Chi sono i Planet Funk veramente? Ve lo siete mai chiesti? I più attenti di voi sapranno che nel collettivo c’è anche un dj piuttosto famoso, ma dietro ritornelli e strofe anglosassoni si nascondono personalità tutte italiane. Con tre album alle spalle hanno deciso di darsi una “scossa” avvicinandosi per la prima volta alla loro lingua madre, collaborando con Giuliano Sangiorgi dei Negroamaro. I Planet Funk ci descrivono il loro ultimo album “The Great Shake” e ci raccontano cosa significa essere una famiglia che “convive” da oltre dieci anni.
Possibile che dopo tre album alle spalle la gente ancora si stupisce quando provo a spiegargli che i Planet Funk sono un progetto tutto italiano che si divide tra Napoli e Frienze!? Che effetto vi fa questa cosa?
Ci stupisce ogni volta. D’altra parte è vero che fino a questo disco il cantato è sempre stato solo in inglese. Questo ci ha dato maggiori possibilità di esportare la nostra musica all’estero.
A proposito di Firenze, tra qualche giorno vi esibirete al Nextech dove presenterete l’ultimo album “The Great Shake” (anticipato quest’estate dal singolo “Another Sunrise”) cosa deve aspettarsi il vostro pubblico?
Nessun colpo di scena. Vorremmo che il pubblico seguisse il nuovo corso dei Planet Funk, un mix sempre più integrato di elettronica e rock.
Come mai la scelta di questo nome? Dopo tutti questi anni di attività la grande scossa è stata interna o è dedicata a tutti i vostri fan?
La grande scossa è stata all’interno e all’esterno. Ma “The Great Shake” è anche da intendersi come gran rimescolamento, un modo di mixare le nostre esperienze in tutti questi anni portando a un’evoluzione del nostro sound.
Da sempre scegliete di legarvi a diverse voci per i vostri brani, l’ultima è quella di Alex Uhlmann, ma non è l’unica di questo nuovo album. C’è anche Giuliano Sangiorgi dei Negroamaro, come è nata questa collaborazione? Vi siete divertiti?
Ci siamo divertiti. E’ stato un incontro molto spontaneo. Noi ammiriamo molto i Negramaro e anche Giuliano ha una certa passione per l’elettronica. E’ stato molto gratificante poter scrivere un pezzo insieme a Giuliano, tra l’altro l’unico pezzo in italiano dei Planet Funk.
In tutto questo chi sono davvero i Planet Funk? Quello che mi ha colpito del vostro ultimo video è proprio il legame che sembra esserci tra di voi… Potete descrivervi? C’è una personalità particolare nel gruppo? Un aneddoto che vi contraddistingue?
E’ un collettivo, un gruppo di lavoro e anche una famiglia, o tante famiglie. Non ci sono aneddoti da raccontare.
Giuliano e i Negramaro abitano tutti insieme in un casale, dicono sia meglio così, hanno un feeling tutto particolare… Voi come siete organizzati? Di solito siete sparsi per l’Italia presi dai vostri singoli progetti o cercate di passare molto tempo insieme?
Passiamo molto tempo insieme quando decidiamo di fare un disco, poi ci dividiamo, con i nostri deliri personali.
Quanto è cambiato attorno a voi lo scenario musicale dall’epoca dei primi lavori Planet Funk ad oggi? E intendo sia nel campo pop che in quello dance, visto che voi attraversate entrambi i contesti.
E’ cambiato tutto, la comunicazione, la discografia, la distribuzione. Ora sia il pop che la dance sono diventati di molto veloce consumo, senza la possibilità che si crei una fidelizzazione del pubblico come avveniva fino a non molto tempo fa. E’ tutto molto più veloce.
Onestamente: quando iniziò l’avventura Planet Funk, pensavate sarebbe stata così duratura?
No, pensavamo di iniziare un percorso e di seguirlo con passione. L’avventura PF è iniziata e si è evoluta ma non abbiamo mai pensato di attuare un progetto strategico sulle tempistiche del gruppo. Tant’è vero che sono passati cinque anni dal nostro terzo album di studio.