Il mondo è pieno di sneakers, si sa: belle, più belle, meno belle – dipende alla fine anche dai propri gusti personali. Ogni tanto però ci sono delle idee che colpiscono l’attenzione: e sicuramente le Shadow 5000 Gold Rush targate Saucony Originals in questo riescono più che bene e in modo intelligente. I riferimenti del nome vanno infatti alla “gold rush” californiana di metà ‘800, quando tutti si sono riversati ad Ovest alla disperata ricerca di oro. Fu una cosa abbastanza epocale. Queste Shadow 5000 lo ricordano, tra piccoli tocchi metallici dorati sulla parte posteriore e una mappa old style della California impressa sulla soletta.
E’ divertente pensare come ogni epoca abbia una sua “gold rush”. In qualsiasi settore. Nel nostro, figuriamoci: la “gold rush” per eccellenza nell’ultimo decennio è farcela ad Ibiza, per dire. Vale in primis per gli artisti già affermati, se ti pigli una residenza sull’Isla in un club di prestigio, il fatturato s’impenna a dismisura; ma in realtà c’è tutto un plotone di piccola manovalanza (PR, affittatori di case, faccendieri vari) che migra ogni estate verso Eivissa.
Potrà far storcere il naso a qualcuno, ma diciamolo: anche andarsene a Berlino è una “gold rush”. Sì, certo, se vai a Berlino pretendi di essere uno che resta “underground”, autentico, uno che pensa solo alla cultura e non alla vile commercializzazione massificata, ma c’è poco da fare, lo si ammetta o meno si va a Berlino non solo perché le case costano poco (ah, update: non è più vero per nulla, gli affitti sono pochi e ti ammazzano) e perché la città è libera (quello, per fortuna, lo è ancora), ma perché tanti, troppi sono i casi di artisti di casa nostra che finché erano, appunto, a casa nostra a malapena sbarcavano il lunario, appena si sono fatti un minimo di posizione a Berlino sono diventati dei geni dell’umanità. E quando vedi questo, chiaro che ti viene voglia di partire verso la capitale tedesca, per svoltare. E’ “gold rush” anche questa. Eccome.
“Gold rush” passate? Un tempo si andava a Londra, nei ‘90. Ma Londra è sempre stata molto competitiva e feroce. E la tua vita spesso e volentieri cambiava nel senso che ti ritrovavi a fare lavori che mai avresti accettato in Italia: pochi quelli che sono entrati davvero nel business musicale, ma quei pochi hanno dimostrato di valere eccome. In realtà sempre in quel decennio, e ora fa quasi strano a pensarci, proprio dalle nostre parti c’era una autentica “gold rush”: quella verso la Riviera Romagnola. Le megadiscoteche, le line up, i turisti: se vivevi di cultura dance, per qualche tempo siamo stati una delle Terre Promesse mondiali. Poi le cose si sono sfarinate.
Torneremo mai ad essere meta di una “gold rush”?