Qualche tempo fa, alcuni nostri autorevoli colleghi hanno pubblicato su queste pagine, un bel reportage in cui, con una ventina di esempi tra i più significativi, raccontano quarant’anni di storia dell’arte del remix. Arte, si, perché è di questo che si tratta. Ti ritrovi in mano qualcosa che non è tuo, ma che deve diventarlo, e talvolta quel qualcosa non è neanche l’intero brano originale, ma solo un riff, una linea di basso, un groove, un vocal… Il bravo remixer è colui che prende quel materiale, lo fa passare attraverso se stesso, e lo restituisce reinterpretato, marchiato, magari anche stravolto, arricchito dalla cosa più personale che ognuno di noi si porta dietro: i gusti. La stessa cosa, vista da punti diversi, da persone diverse: la bellezza dell’arte di remixare sta proprio in questo, nell’eterogeneità. L’idea ci è piaciuta molto, tant’è che abbiamo deciso di riprenderla anche in #Pulse, restringendo un po’ il campo, e proponendovi una carrellata dei migliori remix in ambito trance usciti nelle ultime due settimane. Mettetevi comodi.
[title subtitle=”The Space Brothers – The Same Journey (Mark Sherry Remix) (Soundpiercing)”][/title]
Creare un capolavoro da un capolavoro. Questo l’intento di Mark Sherry, pioniere scozzese della tech-trance, quando ha deciso di rispolverare “The Same Journey”, successo del 1999 dei The Space Brothers, e di riportarlo alla luce grazie ad un remix rilasciato il 17 marzo. La traccia originale ha una struttura piena, un synth distorto e sporco, un qualcosa di spirituale che l’avvicina all’uplifting ed è un must per tutti coloro che apprezzano la musica trance vocale d’altissimo livello. Produrre quindi un remix che non deludesse le aspettative non dev’essere stato semplice. Mark Sherry c’è riuscito, conferendo al pezzo una nuova identità intrisa del suo tratto distintivo ruvido ed altamente energico, ma allo stesso tempo mantenendo sapientemente la stessa intensità e drammaticità che decisero di esprimere i The Space Brothers: il break melodico, le note del pianoforte e i pad in sottofondo denotano infatti tensione, quasi un’ansia crescente. La struttura del brano è sempre in continua evoluzione ma mantiene costantemente un mood estremamente dark, scuro. Sherry non sbaglia nemmeno nella scelta del vocal, lontano dalle caratteristiche di quelli a cui siamo ormai abituati, quasi in antitesi ad essi, non è infatti quello della “donna-angelo”, etereo e celestiale, ma è invece un vocal malinconico e triste, in grado di trascinare l’ascoltatore nell’oscurità e nel mistero.
[title subtitle=”Luke Bond feat. Roxanne Emery – On Fire (Aly & Fila Remix) (Garuda)”][/title]
Trasformare una hit radiofonica dal gusto progressive house in un’opera d’arte che, c’è da scommetterci, la farà da padrona nei set trance da qui fino alla fine dell’estate. È la magia compiuta dal duo Aly & Fila per il remix di “On Fire” prodotta da Luke Bond assieme all’inglesina Roxanne Emery, la niente di meno che sorella del più famoso dj Gareth Emery. I due egiziani sono ormai una garanzia e stanno vivendo un momento della loro carriera carico di enormi successi e soddisfazioni. In questa traccia si fondono elementi particolarmente sensoriali a quelli che da sempre li contraddistinguono, a cominciare dal synth lento e morbido nel break, quasi vellutato, fino ai suoni curati attentamente in modo da guidare l’ascoltatore in un’atmosfera immersiva, intensa. Durante la pausa, il vocal si sdoppia e s’appoggia ad un dolce riverbero, facendo così raggiungere alla melodia una dimensione celestiale. Appena questo cessa, ecco farsi spazio il synth arpeggiato tipico di Aly & Fila, la loro firma, e da qui in poi smettere di ballare risulta impossibile. Non resta che cantare ad occhi chiusi, con le mani al cielo.
