Non ne abbiamo mai fatto mistero: siamo fan sfegatati del progetto PSNZZT.
In un momento storico in cui il divario tra chi si prende (troppo) sul serio e chi cerca solo il LOL più becero a ogni costo, qualcuno in grado di coniugare qualità e ironia è merce rarissima: se poi, come Daniele Giustra, Marco Ragno e Fabio Nirta, lo si fa usando un mezzo spesso bistrattato e considerato un banale divertissement come la nobile arte del mashup, la nostra stima e il nostro apprezzamento vanno fuori scala.
Le nostre orecchie sono state funestate così tante volte da mashup discutibili ottenuti incollando tracce che stanno bene insieme come la pizza e l’ananas, che il lavoro del trio calabro, frutto di attenzione, cura e di una passione sconfinata per la musica ci solletica sempre molto piacevolmente: se poi, come in questo caso, possiamo prenderci un pochino di merito per l’ispirazione, la gioia è duplice.
Sull’onda del turbinio di polemiche attorno al nuovo fenomeno della trap italiana, i PSNZZT confezionano e ci concedono in anteprima assoluta un mashup degno dei loro exploit più celebrati, affiancando al personaggio più criticato del mese uno dei nomi che piacciono alla “gente giusta”, gente, per capirci, che si porta a casa abitualmente voti stellari su Pitchfork e apprezzamenti da personaggi notoriamente ottusi e di vedute chiuse come Björk e David Bowie.
Quello che stupisce non è tanto che i Death Grips e Richard D. James Young Signorino non solo suonino devastantemente bene insieme, ma anche che l’estetica super lo-fi del video dei primi e quella superprodotta del secondo, contrapposte l’una all’altra nel video del mashup, diano luogo a un miscuglio letteralmente esplosivo: ed è da questi dettagli che si vede il lavoro filologico dei PSNZZT e la loro idea di mashup come contenuto che veicoli un messaggio che vada oltre la somma delle parti che lo compongono.
…e insomma, ecco qua: