Un’attesa durata cinque anni ed ecco arrivare il nuovo atteso album dei Purity Ring. Non è mai semplicissimo perdersi nei testi o meglio ancora nelle poesie loro, dove il senso di metafisica e le metafore sono davvero estreme sebbene sempre così organiche. A poche ore dall’uscita di del nuovo lavoro sulla lunga distanza ne abbiamo parlato con Megan, per farci raccontare e spiegare meglio il concetto di “WOMB” (grembo) e per capire meglio parte delle sue visioni che, da sensazione onirica, oggi sembrano diventare soffocante realtà
Abbiamo aspettato “WOMB” per cinque anni: quali sono le difficoltà nel far ripartire ogni volta il motore Purity Ring?
Siamo stati in tour per molto tempo. Per quanto in realtà ci piacerebbe farlo, è però davvero difficile lavorare o per lo meno finire di lavorare sulle nuove tracce, quando siamo in tour. Nonostante noi si sia in giro ormai da tanti anni, la nostra organizzazione è ancora abbastanza “DIY”, ci occupiamo praticamente di tutto noi, siamo omnicomprensivi (ride NdI). Alla fine del tour, insomma, ci è voluto quasi un anno per tornare in noi stessi ed essere in grado di entrare nella condizione mentale di scrivere un nuovo album. Tutto sommato direi che “Womb” ha impiegato tre lunghi anni per nascere: lavoriamo molto lentamente, ed è un processo molto importante che abbiamo prima di tutto dovuto iniziare ad accettare. Siamo fatti in questo modo.
L’album descrive il concetto di “WOMB” (grembo, ndI) come un rifugio sicuro: sbaglio o è un lavoro che parla di distacco, di perdite?
Mi rende così felice sapere che questa è la sensazione che senti quando lo ascolti. È la stessa che ho provato quando ho sentito per la prima volta tutti i pezzi insieme. Io credo sia un promemoria sul perché esistano i Purity Ring per me e Corin, e soprattutto del perché facciamo musica insieme. Una volta scritte la maggior parte delle canzoni che compongono l’album, potevamo vedere lo “spazio” dove loro stesse si inserivano; ed è stato per lo più intenzionale svilupparci proprio un “mondo” intorno, un “mondo” in cui le persone potessero provare le stesse nostre sensazioni.
Avresti mai pensato che questo nuovo album potesse essere così legato a ciò che sta accadendo nel mondo nell’ultimo mese?
No! Chi lo avrebbe immaginato? Nell’ultimo periodo si sono presentati ostacoli e preoccupazioni che nessuno aveva realmente mai messo in conto. Però devo aggiungere che sì, è innegabile che il modo in cui gestiamo i cambiamenti indesiderati o qualsiasi cosa al di fuori del nostro controllo sia in linea di massima il messaggio di questo nostro nuovo album. “Fai ciò che puoi e lascia che il resto accada, trova appagamento anche in ciò che non puoi controllare“. Se ci pensi, e posso capire possa suonare strano visto il mondo oggi, è un concetto che certamente può essere applicato a ciò che stiamo attraversando in questo momento, ma in realtà è proprio ciò che ho cercato personalmente di trovare nel corso della stesura di questo disco, molto prima della pandemia quindi. La mia esperienza non mi rende questa pandemia più facile. Trovo confortante almeno il fatto che in una certa misura ci troviamo tutti insieme in questa situazione assurda e difficile, ad affrontare allo stesso modo tutto questo.
(eccolo, “WOMB”; continua sotto)
C’è sempre questa metafisica molto organica nei vostri testi. Da dove vengono queste visioni?
Per rispondere a questo, citerò Béla Balazs, il “Vagabondo senza fissa dimora” o “L’uomo che ha cercato di diventare un tutt’uno con il mondo”. “Tutto è il simbolo e il destino dell’anima. Tutto è la stessa roba: sentimento e paesaggio, il pensiero e gli eventi della vita, del sogno e della realtà che stanno accadendo intorno a me. Tutto è una cosa perché tutto è allo stesso modo il destino dell’anima e la sua rivelazione ed esiste!!! Ecco perché scrivo fiabe. Ora posso spiegarlo. Attraverso la sua forma, la fiaba simboleggia che la montagna di vetro alla fine del mondo non porta dualismo nel mio mondo. La fiaba è anche qui da questa parte. Questo sentimento di unità potrebbe anche essere la coscienza della nuova cultura”. Béla Balázs, da una lettera a Georg Lukács (maggio 1910).
Quanto è importante il sangue e il concetto di sanguinamento nella tua visione poetica?
Direi che ha la stessa importanza dell’acqua nei quattro elementi che compongono la terra. Per noi la terra è il corpo, il sangue è uno degli elementi che lo compongono e ne scrivo alla stessa maniera come se parlassi dell’acqua. È una trasformazione in metafore estreme che rappresentano la vita e la morte, dove per me vita e morte hanno lo stesso valore.
Pensi alla tua musica come a poesie musicali o a canzoni reali?
Sono poesie al cento per cento, iniziano sempre con una poesia. con “Womb” ho fatto un po’ più di adattamento per plasmare le parole sulle canzoni. Si tratta principalmente di modificare solo la materia prima per renderla più musicale.
Posso chiederti quali letture ti ispirano?
Ma certo: Karen Russell “Vampires in the Lemon Grove” e “Orange World & Other Stories”, Ursula K. Le Guin – tutti I suoi libri ma specialmente “Earth Sea Trilogy”. In ordine sparso ci metterei anche W.B Yeats, Borges, Aaron Weiss, Low, Kendrick Lamar e Lana Del Rey.
Musicalmente direi che siete riusciti a costruire un vostro stile personale, come ci siete arrivati?
Siamo una band da quasi dieci anni. Restiamo molto a casa e facciamo tutto il possibile per forgiare con calma una nostra estetica.
Uno sviluppo che vi ha portato ad una maturità molto “delicata”, passami il termine; siete consapevoli di questo?
Non del tutto; ma grazie, mi hai fatto notare una cosa bellissima. Credo che questo sia il risultato dell’esserci presi il nostro tempo. Eravamo molto consapevoli di questa necessità. Prenderci cinque anni per fare un nuovo album ha lasciato molto spazio affinché le canzoni diventassero quello che sono: i loro singoli scenari messi insieme rendono un mondo in cui le persone possono “entrare” e far parte di una storia ben precisa. Molto di questo album non è altro che il risultato di questo lungo periodo di gestazione. Credo ci sia stata una crescita in termini di musica, capacità, gusto oltre che una crescita personale; volevo che i testi trasudassero una sorta di saggezza, e volevamo che ogni parte di ogni canzone garantisse la propria esistenza, avesse un suo perché. È un processo di sottrazione: finisci per demolire tutto ciò che ti sembra inutile e ti rimangono solo cose importanti, di valore.