E’ stata l’estate più strana (e limitata) delle nostre vite, dal punto di vista degli eventi, della musica, della socializzazione, della cultura, dell’immergersi nelle performance e nelle energie creative. Sì: di tutto questo si è parlato parecchio, tra discoteche-sì e discoteche-no, tra limitazioni ai concerti e al clubbing, tra annullamenti e rinvii (e, in qualche caso, mancati rimborsi). In tutto questo, al momento è impossibile capire quando si potrà tornare alla normalità di un tempo. La salute e la riduzione del rischio viene, giustamente, prima di tutto. Ma è anche vero che fino a quando saremo sotto minaccia epidemiologica, non possiamo, anzi, non dobbiamo ritirarci in un buco, tipo marmotta, e sperare che passi la nottata. Non sarebbe sano. Perché se è vero che c’è internet, c’è lo scambio e la comunicazione via web, è anche vero che nulla è così forte e coinvolgente come l’esperienza de visu, come l’uscire di casa, incontrare persone, cercare emozioni, inseguire situazioni sociali creative. Lo si può fare. In sicurezza, obbligatoriamente; ma lo si può fare.
La ripartenza a Milano è stata cauta e ponderata. Nella città che da qualche anno – piaccia o meno – è di gran lunga la capitale italiana dei concerti, del clubbing e degli eventi, si è fatta molta attenzione a fare le cose per bene, con distanziamenti, mascherine, limitazioni, scelte ponderate per evitare assembramenti. Uno sforzo per nulla facile, ma che comunque ha figliato realtà affascinanti (la serie di eventi al Castello Sforzesco, per dire, dove abbiamo incontrato Federico Albanese) e nuove. Fra queste ultime, la prima da sottolineare è quella di Ride Milano, un intelligente e ben architettato sforzo di riutilizzo di una area ghiottissima, quella degli scali ferroviari di Porta Genova, che dopo lo strano fallimento dell’esperienza del Mercato Metropolitano deve ancora trovare la sua giusta identità. Ride ha agito molto bene: non ha puntato a grossi nomi e grossi numeri, ha allestito in maniera intelligente (e curata) gli spazi, ha alternato live e dj set cercando di lavorare sotto traccia: niente massimizzazione dei profitti, ma un background accogliente dove passare una serata fuori casa circondati da ottimo street food, mostre, flea market di qualità con Wunder Mrkt, un po’ di musica live, dj set per lo più d’ascolto. Insomma: far circolare idee, buone pratiche, buone vibrazioni. Rimettere in moto le cose, con misura ed accortezza.
Il weekend in arrivo, a partire da domani giovedì 10 settembre, è però da segnare col circoletto rosso. Arriva infatti il Propaganda Summit: filiazione di quella Propaganda che non è solo brand d’abbigliamento di successo o nuovo polo del tattoo, ma è anche e soprattutto un network di persone “like-minded” dalla vita più che decennale che ha le radici ben immerse nella cultura hip hop più autentica, quella che respira old school ma lo ha sempre fatto guardando al presente e al futuro, intersecandosi con tutto ciò che è urban ed autentico (dai rave ad, appunto, i tatuaggi) e facendolo in un modo assolutamente non hipsterico. Lo scorso anno si era celebrata con un vero e proprio festival musicale a Milano e Roma, svoltosi con successo. Quest’anno, ovviamente, ha cambiato modalità. Da “festival” si passa a “summit”. Ci si apre a mostre fotografiche, dj set; soprattutto, l’idea è quella di “chiamare a raccolta” – “summit”, appunto – tutti gli amici di una vita, per incontrarsi, parlarsi, confrontarsi, ragionare insieme sulle strategie da seguire. Non c’è la politica del nome in cartellone, non c’è la fòla dell’annuncio, non c’è la necessità di far cassa col biglietto all’ingresso. Quello che vi possiamo dire è che transiteranno da Ride e dal Propaganda Summit nomi grossi, molto grossi, in primis della scena hip hop. Tutti vogliosi di esserci, tutti sicuri di essere “a casa”, in una modalità che ricorda ciò che ha costruito le basi della scena rap italiana più sana: le jam. Ovvero quegli eventi che non finivano nei calendari dei concerti, che erano fatti senza passare da questa o quella agenzia, che non avevano una scaletta precisa, ma che erano frequentatissimi perché sapevi – se eri un vero appassionato – che eri nel posto “giusto”. Senza il focus sulle “quattro arti” (rap, djing, breakdance, aerosol art) ma con un approccio a trecentosessanta gradi, Propaganda Summit sarà un po’ così. Se siete dalle parti di Milano tra domani e sabato, il nostro sentitissimo consiglio è di fare un salto. Si riparte anche così. Anzi: così si riparte forse anche meglio. Ora più che mai bisogna ripensare e vivere nuove modalità – ancora meglio se ripartendo dalle radici.