Se c’avessero detto che avremmo amato una canzone che si intitolava “1 2 3 Stella”, la nostra reazione sarebbe stato un colossale “MAH”. Non solo: troppo spesso abbiamo visto il riferimento retromaniaco all’estetica disco diventare una scappatoia “facile” e un po’ paracula, e nel video che accompagna la canzone suddetta di quest’estetica si fa saccheggio totale, anzi, mimesi: pare davvero qualcosa girato fra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80.
Per fortuna però la musica è più forte delle mode, o dell’idiosincrasia verso di esse: e allora ci è apparso chiaro, dopo la perplessità iniziale, che Alex Fernet è bravo davvero, “1 2 3 Stella” ha uno sviluppo molto interessante, è fatta e suonata molto bene, e il video fatto come è stato fatto è in realtà assolutamente perfetto per esaltare il pezzo in questa traduzione ed implementazione live, davvero perfetto. Insomma: il sospetto di bieco e furbo opportunismo è caduto in fretta, rimpiazzato dalla consapevolezza che ehi, tutto questo è molto gustoso.
Siamo quindi veramente felici di presentarvi in anteprima il video, girato da Riccardo Michelazzo. Racconta lo stesso Alex Fernet: “Il video è stato girato in occasione del compleanno di Nico Flaco (membro dello storico collettivo veneto Trash-Dance) alla Villa Clitorissima, un club assurdo a Bassano del Grappa dove ti sembra di essere in altri luoghi e altri tempi (è tutto rivestito di velluto verde); è stata una serata memorabile. Volevo ricreare interamente dal vivo “1 2 3 Stella”, che ha una produzione piuttosto elettronica, l’unico elemento “elettronico”, nel senso di non suonato, è la drum machine, un lavoraccio scriverla tutta. Riccardo Michelazzo, che ha girato il video (ed è autore della foto a corredo di questo articolo, NdR), lavora molto bene in VHS, quindi ho scelto lui anche per questo motivo, per dare una continuità rispetto al videoclip del brano”.
E’ tutto davvero gustosissimo. Complimenti a Costello’s e, in America, a Peoples Potential Unlimited per credere in questo progetto. Che gioca con la mode e i riferimenti “furbi” ma che, per qualità, può esserne più forte. E che ha anche una storia interessante: Fernet infatti è originariamente un musicista, originario di Bassano del Grappa. Inizia a suonare la chitarra all’età di sei anni; dai diciassette anni, entra a far parte di alcune band nel ruolo di cantante e chitarrista, tra cui Malus, Glincolti e Grappa, con i quali ha pubblicato diversi dischi e si è esibito in apertura a Interpol, Notwist, Calibro 35, Cosmo e Post Animal. Nel 2020 intraprende il suo progetto solista realizzando alcuni rifacimenti di brani soul e accompagnando con la chitarra i dj set di DJ Outback: una formula inusuale. Questa esperienza gli permette di avvicinarsi al mondo del clubbing e della dancefloor, così come di entrare in contatto con le sonorità del modern funk e del nu boogie che caratterizzano le sue canzoni in questa nuova veste artistica. Veste che però ha chiamato una ri-traduzione e re-introduzione nel formato live: e ci pare, come da video che vi presentiamo appunto in anteprima, davvero riuscita.