Ne hanno e ne abbiamo parlato molto del Live di Plastikman: questo alter-ego di Richard Michael Hawtin è uno di quelli che fa più parlare il mondo della musica elettronica, è uno di quelli che dà vita a discussioni senza fine, discussioni che spesso non portano a delle vere e proprie conclusioni. Questo perché da sempre, specialmente nella storia della musica, quando qualcuno fa qualcosa di veramente strano, particolare ed eccessivo (anche se in maniere diverse) fa parlare, fa storcere il naso e fa allo stesso tempo ragionare. Pensiamo alle idee, a quel tempo folli, che Mozart propose alla corte dell’impero asburgico o allo star in silenzio davanti ad un pianoforte per 4 minuti e 33 secondi di John Cage o a quando Miles Davis pubblicò l’album “Doo Bop” infuocando l’ira dei puristi del Jazz… Pensate alle reazioni del pubblico e della critica, o delle corti. Attenzione però, non sto assolutamente facendo paragoni fra artisti o dicendo cosa sia rivoluzionario e cosa non, ad ognuno il suo; sto invece cercando di ragionare su come in qualsiasi ambito, in qualsiasi momento della storia dell’uomo quando una cosa è per qualche motivo strana porta alle reazioni più disparate. In ogni caso è innegabile che quello di Plastikman sia un Live non dico rivoluzionario (quello sta a ognuno di noi deciderlo), ma che indubbiamente va oltre ciò che la nostra testa e il nostro corpo sono stati abituati a sentire. Richard porta alle grandi masse un concept live che prende l’ascoltatore e lo catapulta per 60 minuti in una nuova realtà, in un universo strabiliante dove qualsiasi cosa è mastodontica, dalle contrapposizioni (vedi quella fra l’artista con, apparentemente, un piccolo equipaggiamento e le dimensioni impressionanti dell’apparato scenografico), ai suoni, ai visual e agli obbiettivi dello show. Ora finalmente abbiamo la possibilità di capire nel profondo come funzioni questa spaventosa macchina, di capire veramente quale sia l’essenza di questo progetto. Plastikman ci ha raccontato in maniera a dir poco dettagliata cosa succede dietro a quella gabbia e l’unica parola che ci viene in mente è: IMPRESSIONANTE!
Ciao Richie, benvenuto nuovamente su Soundwall!
Iniziamo subito con il parlare di cambiamenti: che differenza c’è fra il Plastikman dello scorso anno e quello del 2011? Quali sono i cambiamenti che in questo live 1.5 interessano da un lato la musica di Plastikman e dall’altro tutto il concept e la struttura del live?
Il Live 1.5 si porta dietro tutto quello che abbiamo imparato nello scorso anno con la versione 1.0 dello show “Plastikman Live”. Dal punto di vista tecnico i computer sono stati sostituiti e potenziati. Alcuni controller come i Lemurs sono stati aggiornati per il software iPad e inoltre lo staff continua a creare aggiornamenti per Griid e Kapture. [Nota: Griid e Kapture sono un’app per Ipod e un plugins scritti dalla Liine Company].
Ma, sicuramente, i cambiamenti più evidenti sono quelli che riguardano ciò che lo spettatore vede e ascolta. Abbiamo lavorato su ogni singolo pezzo al fine di farlo suonare e vedere meglio… Siamo arrivati a nuove connessioni fra le novità di ogni traccia e i nuovi visual per la gabbia di LED. Abbiamo anche cambiato l’ordine di esecuzione dei brani e sostituito 2 pezzi vecchi con 2 nuove versioni al fine di dare all’intera esperienza del live maggiore energia e una maggiore continuità. Andando ad unire tutti questi piccoli cambiamenti abbiamo creato uno show che è molto più vicino alla mia idea originale rispetto al Live 1.0.
