Ne avevamo parlato l’anno scorso, perché effettivamente era stato un evento notevole: nel flirt interessante (ma anche problematico: ne riparleremo) tra alta moda e club culture, l’operazione messa in piedi dalla Fondazione Prada a Milano era stata una delle più significative e qualitative, nei contenuti. Lo era perché hanno avuto l’intelligenza di affidarsi ad un curatore giusto: non uno-della-moda-col-pallino-del-clubbing, ma il signor Craig Richards, ovvero uno che il clubbing non solo lo conosce ma che, da valido dj e da storico resident del leggendario Fabric, ha provveduto proprio a dargli forma e confini nell’ultimo decennio e passa. Quando i progetti li affidi alle persone competenti davvero, la differenza facilmente si vede.
Poteva essere un fuoco di paglia, uno sghiribizzo estemporaneo che poi, passata la fola del fashion meets clubbing, finiva nel dimenticatoio. Invece no: altra cosa meritoria, Prada ha rinnovato il progetto e ha di nuovo dato carta bianca a Richards. Che di suo non si è naturalmente tirato indietro, ritagliando il progetto sempre su linee guida abbastanza precise: chiamare amici suoi, chiamare gente non solo “da Fabric” ma permettersi anche delle licenze in più, inserendo act più difficili, meno immediati. Lo spiega lui stesso, raccontando l’operazione: “I WANT TO LIKE YOU BUT I FIND IT DIFFICULT”, il claim scelto, non è soltanto una frase buttate lì per far scena ma spiega come l’amore per l’elettronica e la club culture nasca anche da ascolti “difficili”, più meditativi, più impervi.
Starà poi ai presenti evitare il rischio, sempre presente a Milano in questi eventi molto mondani, della presenza+chiacchiericcio: sei lì perché “devi esserci”, perché fa figo esserci, e mentre ci sei usi la musica come fastidioso sottofondo che ti obbliga ad alzare la voce mentre chiacchieri e fai, ehm, pubbliche relazioni. Quante volte l’abbiamo visto succedere a Milano… Ma sarebbe un crimine succedesse negli appuntamenti di una rassegna che quest’anno chiama all’appello Andrea Belfi, il grande Biosphere, Colleen, il buon Floating Points, l’altrettanto buon Ben UFO, nostra signora Helena Hauff, il redivivo Pole, Maarja Nuut & Ruum, object blue, oltre ovviamente allo stesso Craig Richards. Tanta roba.
Tanta roba che avrà il suo primo atto giovedì 16 maggio, negli spazi esterni della Fondazione Prada (Milano, Largo Isarco 2). In line up l’estone Maarja Nuut, Pole ed Helena Hauff. Davvero un bel trittico, ben assemblato, a cui aggiungere naturalmente Richards, che suonerà anche negli altri due atti, 14 giugno e 27 settembre). I biglietti costano 20 euro se presi on line sul sito della Fondazione Prada, 30 euro alla porta; la serata in tutt’e tre gli appuntamenti inizia alle 19, finisce a mezzanotte.