Abbiamo sempre fatto il tifo per i progetti collaborativi e sperimentali. E abbiamo sempre fatto il tifo per FiloQ: uno di quei producer che resta sottotraccia rispetto al grande circo dell’elettronica, probabilmente perché troppo innamorato della sperimentazione preziosa, di spessore, di contenuto (…ma, sia chiaro, mantenendo sempre una bella musicalità). Ogni cosa che fa, ha sempre qualità importanti. Ora poi che ha spinto sul pedale della collaborazione, creando il progetto Stellare assieme agli ottimi Ale Bavo e Raffaele Rebaudengo (e con ospitate di artisti come Federico Dragogna dei Ministri, Bacci degli Ex-Otago…), la trama s’infittisce. E si infittisce bene. Una linea guida è quello di usare l’elettronica come modo per “espandere” la realtà fisica e i suoi suoni. In una residenza al Galata Museo del Mare e all’Acquario di Genova, che è quella che ha figliato l’album “Wave” (e ha visto coinvolti vari producer), si è partiti da un database di suoni subacquei la cui origine è ancora sconosciuta all’uomo e di suoni sottomarini registrati ai piedi della ex piattaforma off shore Porto Petroli, al largo del Porto di Genova (durante il festival Zone Portuaires). Prima di tutto il trailer di questa operazione, confezionato da Silvia Badalotti (anche autrice della foto che presenta questo articolo):
Il disco lo potete pre-ascoltare qui sotto (ed ascoltare e scaricare in alta qualità as usual su Qobuz andando qui), ma per dare “profondità” all’esperienza – lo merita – i creatori hanno deciso di preparare una guida “track by track”, che siamo felicissimi di presentare qui.
From the depths
Abbiamo registrato il mare usando un idrofono, un microfono subacqueo. Il paesaggio sonoro sottomarino è un mosaico di suoni in continua evoluzione che provengono da organismi viventi, da processi naturali come le onde che si infrangono, il vento che soffia sopra la superficie, la pioggia che picchia, i terremoti che risuonando dal sotto basse frequenze e da attività umane come la navigazione o l’estrazione di risorse. Ascoltare il suono dal profondo del mare è osservare come le attività umane incontrano la vita marina. Una parte del nostro viaggio è iniziata davanti alla costa Ligure quando Guido si è recato a registrare con il suo idrofono il nuovo ecosistema nato attorno alla ex-piattaforma offshore Porto Petroli.
Balena 52 Hz
Nessuno sa di preciso l’origine del suono dal quale sono stati mossi i primi passi ma, chiudendo gli occhi, abbiamo immaginato diversi cetacei, distanti tra loro, che cercavano di cantare assieme la libertà di godere degli enormi spazi sommersi. Abbiamo giocato continuamente tra la nostra apparizione in questo dialogo sonoro e repentine sparizioni che permettono, come nell’improvvisazione, di tornare in ascolto. Questo brano è uno di quelli nati nello studio allestito sulla terrazza del Museo del Mare, di fronte alla zona di Via Prè, uno dei luoghi di maggior melting pot etnico e culturale della città, da sempre luogo di arrivo e partenza per persone e merci che viaggiano per mare, e proprio di questo luogo porta dentro il vociare come una chiamata ai fedeli.
H2O
In questo brano, più che negli altri, ci siamo immersi in un club immaginario, pulsante e claustrofobico nella ciclicità di un vortice di correnti. Ale Bavo ha estrapolato dal sample un groove, una cadenza digitale che si è portata dietro il resto delle idee compositive con estrema naturalezza. Attraverso la ripetitività della cassa abbiamo voluto richiamare il rollio delle imbarcazioni in navigazione, sempre uguale a se stesso, ritmico ma ricco di diverse sfumature, di ondeggiamenti trasversali, di schizzi spumeggianti inaspettati sulla chiglia.