Abbiamo anche aggiornato l’applicazione Synk per iPhone (disponibile gratuitamente su iTunes) alla versione 1.5… Ora comprende un collegamento in tempo reale con una telecamera fissata nella gabbia e una chat per tutti gli appassionati che durante l’esibizione di Plastikman vogliono comunicare…. Inoltre la telecamera nella gabbia sfrutta un’inquadratura più frontale rispetto all’anno scorso e questo rafforza la connessione con il pubblico.
Come mai dopo tanti anni di Dj set sei tornato nuovamente anche ai live set con Plastikman? Quali sono le possibilità in più che Plastikman ti offre rispetto a quando ti presenti come Richie? Quali sono le diverse sensazioni che provi quando ti presenti in questi due diversi modi?
Plastikman è uno dei miei vari alter-ego… Penso che tutti noi siamo costituiti da un numero variabile di personalità, ed è proprio la combinazione di queste che genera il prodotto finale, quello che siamo veramente. Plastikman e Richie Hawtin sono le mie due personalità più forti.
Richie Hawtin è la mia figura più estroversa che si modella sulla base del pubblico, sulla base della musica e del contesto in cui mi trovo… Quando sono Hawtin il Dj, prendo in considerazione tutti questi aspetti, li fondo e cerco di esprimermi ogni volta in maniera diversa miscelando musica… Anche Plastikman certamente è influenzato da quello che lo circonda, ma è una figura che vive in una zona più profonda dell’anima di Richie Hawtin… Quando chiudo ogni porta e guardo nel mio profondo, quando guardo a quello che sono realmente, a quello che amo… In quei momenti Plastikman è la figura che più mi rappresenta.
Alcune volte capita di incappare in discussioni sull’utilità, sul fascino, sull’aspetto artistico e l’aspetto per così dire scientifico della tua musica, ovviamente poi tutto può concludersi con un classico e scontato “de gustibus”; ma concentrandosi sempre su Plastikman vorrei chiederti il tuo parere personale: cosa secondo te riesce ad un unire nelle tue sonorità ricerca e lato artistico, sperimentazione e musica? Spiegaci il concept della musica di Plastikman!
Plastikman è il progetto in cui mi sono sempre sentito veramente libero di andare in qualsiasi direzione. Ovviamente ci sono stati anche importanti brani forse più propriamente da dancefloor come Spastik, Krakpot, Spaz, ecc.. Ma quello che ho cercato di proporre con gli album è comunque un’esperienza incentrata sul suono. Voglio infondere dei mood nell’audience, creare atmosfere, voglio accompagnare il pubblico nei meandri più profondi di queste atmosfere. Alcuni chiamano questa cosa “sperimentazione” o “arte”, io la chiamo semplicemente così: “un’avvolgente esperienza sonora”. Plastikman Live è la continuazione di quest’idea, è infatti una forte esperienza audiovisiva che nella mia mente si presenta come la massima espressione di quel sentimento e senso estetico che appartenente al progetto Plastikman.
Trovo molto particolare l’accostamento dello stile che hai usato per il logo “Plastikman” al tuo sound, un sound freddo, carico di emozioni ma allo stesso tempo cibernetico che apparentemente si discosta un po’ dal logo. Perchè Plastikman? Raccontaci la storia di questo alias!
Il nome si è andato formando nel corso di una serie di party molto spinti organizzati durante il primo periodo di formazione della Detroit scene. C’era un gruppo di noi che ogni weekend usciva di casa per andare ad ascoltare musica, per prender parte a feste, per ballare e per sentire quella sensazione di libertà che c’era nell’aria. Un giorno eravamo tutti stesi sul pavimento, ascoltando con tutti noi stessi della musica e lasciandoci andare… Sprofondavamo nel pavimento, ci fondevamo, ci trasformavamo in un liquido proprio come della plastica calda… [sinking into the floor, melting, turning to liquid like hot plastic].
SYNK è l’app per iPhone ideata dal tuo team che permette al pubblico di interagire con te durante i live, di vedere la venue dalla tua prospettiva, di seguire la programmazione delle percussioni in tempo reale… Da dove proviene quest’idea? Non pensi che il pubblico si possa distrarre dal viaggio che proponi con il tuo show?