[title subtitle=”London Grammar – Hey Now (Arty Remix) (Metal & Dust Recordings)”][/title]
La storia dei London Grammar è l’incarnazione del sogno musicale del ventunesimo secolo: incontrati su Facebook, conosciuti all’università di Nottingham, forgiati nei piccoli pub inglesi, venuti alla ribalta (anche) grazie a YouTube. In poco più di un anno di attività, hanno all’attivo un album di studio, diversi EP e singoli, e perfino una collaborazione con le superstar del momento, i connazionali Disclosure. Il loro sound, ibrido di elettropop, trip-hop e ambient, molto si presta a reinterpretazioni di vario genere, e questa “Hey Now” ne è l’esempio perfetto. Pubblicata su YouTube in modo decisamente “artigianale” nel dicembre del 2012, ha in poco tempo superato i 2 milioni di views, e finalmente, questo mese ha visto ufficialmente la luce con un EP che oltre alla versione originale, comprende i remix di Bonobo, Tensnake, Bodhi e Arty. Qua, in Pulse, ci occupiamo di trance e affini, quindi ci soffermiamo sull’ultimo, che è un capolavoro di groove sporchi, bassi corposi e synth celestiali, su cui la voce di Hannah Reid disegna atmosfere malinconiche. L’ispirazione sembra provenire dalle prime fasi della carriera di Arty, quelle di “Zara”, “Kate” e delle uscite su Anjunabeats, ma la maturazione di suoni e arrangiamenti, è tangibile, nella sua semplicità. Tutto bellissimo, quindi, tranne il messaggio che appare su iTunes quando accedi per acquistare l’EP: “l’articolo non è disponibile nello store italiano”.
[title subtitle=”Gareth Emery – U (Bryan Kearney) (Garuda)”][/title]
Pelle d’oca sulle braccia e brividi lungo la colonna vertebrale. Ci si sente vivi fin dal primo ascolto del remix dell’irlandese Bryan Kearney per la traccia “U” di Gareth Emery, una produzione estremamente uplifting, rigorosamente a 138 bpm. Stranamente la traccia non risulta carica di quel synth acido praticamente onnipresente nelle produzioni di Kearney, ma anzi, qui lo si ritrova esclusivamente nell’intro, praticamente nascosto, appena accennato. In questa occasione il producer ha per lo più voluto lasciare spazio ad altre sonorità, diverse da quelle a cui ci ha sempre abituato e che lo hanno reso celebre: ai più nostalgici dell’uplifting, sembrerà di fare un tuffo nel passato. Un brano “pure melodies and euphoria”, con pad, pianoforti e synth a levare. Il vocal della bravissima Bo Bruce, sale sempre più di tono, specialmente nel break, e la melodia fa lo stesso, si seguono, si mischiano, fino alla ripartenza esplosiva. Tutto il brano è caratterizzata da questa grande dinamicità, un salire e scendere che è un vero e proprio giro sulle montagne russe, e le emozioni regalate non sono da meno.
[title subtitle=”Lange & Betsie Larkin – Insatiable (Sean Tyas Remix) (Lange Recordings)”][/title]
“Ho una bella traccia, un potenziale singolo estratto dal mio ultimo album. Ha un “tiro” da club, un groove houseggiante e il cantato di una delle voci più apprezzate nel panorama trance. Non sarebbe male averne una versione un po più spinta, verrebbe fuori una gran bella release”. Devono essere stati più o meno questi i pensieri di Stuart Langelaan, nel momento in cui ha deciso di affidare a Sean Tyas il compito di remixare la sua “Insatiable” con Betsie Larkin. Lo statunitense naturalizzato svizzero non ha un rapporto così frequente con pezzi vocali, almeno per quanto riguarda le sue produzioni originali, ma quando mette le mani su chicche del genere, il risultato è esplosivo (ci ricordiamo tutti, ad esempio, il remix di “Time” di Paul Webster, diventato un vero classico). Questa “Insatiable”, non è da meno. Sean prende il vocal, il giro di pianoforte e alcuni elementi del groove, poi ci mette del suo: basso incalzante, rullate di snare, break epici in cui vengono esaltate le struggenti liriche di Betsie, il synth che si apre su una progressione di accordi in tonalità differente dall’originale, ma che accoglie alla perfezione le note di piano che ci si adagiano sopra, per dare vita ad un vero e proprio manifesto trance, dal sound magari non freschissimo, ma perfettamente funzionante.