Drops
Un tema frammentato che nasce dal suono di gocce digitali e fornisce lo scheletro ad una composizione che si sviluppa quasi autonomamente fino al suo apice con un grande drop orchestrale. Il pianoforte è uno Yamaha gran coda registrato sfruttando il particolarissimo suono della Sala della Galea del Museo del Mare di Genova dove appunto risiede questa ricostruzione di 42 metri della nave a remi. La sala era storicamente una sorta di cantiere di costruzione delle navi che da lì venivano immesse direttamente in mare. Il suono pieno, bagnato e ricco di un magico riverbero ha evocato una grande orchestra sinfonica che chiude il brano in un lunghissimo crescendo. La scelta di usare una sala di pietra molto lunga e stretta dagli alti soffitti come spazio per le registrazioni del pianoforte ha influenzato attraverso la sua risposta sonora quello che Alberto è andato a scrivere sui brani.
Underwater Today
Da ogni particella del frammento sonoro sul quale abbiamo lavorato si staccano lentamente cellule tematiche che dialogano tra loro con l’eleganza scomposta di un mare leggermente increspato. Ognuna con il suo ritmo, la sua tessitura sonora, il suo percorso. Sono onde che sembrano non volersi incontrare mai e invece creano nuovi significati, nuove direzioni ad ogni incontro. Il vociare dei delfini passato attraverso i modulari e le patch di Guido diventa una pelle sopra cui i synth wavetables di Ale Bavo creano aperture e chiamate per i musicisti.
12 Meters
Questo brano nasce immerso a 12 metri di profondità, attorno alla ex-piattaforma offshore Porto Petroli. Dal rotolio dei sassi e dal rumore dei morsi di piccoli pesci nasce lentamente un arpeggio di sax e viola che avvolge i suoni di profondità per scomparire tornando in ascolto. La viola ha un’accordatura aperta che crea una sonorità eterea, “inesistente”. Sui drop del finale Federico Dragogna disegna un piccolo coro sfuocato, come il nostro sguardo in mare, un tentativo di far risuonare la voce dell’uomo in un elemento che non la prevede.
Oceano Stellare
Raffaele e Moritz Schuster hanno creato un moto ondoso nel dialogo tra viola e sax. Un arpeggiatore di timbri acustici, costruito attraverso la registrazione live di diversi layers che si sono andati a sommare a quelli digitali. Il main theme del brano è la risultante di una serie di resonators ed esaltatori di armonici applicati al sample originale. I producer hanno estrapolato la melodia che giaceva nel suono registrato sul fondo del mare per portarla nel cosmo e dipingere la colonna sonora per un viaggio interstellare immaginario.
Gray Whale
E’ il primo singolo che ha anticipato l’uscita dell’album, lo hanno potuto ascoltare in anteprima i visitatori dell’Acquario di Genova mentre perdevano il loro sguardo dentro al blu dell’acqua circostante. Arrivati alla fine della produzione di questo brano abbiamo scoperto che il suono di origine sconosciuta da cui eravamo partiti ed intorno a cui è stato scritto questo mantrico arpeggio di pianoforte da Alberto Bof era la voce di una Balena Grigia di Monterey Bay.
Floating
Una sospensione, forse una canzone che torna alla memoria tra lo sciabordio delicato delle ondine su una chiglia. Un vento improvviso si alza da Est, la vela comincia a fileggiare, poi si gonfia parte in navigazione. La canzone torna alla mente ma lo sguardo è ormai all’orizzonte infinito del mare, ad un nuovo mistero da raggiungere. FiloQ disegna il beat e l’andamento sbilenco utilizzando per la parte ritmica una serie di suoni percussivi generati dalla registrazione di grucce e colonne di metallo percosse dell’Acquario di Genova.
Mare Calmo
E se potessimo sederci sul pelo dell’acqua e lentamente scendere fino a sederci sul fondale respirando serenamente e chiudere pian piano gli occhi fino ad usare soltanto l’udito come un sonar? Ci è piaciuto illuderci di poter capire linguaggi liquidi e flebili, di tornare un po’ nell’utero della Vita. La chitarra di Francesco Bacci e la viola di Raffaele Rebaudengo sono state registrate contemporaneamente creando un dialogo dilatato scritto sul tessuto liquido dei campioni e dell’elettronica passando attraverso la stessa catena di pedali, effetti ed ampli analogici.