Telefoni cellulari e altri dispositivi possono sempre distrarre la gente dallo show… Ma è questo il mondo in cui viviamo. In ogni caso ho deciso che sarebbe stato interessante sfruttare la potenza di queste nuove tecnologie per offrire un nuovo livello di interazione che prima non era ancora possibile. Synk è il cavo che collega l’audience a Plastikman nella gabbia… Questa tecnologia basata sul touch è un ponte che colma quel vuoto fra me ed il pubblico, è un modo di sfruttare la tecnologia al fine di comunicare e connettere gli individui; questo è fondamentale perché ogni individuo è parte integrante dello show.
Che strumentazione usi quando ti trasformi in Plastikman?
L’intera esperienza è controllata da una versione personalizzata di Ableton Live/Max4Live che gira sul più potente Macbook Pro 17″ del momento (in realtà sono 2, 1 è di supporto al primo). Questo sistema è poi collegato ad una serie di RME e schede audio Marian che inviano 20 canali audio analogici a 2 mixer audio Midas (1 sul palco e 1 nel FOH [acronimo per Front of Stage]). Per gestire tutti gli altri dati (l’illuminazione, i visual, gli iPhone) abbiamo: un router Cisco sul palco che irradia le informazioni interessate, un hardware DMX che invia le informazioni Midi al software DMX e successivamente al mixer luci [nota: DMX è il protocollo di comunicazione Digital MultipleX in grado di gestire complessi sistemi di illuminazione anche in base alle frequenze audio in input]. Poi abbiamo 3 iPad su cui girano Griid, Kapture, Synk e TouchOSC e che mi permettono di interagire con Ableton, con i controlli di modulazione, campionamento/clip e con il ritorno di informazioni particolari… Ci sono anche un serie di fader analogici e 2 midi boxes personalizzi e creati appositamente per aiutarmi ad aggiungere e controllare effetti come il Riverbero e il Delay… Inoltre quasi tutti questi elementi hanno dei doppioni attivi durante lo show. In questa maniera abbiamo in funzione contemporaneamente 2 sistemi completi in modo tale che se si dovessero presentare inconvenienti durante l’esecuzione del live non avremmo alcun problema!
E utilizzando questi mezzi qual è il processo che segui per portare avanti i tuoi live: quanto c’è di preparato, quanto fai al momento e sopratutto che modalità usi?
Tutto lo staff sta dietro ad una miriade di dettagli e nuove tecnologie per far in modo che il Live Plastikman costituisca una vera e propria realtà… Abbiamo bisogno di particolari pannelli LED per costruire la gabbia intorno a me… Devono essere ad altissima risoluzione e trasparenti allo stesso tempo in modo tale che il pubblico possa vedere anche me di tanto in tanto. Per rendere lo spettacolo realizzabile abbiamo bisogno anche di componenti veramente molto particolari… Cavi per le fibre ottiche, cavi LAN, cavi che vanno dal DMX dell’FOH al palco e che mi permettono di comunicare con tutto il sistema audio/visivo e di dar vita allo show. Questa è una cosa fondamentale per capire veramente il concept del Live 1.5… Tutti i processi, tutti i suoni, tutti i video, tutto è controllato da me nella gabbia. Il mio computer, che è quello su cui si basa tutto il sistema, invia segnali che vanno poi a concretizzarsi in audio, luci e in visual… L’intera esperienza che propongo al pubblico è gestita dalla gabbia.
Per concludere: negli anni ci hai abituato ai tagli di capelli più stravaganti, tagli che spesso si sono diffusi fra i clubber di tutto il mondo. Sei cosciente di essere anche un “maestro di stile” anche per quanto riguarda il tuo modo di apparire, il modo in cui ti presenti?
