E’ giunto quel particolare periodo dell’anno in cui, più che mai, gli occhi di tutti sono puntati su di lui. Con un pizzico di autocelebrazione, che insomma dai, ci sta quando il tuo radioshow settimanale raggiunge la settecentesima (700, si, che diviso 52 settimane fa quasi 14 anni!) puntata, mister van Buuren si erge a paladino della trance e porta il suo festival in giro per il mondo, con line up che rappresentano tutto ciò che un trancer possa desiderare, a prescindere dai gusti. Il tour di quest’anno è partito il 5 febbraio da Sidney con la diretta radiofonica, per poi spostarsi a Melbourne e di nuovo a Sidney nei due giorni successivi, per la festa vera e propria, che toccherà nelle prossime settimane anche Utrecht, Miami e Buenos Aires. Come da tradizione, sono state molte le anteprime mondiali suonate all’interno delle due ore di live da Sidney, ed è proprio quello che, più dei contorni, ci interessa, qui in Pulse. Tante le tracce di cui finalmente, dopo mesi di attesa, ci è dato conoscere autore e titolo, tante le novità assolute (vedi alle voci Andrew Rayel, Ben Gold, Fisherman & Hawkins), alcune piacevoli sorprese, altre mezze delusioni, e anche, diciamolo, qualcosa di totalmente inascoltabile. Queste le nostre preferite, così come le abbiamo sentite in diretta.
[title subtitle=”Nic Chagall & Jonathan Mendelsohn – This Time (Wake Your Mind)”][/title]
Nic ce l’aveva detto, quando li abbiamo intervistati la scorsa estate: il progetto Cosmic Gate rimane la priorità assoluta, ma di tanto in tanto ci scappa di fare qualcosa anche da solo. Noi, dopo aver sentito “This Time”, non possiamo che aggiungere “per fortuna!”. Non fraintendiamoci, amiamo i Cosmic e la loro musica (a proposito, occhio al loro prossimo singolo, e poi non dite che non ve l’avevamo detto!), il fatto è che “This Time” è veramente una di quelle tracce di cui ti innamori al primo ascolto, e poi per mesi ti frullano nelle cuffie in modalità repeat senza stancarti mai. Il merito è certamente del vocal strepitoso di Jonathan Mendelsohn, di quell’arpeggio di piano tanto semplice quanto catchy, dell’epico break di drums sul ritornello, di una produzione tutto sommato semplice (il lead e la bassline li abbiamo già sentiti in tutte le salse), ma che sa far innamorare. Insomma, siamo solo agli inizi di febbraio, ma è già uscito uno dei pezzi più belli del 2015.
[title subtitle=”GAIA – In Principio (Armind)”][/title]
L’avevamo sentita già l’anno scorso nei set dell’Ultra Music Festival e dell’Amsterdam Dance Event. Il segreto è durato oltre 11mesi, ma ora, dopo aver subito qualche lifting estetico, ha finalmente un nome: “In Principio”. Confrontando la versione dell’UMF con quella definitiva ed ufficiale suonata a Sidney, emerge infatti qualche differenza: probabilmente l’ufficiale ha un suono più moderno, brillante e cristallino, mentre la versione di Miami è generalmente più dark, con un mood più scuro e sonorità maggiormente old style. Per giudicare meglio sarebbe l’ideale avere entrambe le versioni sotto mano in una qualità accettabile e non estrapolate da registrazioni live, che costringono le nostre orecchie a combattere contro gli applausi e le urla del pubblico. Per questo motivo esprimere una preferenza non sarebbe equo, proprio noi che ci battiamo per la teoria del “de gustibus”. Quello che davvero importa è che questo asse van Buuren – de Goeij, ormai più che consolidato, continui ad andare avanti, a fronte delle ottime produzioni che si è rivelato in grado di sfornare.
[title subtitle=”Mark Sherry – The Pillars of Creation (Subculture)”][/title]
Lasciatosi alle spalle i remix di “The Evil ID” e di “Remember This”, il veterano scozzese della trance sembra essere tornato totalmente sulla cresta dell’onda. A confermarlo la sua ultima creazione, traccia di debutto sulla Subculture, presentata durante l’ASOT 700 da Aly&Fila. Anche se non l’abbiamo inserito nella top 10 dei best producers del 2014, possiamo considerarlo tranquillamente all’altezza, se non talvolta superiore, della maggior parte dei nomi che spiccano nelle line up della kermesse vanbuuriana, soprattutto ora che con la sua Outburst Records si è fatto promotore del suono tech trance, contribuendo a lanciare talenti come il nostro connazionale Alex di Stefano. “The Pillars of Creation” è una traccia la cui energia è indescrivibile con le semplici parole. Suoni gonfi, tondi e scuri, con ritmicità frenetiche ed un break che ha in sé il respiro dell’intero universo. Non a caso Sherry con questa creazione vuole rappresentare una vorticosa missione spaziale, creando sonorità epiche ed emotional all’interno del break melodico e disegnando le esplosioni tipiche delle turbolenze all’interno delle partenze.
[title subtitle=”MaRLo feat. Christina Novelli – Hold It Together (Armada)”][/title]
Il vocal è un po’ cheesy, ok. Il drop strizza l’occhio, senza neanche nascondersi più di tanto, all’EDM facilona, d’accordo. E’ un pezzo da main stage, costruito ad hoc (e forse anche a tavolino, su al quartier generale di Armada), per piacere alla massa, ma stavolta anche noi ci siamo caduti con tutte e due le scarpe. Il cassone in chiave ci fa storcere un po’ il naso, quello senza dubbio, ma la Novelli ormai è maestra in questo tipo di vocal, e tira fuori un cantato che, volenti o nolenti, ci si pianta in testa e non se ne va. Tra un paio di settimane, ad Utrecht, avremo modo di valutarne l’impatto dal vivo, e almeno fino ad allora “Hold It Together” rimarrà nella nostra white list, anche se per il rotto della cuffia. In fondo, non di solo underground vive l’uomo.