La prima regola dice: “Mai dare retta alle band”, soprattutto mentre sono ancora in studio di registrazione.
La storia della musica è piena di dichiarazioni bomba rilasciate alla stampa durante la lavorazione dei dischi e che poi vengono regolarmente smentite a giochi fatti.
Per cui non erano stati in tanti a prendere sul serio Kevin Parker – la mente, il cuore, la voce e le braccia dei Tame Impala – quando aveva dichiarato che la band stava prendendo seriamente in considerazione di abbandonare le chitarre per inseguire un suono più “trippy” (parole sue) e maggiormente improntato sull’uso dei sintetizzatori. E invece…
E invece ecco finalmente “Let It Happen“, il primo brano estratto da quello che dovrebbe diventare il terzo attesissimo disco dei Tame Impala. Quello con cui faranno il botto.
Già “Lonerism” e soprattutto l’EP omonimo uscito per il Record Store Day di un paio di anni fa avevano fatto presagire una svolta del genere, per non parlare poi della fruttuosissima collaborazione con Mark Ronson che per certi versi anticipa il nuovo suono pop-elettronico-psichedelico che ha raggiunto il suo picco massimo proprio con il nuovo pezzo.
I Tame Impala non sono mai stati un vero e proprio gruppo rock: le chitarre che avevano caratterizzato l’album di esordio sono sempre state in secondo piano rispetto alla produzione.
Lo studio di registrazione è sempre stato lo strumento prediletto di Kevin Parker: “Lonerism” ha in qualche modo avuto il ruolo di riportare la chiesa del Lo-Fi al centro del villaggio del pop alternativo, finendo per dare vita a un nuovo standard di produzione.
E quando tutti cercano di suonare come te, la cosa migliore da fare è sempre allontanarsi e prendere un’altra strada: “Let It Happen” in qualche modo si piazza a metà strata tra il Caribou psichedelico di “Andorra” e quello quasi danzereccio di “Swim”. Qualcuno ha addirittura pensato di scomodare i Daft Punk di “Random Access Memories”: il vecchio che diventa nuovo pur restando volutamente molto vecchio.
Un’idea di futuro che, applicato alla musica, somiglia sempre di più al modernariato. Modernariato di grande, altissima, qualità.