Viviamo tempi strani, assurdi, ansiogeni. Un tempo scrivevi “Riviera” e pensavi direttamente al mare, ai superclub, a una movida (ops…) con pochi eguali al mondo. Ora le cose si sono stravolte, chissà per quanto – anche se la speranza è davvero che per la prossima estate si torni alla normalità. Però ecco, è anche per questi stravolgimenti che ci ha colpito la proposta di Lorenzo Camera, alias Mondoriviera, romagnolo di nascita (Bellaria, Igea Marina: più estate di così…), che qualche mese fa ha fatto uscire un curioso congegno sonoro, “Il tempio degli uomini granchio”. Un album post-horror, lo definisce lui stesso: “Sono cresciuto con una buona dose di film splatter e adesso mi ci sono riavvicinato. Film come ‘Creepshow’ di George Romero e l’emblematico ‘Splatters’ di Peter Jackson hanno tirato fuori quella vena sanguinolenta che caratterizza il disco”.
Non immaginatevi qualcosa di troppo truculento: in realtà la musica di Mondoriviera è più aerea, sospesa, metafisica, indefinibile. Più surreale che cattiva e sanguinosa. Un po’ come ci si sente in tempi in cui la nazione più potente del mondo viene governata (negli ultimi quattro anni, e nel momento in cui scriviamo forse per i prossimi quattro) da uno che faceva la macchietta nel wrestling e proponeva di curare il CoVid iniettandosi dell’ammoniaca. Un Mastro Lindo col parrucchino, insomma. Più surreale di così…
Ospitiamo quindi volentieri questo bizzarro esperimento audio-video (sì, Lorenzo Camera cura anche tutta la parte visuale del progetto), presentando in anteprima quanto fatto ad “espandere” uno dei brani dell’album, uscito per la label – e anche qui il nome è una delizia di humour nero – Brutture Moderne.