible/Amenaza, your first release on Young Turks, can we actually say that this is your most complete work?
In a certain way, yes, probably this is the work for which I spent most of the time. I’ve dedicated to invisible/Amenaza more time than I usually employ for writing texts, making music, doing a good artwork, etc. Normally I am very fast at work, I don’t spend too much time on thinking about things to do and I try to finish everything as soon as possible, as long as I’m satisfied with the result.
Talking about Young Turks, how has been playing with XX?
When they asked me and Uri (John Talabot) if we wanted to take part to the tour Coexist we were speechless, we had never been in a tour like that, playing everyday, almost four months, without stopping, it has been very tiring, even if the experience of turning around America and Europe with them has been incredible. A part from knowing a lot of places never seen before, we had the honour to play in auditoriums in which we had never played before, some very big places, some of which could contain up to 7000 people. In this kind of tour you can learn a lot, both personally and professionally. Both with them and with the label (Young Turks/XL) I already had personal relationships, so everything has been easier.
We know you’re a good musician and you don’t listen to electronic music, who are your favourite artists? And who has influenced you the most?
I like listening to all kinds of music, I spend a lot of time listening to new groups, new artists or also old stuff that I discover time after time. Generally I listen to a lot of R&B, even if electronic music always present, above all now that I even do dj sets, I like being updated with the releases and the songs that I am given from my friends, so I can then play them. I admire a lot of artists, if I should nominate someone I’d say Little Dragon, Caribou, Four Tet, going through Jazmine Sullivan o Beyonce.
Your first dj set was in Berlin. How was it?
Yes, my first dj set was in Berlin, at Renate Club, it was really cool, even if in Berlin is easy, the public makes everything easier since there are devoted people that enjoy music, it was 2012 if I’m not wrong, I’d never had a dj set before, not even at home. (laughs). As soon as I started with this project I’ve always been concentrated on my live shows (the first was in 2011 in Copenhagen).
What could we say about your music? Is it true that you use movie quotes?
Yeah, More or less, I used quotes from different movies and series for a while, at that time I worked for the Lost series, I had the episodes scripts with me, so everything was easier when it came to making music and finding phrases quickly without writing them. Now I don’t do it anymore, it just was a phase at the beginning. (laughs)
Let’s talk about John Talabot, you’ve produced together also as Lost Scripts, you’re the perfect pair. How is to work with him?
We feel comfortable when we work together. We have the same music taste and when we work we’re so different, this makes the result very interesting. He’s a person with many ideas in mind, he knows a lot of electronic music, I’m more musical instead, more melodic, etc, and so the combination is perfect. After having worked together on different things, remix and two tracks of his album ƒIN (Destiny y So Will Be Now), we decided it was time to find a name for a combined project in such a way that we shouldn’t always connect to our parallel projects (John Talabot & Pional) there it has born the idea of Lost Scripts. The name of the project, obviously, comes from what I said before about the scripts and the serie Lost.
El País has called you “The golden boy” of spanish electronic music. What do you think about the electronic music scene in Spain?
Currently, it has reached a very interesting point, there are a lot of new artists, that are really good. The problem we have in Spain is the lack of spaces for electronic music, little by little it looks like we have more, but it’s something that needs to improve. Regarding the artists, we have some good producers like Talabot, Kresy, Mistakes Are Ok, Downliners Sekt, Marc Piñol, etc.
In Barcelona there are two of the biggest festivals in Europe, like Primavera Sound and Sónar, do you think that the city could reach the same role of Berlin or London?
I was born and I live in Madrid, but in last years I’ve been closer to Barcelona, because I’ve got a lot of friends who live there. I believe every city has its own identity, London as well as Berlin are both two references in the international scene. Berlin is more related to techno and London to its “house” scene. Personally, I think that Barcelona can’t reach the same level for sound and real scene, but it’s a small city, with a lot of young people and audience, both local and foreign and I think the presence of two of the best european festivals and probably say best in the world, makes Barcelona a city which is particularly important in may and june.
You have played at Turin’s Club To Club Festival and Spring Attitude in Rome. How was your Italian experience?
Yes I played both at the Club To Club and the Spring with Talabot and apart from this, last year I had the chance to see many cities that I didn’t know like Verona, Turin, Milan and Rome. I’ve been to these cities at least two times. Every time that I’m going there I can’t wait to go eating, I love Italian food.
What are your future plans?
Currently, I’m in the studio working on some new material. I would like to be ready as soon as possible with my new album.[/tab]
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