Sono un artista che sta cercando di comunicare una certa filosofia, una filosofia anche estetica che può essere realizzata in modi diversi: con la musica che suono, con le parole che dico e che scrivo, e, naturalmente, con il mio modo di presentarmi al pubblico, con il mio aspetto e via di scorrendo. Tutte queste cose dovrebbero essere utilizzate per rafforzare la vostra identità e il messaggio che cerco di inviarvi… Quindi sì, sono consapevole del potere della comunicazione.
English Version:
We talked a lot of the Plastikman Live. This alter-ego of Richard Michael Hawtin is one of the figures that shake the world of electronic music in a very strong way; he is a character that gives life to those endless discussions, those discussions that often don’t lead to real conclusions. This because in the History of Music, when someone does something really strange, peculiar and excessive (although in different ways), makes people chatting, makes people turning up their noses but at the same time makes people thinking. Let’s think about the ideas (at that time crazy) that Mozart proposed to the court of the Habsburg Empire, or about being in silence in front of a piano for 4 minutes and 33 seconds (John Cage), or when Miles Davis released the album “Doo Bop” making the purists of Jazz creazy… Let’s think about the audience reactions! Beware, I’m absolutely not making comparisons between artists or saying what is revolutionary and what is not, to each his own; I’m trying to think of as in any field, in any period of human history, when something is for some reason strange and different from the usual, people go creazy in different ways… And this has always happened. It’s undeniable, however, that the one of Plastikman is a live that certainly goes beyond what our minds and our bodies usually feel. Richard brings to the masses a live concept that takes and slams the listener for 60 minutes into a new reality, into an amazing universe where everything is mastodontic: the contrasts (for example the one between the artist, only apparently with a small equipment, and the impressive size of the scenic apparatus ), the sounds, the visuals and aims of the show… All is mastodontic. Now, at last, we have the opportunity to deeply understand how this huge machine works, we have the opportunity to really understand the essence of this project. Plastikman shows us in a very detailed way what happens behind the cage and the only word that comes to our mind is: AWESOME!
Hi Richie welcome again on Soundwall!
Let’s start immediatly talking about changes: What is the difference between Plastikman of last year and that one of 2011? What are changes of Live 1.5 that concern on the one hand the Plastikman music on the other hand the whole concept and structure of the live?
Live 1.5 takes into everything we’ve learned with the 1.0 version of Plastikman during the last year of touring. On a technical level computers have been replaced & updated. Control surfaces like the Lemurs have been updated to iPad software and there’s been constant updates to the Griid and Kapture plugins (by my company Liine).
BUT of course, the main thing people will see/hear are new updates to the visuals and songs. Every song has been updated to sound better and look better… new connections have been made between new sounds in each song, and new visuals for the LED cage. We’ve also moved songs around into a different order and replaced 2 songs with totally new version helping to give the entire show more power and momentum and giving the entire experience a smoother overall feeling. If you add all of these small subtle updates together, you end up with a show that is closer to my original vision than the earlier shows we did in the beginning.
We’ve also updated the iPhone SYNK application (avail. free from iTunes) to 1.5… which now offers LIVE camera feeds from within the cage and a new live chat area for all the Plastikman fans at the concert…. the live video feed is also used more on the front of the cage than ever before, strengthening the connection between the audience and myself!
Why after so many years of DJ sets you’re back again also with the Plastikman live sets? What are the different chances that Plastikman offers to you as opposed to when you show up as Richie? What are the feelings you encounter when you show up in these two different ways?
Plastikman is one of my alter-egos… I believe that we are all made up of dozens of different personalities and it’s the combination of these that make us who we are. Plastikman and Richie Hawtin are the two strongest characters I have.
Richie Hawtin is the extrovert who is shaped by the people, music, environment around me… As Hawtin the DJ, I take all of these influences and try to perform, mixing music together in a special and unique way… Plastikman is of course also inspired by things around me, but is deeper to the heart of who Richie Hawtin is… when I close all the door and look deep into myself, at who I am, what I like, etc… this is when I’m at the closest to Plastikman.
