Il nostro racconto inizia con un giorno di ritardo e da una delle novità di questa edizione: il Beach Club, stage che avremo modo di raccontarvi meglio, insieme a tutto il resto nel report dei prossimi giorni. Adesso ci limiteremo a segnalarvi (quasi in diretta) quelle che sono le cose che più ci hanno colpito day by day.
Arriviamo mentre Har Mar Superstar mette in fila le t.A.T.u., “No Scrubs” delle TLC, “Don’t Stop Me Now” dei Queen, “Nightcall” di Kavinsky e “Ready For The Floor” degli Hot Chip. La pista è incredula, l’atmosfera è alle stelle e il Primavera si trasforma nella cameretta di uno qualsiasi di noi.
Non basta l’ora e mezza messa a disposizione per il loro ritorno, quello degli LCD Soundsystem è un greatest hits a cuore aperto che ha bisogno di una mezz’ora aggiuntiva. James Murphy ci saluta tutti sulle note di “All My Friends” e noi lo seguiamo con le mani al cielo e la gola che fa male ma è felice di averle cantate tutte. Bentornati.
John Carpenter è così figo che si può permettere anche una cover, non una qualsiasi: ringrazia Morricone, e fa partire il missile, non il primo, non il secondo e nemmeno l’ultimo. Non facciamo paragoni inutili, Carpenter non è Moroder, Carpenter non è bollito, Carpenter è sempre Carpenter.
Vince Staples è in grandissima forma, si mette sulle spalle lo stage Pitchfork e lo porta dove vuole. Inutile starvi a raccontare cosa è successo quando il californiano ha fatto partire “Love And Retribution”. Animale.
Ti avevamo apprezzato proprio qui in questo angolo di Barcellona e mentre tutti sognavano di ascoltare quella cover bellissima di “Get Lucky” noi ti immaginavamo al tuo post, in uno stage più grande. Dopo qualche anno eccoci qui: tu emozionata e splendente, noi con il sole in faccia pronti a seguirti.