Avete ancora solo una settimana: questa. Il 2 agosto infatti finisce l’installazione “Eleven Songs”, creata da Sam Auinger e Hannes Strobl, su input del curatore Markus Steffens (qui tutte le info). L’occasione perfetta per vedere un Berghain “diverso”: alla luce del giorno (l’accesso è consentito dalle 14 alle 20), vuoto (è consentito un massimo di 50 persone per volta), rarefatto (qui infatti si tratta di un soundscape che interagisce con gli spazi della Halle dell’edificio di Am Wriezener Bahnhof usandoli come cassa di risonanza naturale). Non c’è il problema dell’essere respinti alla porta perché non piacete a questo o quel buttafuori, ma tenete conto che non esiste prevendita e l’unico modo per accedere – al costo di 8 euro – è presentarvi direttamente alla porta, sperando che non sia già stato raggiunto il limite delle 50 persone. Altrimenti, pazientare.
“In realtà pensavamo che non sarebbe arrivato quasi nessuno”: gira questa dichiarazione, da parte dello stato maggiore berghainiano. Previsioni contraddette: l’afflusso è più che buono. E se poi pensate che questo è stato un modo astuto per provare a monetizzare qualcosa in tempi di shut down obbligatorio (in Germania infatti i club indoor con più di 300 posti di capienza sono chiusi fino a fine agosto, da lì in poi il limite si alza a 750, sempre basso quindi), vi sbagliate: si tratta di un progetto pensato, approvato e messo in calendario ancora prima dell’avvento della pandemia. Pandemia verso cui il Berghain ha peraltro un atteggiamento iperprudenziale: al momento i primi eventi confermati sono a metà novembre (18 e 19, con la residenza affidata alla “sacra famiglia” del minimalismo: Terry Riley e Gyan Riley, ma si parla di classica contemporanea, non di techno) e l’1 dicembre, col concerto – posticipato rispetto alla data originale – del nostro Lorenzo Senni. Fra le varie voci che circolano, tutte da controllare, c’è chi ipotizza una ripresa delle Klubnacht canoniche solo da inizio 2021, a patto che non ci siano ulteriori emergenze ed intoppi pandemici.