Sometimes threads arise about the pratical utility, about charm, about the artistic and “scientific” aspects of your music, then of course often the discussion can be closed with a classic and obvious “de gustibus”; but always focusing on Plastikman, I would ask you your personal opinion: in your music what do you think manages the combination between research and artistic side, between experimentation and music? Can you explain the concept of Plastikman’s music?
Plastikman has always been the project where I feel free to really go in any direction. Of course there has been a couple of major ‘dance’ tracks like Spastik, Krakpot, Spaz etc… but the actual albums have always been more based around a listening experience… creating a mood, an atmosphere, and taking the listener into that realm as deep as possible. Perhaps some people call this experimental, or art, I just call it an immersive audio experience. Plastikman Live is the continuation of that idea, an immersive audio/visual concert experience… which in my mind is true to the aesthetics and feeling of the entire Plastikman project.
I find it very particular the combination of the style you used for the logo “Plastikman” to your sound, a cold sound, full of emotionally charged but also cybernetic and that apparently deviates from the style of the logo. Why did you choose the name “Plastikman? Tell us the story of this alias and the story of the logo “Plastikman”!
The name came to be during a series of extreme parties in the early days of the Detroit scene. There was a group of us that hung out each weekend, listening to music, partying, dancing and enjoying the freedom we felt in those days. On one occasion we were all lying on the floor, listening deeply to music and letting ourselves go… sinking into the floor, melting, turning to liquid like hot plastic…
Synk is the app for iPhone created by your team that allows the public to interact with you during the live shows,that allows them to see the venue from your perspective, to follow in real time programming of drums and so on.. Where does this idea come from? Don’t you think the public can be distracted from the show?
Cellphones and other devices can always distract people from the show… but that’s the world we live in. However, I decided that it would be interesting to use this powerful technology to offer an extra level of interaction that had not been possible before. Synk is the connection point between the audience and me inside the cage… this handheld technology actually bridges the gap between us during the show, and is another example of using technology to communicate and tie individuals who are apart, together.
What set up do you use when you present yourself as Plastikman? What led you to this so intense use of machines gradually more and more technological?
The entire experience is controlled by a custom version of Ableton Live/Max4Live running on the fastest Macbook Pro 17″ (actually 2 of them, 1 for a backup). This system is then connected to a series of RME and Marian audio cards sending 20 channels of analog audio to 2 Midas audio mixers (1 on stage and 1 at FOH). To handle all the control data (for lighting/visuals/iPhone) we have a Cisco router on stage for routing all of this information, DMX lighting translator hardware to send our Midi information into DMX to the lighting console. Three iPads running Griid, Kapture, Synk and TouchOSC allow me to interact with the Ableton computer, controlling modulation, sample/clip playback and recalls of special information… there’s also a set of analog faders and 2 custom midi boxes my Dad made to help me add/control effects like Reverb and Delays… Nearly all of these items are duplicated so that we are running 2 full systems of the live show next to each other incase we have any problems!
And by using these machines what is the process you follow to create your live: what is prepared, what do you create at the moment and especially how do you create it?
We spec out every last detail to make the PM Live show a reality… we need a specific type of LED panel to build the cage around me… making sure that it is both high resolution AND transparent so that people can also see me sometime. To make the show happen we also need a series of very special components.. fibre optik cables, LAN cables, DMX cables all going from the FOH (mix position) to the stage so that I can communicate with all the lighting/video computer systems and bring the show to life. This is a very important thing to understand about PM Live… the entire experience is controlled by me from within the cage… my main computer system sends out signals to create SOUND, LIGHTING AND VISUALS… the audience’s entire experience is controlled from within the cage.
To conclude: In these years we have become accustomed to the most extravagant hairstyles, cuts that often became popular among clubbers worldwide.Are you aware of being a master of style also with regard to your appearance, the way you present?
I’m an artist who is trying to communicate a certain aesthetic which can be accomplished in many different ways. By the music I play, the words I say/write, and of course, the way I represent myself in public, by my appearance etc.etc. All of these things should be used to strengthen your identity and message… so yes, I am aware of the power of communication.