Tenete d’occhio la Jazz-O-Tech. Label di stanza tra Milano e Berlino (ma con più di addentellato in Piemonte, vedendo il nucleo di artisti che finisce col collaborarci), potrebbe essere una di quelle con le idee più interessanti nel futuro prossimo venturo. Un primo riscontro lo potrete avere fra poco più di un mesetto, l’1 luglio, quando metterà in circolazione in digitale la raccolta-manifesto “This Is Techno Jazz” (il vinile arriverà dopo l’estate, a settembre).
Abbiamo avuto modo di sentire in anteprima il tutto e, ve l’assicuriamo, è molto interessante e soprattutto elegante. Il titolo della compila è, come dire, autoesplicativo: e se il rapporto tra techno e jazz è in realtà ad oggi più chiacchierato che effettivo (la techno il jazz preferisce evocarlo piuttosto che farlo, a dirla tutta), è comunque uno dei “campi possibili” a più alto tasso di potenziale, per portare nuove voci, nuovi colori, nuovi suoni, nuove attitudini nell’elettronica.
Jazz-O-Tech ha messo insieme nomi come Fabrizio Rat, Wrong Assesment, VSK – giusto per citarne alcuni – facendoli interagire con musicisti di grandissimo spessore come Gianluca Petrella, Luigi Ranghino, Daniel Calvi, Uri Gincel; oppure ha imbarcato nella sua navicella quei Torino Unlimited Noise che potrebbero davvero essere una delle realtà più emergenti e stimolanti dei prossimi anni per quanto riguarda il concetto di live ibrido fra jazz e dancefloor.
Quindi, per dirigere un po’ di attenzione verso la label e farvi crescere la voglia di mettere le mani su “This Is Techno Jazz” quando uscirà abbiamo deciso di presentarvi in anteprima uno dei brani, dove l’elettronica umbratile e in chiaroscuro della brava Key Clef (romana di stanza a Berlino) incontra il pianismo di Luigi Ranghino (uno dei “jazzmen” più vicini all’elettronica in Italia, vedi anche il suo duo con Max Loderbauer ospitato qualche anno fa da Jazz:Re:Found). Il risultato è obliquo ed avvolgente. Ed è molto, molto interessante.