Manca ormai un nonnulla all’inizio di Kappa FuturFestival: il più grande evento open air in Italia per la musica dance, e anche sempre più la risposta migliore a chi dice che techno e house sono in flessione, per non dire in crisi. La crisi quasi sempre riesci ad allontanarla in modo deciso, se lavori passo dopo passo, anno dopo anno e mattone dopo mattone a costruire una realtà solida, una realtà che nasce anche da un rischio imprenditoriale (ci sono voluti investimenti iniziali importanti e senza nessuna certezza di ritorno: insegnamento per chi crede che fare i festival sia una cosa semplice ed indolore) ma che non ha mai fatto il passo più lungo della gamba. Arrivando, in questo modo, a fare dei passi lunghissimi. Per molti versi, i passi più lunghi di tutti.
L’edizione 2019 mette infatti in campo la solita potenza ed imponenza, e anzi si permette anche dei lussi non da poco. Partiamo da questi ultimi: ci sono dei back to back che sono veramente di un altro (e alto) livello, parliamo di Gerd Janson vs. Prins Thomas, Motor City Drum Ensemble vs. Jeremy Underground e, fra gli emergenti, Adam Port vs. Reznik. Sui pesi massimi, al solito non si lesina con un elenco che si rischia di dare per scontato ma che in realtà è quasi irreale (e, di sicuro, di livello mondiale): Richie Hawtin, Carl Cox, Derrick May, Seth Troxler, Solomun, Ricardo Villalobos, Jamie Jones, Apollonia, la triade al femminile Amelie Lens, Charlotte De Witte, Peggy Gou e, a fare poker, la Kraviz.
Ma di prelibatezze in cartellone ce ne sono tante, non si limitano certo a questi due nomi. Basta ad esempio andare a leggersi la line up del Burn Stage: tipo che saltano fuori, oltre a parte dei signori già citati là sopra, calibri pesanti di grandissimo spessore musicale quali The Black Madonna, Dana Ruh, Rossko, Johannes Brecht. A dimostrazione di come l’affinità elettiva tra Burn e il festival torinese continui ad essere bella intensa, col brand “energetico” di nuovo a fianco dello staff dell’evento (la fedeltà e la continuità sono fattori assolutamente fondamentali, in queste relazioni) e con anche due “ambassador” di nuovo presenti: rispettivamente il vincitore mondiale della Burn Residency 2016 e 2018, l’”eroe di casa” Lollino (talento vero, in Italia lo si continua a prendere sottogamba) e l’ottima Anabel Sigel, che recentemente ha già fatto girare belle vibrazioni dalle nostre parti, in uno dei party inaugurali della stagione estiva di Rivera Gang Vrew.
Basta esserci, per capire che ormai Kappa FuturFestival è diventato il festival più internazionale d’Italia, come presenze ma anche sempre più come spirito
Tra l’altro, visto che si parla di Burn e di posti in cui andare a divertirsi, occhio che c’è un contest in corso a partire da qualche giorno e un altro a partire invece da inizio ottobre che vi potrebbero decisamente interessare. Acquistando infatti anche solo una lattina (occhio: deve essere la Special Edition che riporta la grafica del contest) e andando poi a registrarvi su questo sito, potete partecipare ad un concorso che vi può far volare dritti dritti al Carnevale di Rio 2020 (voi, più un vostro accompagnatore a vostra scelta: sciccheria e galanteria); questo per quanto riguarda il concorso attivato adesso, mentre da ottobre la verrà lanciata la stessa operazione però incentrata su Berlino, sempre con una formula simile (avremo modo di riparlarne). Per quanto riguarda Rio, tornando al qui&ora, avete tempo fino al 15 dicembre. Ma si sa, chi ha tempo non perda tempo.
Cos’altro dire, del Kappa? La line up, già enorme in queste righe, ve l’abbiamo anticipata solo in parte: andate a studiarvela qui. Che la location sia qualcosa di assolutamente magico ed unico, lo dimostra il successo del festival. E attenzione: è un successo che ormai non è più solo italiano, la percentuale di stranieri che arriva al Parco Dora ormai è diventata altissima, rendendo il FuturFestival – basta esserci per rendersene conto – come il festival più internazionale d’Italia, a livello di presenze e ormai sempre più anche di spirito. Questo è un particolare importante, da mettere in primo piano. Perché rende veramente speciale l’esperienza. Ci si può pure concedere un po’ di orgoglio, nei due giorni del festival torinese: si è riusciti in Italia a costruire qualcosa che è davvero ai vertici mondiali, e che dal mondo è sempre più riconosciuto come tale. Esattamente come noi vediamo Time Warp o DGTL o Melt o (mettete un moloch a piacere in questo lista), da fuori vedono Kappa FuturFestival.
Se siete ancora indecisi, occhio: nonostante i spazi enormi e la capienza altissima, i biglietti rimasti sono veramente pochi. Fateli vostri qui.