Potrebbe essere al cento per cento il titolo per un sito dedicato al basket, quello di questo che leggete qui sopra: Bologna (sponda Virtus) esattamente come l’Aquila Trento stanno infatti affrontando i play off (rispettivamente contro Tortona e l’Olimpia Milano), e se la Virtus lo fa da favoritissima – quindi un occhio di riguardo ce l’ha per forza – Trento è stata protagonista della più grande sorpresa di gara 1 del primo turno, andando a sbancare il Forum della favoritissima Armani.
In fondo, a seguire musiche più di nicchia e ricercate come quelle che occupano il 90% dei contenuti di questo sito ci si sente un po’ come appassionati di basket in un Paese, l’Italia, che è monocolore calcistico come poche altri in Europa. Si sa di essere in minoranza, ecco, ma è una minoranza di cui essere orgogliosi – e che si ama tendenzialmente per davvero, non per convenienza.
Il rischio è il fatto che essere sempre e comunque minoranza ti possa logorare, ti possa far perdere un po’ di entusiasmo. Un rischio ancora più forte nella società contemporanea, dove praticamente tutti abbiamo introiettato un po’ lo spirito da social per cui non è importante quello che facciamo davvero, ma quanto è figo e quanto è comunicabile per aumentare il marketing di se stessi ciò che facciamo o dichiariamo di fare. Seguire degli eventi magari non sold out da mesi, magari non con bagni di folla, magari non in grado di attirare cuoricini sui social o ammirazione degli amici meno appassionati, è meno motivante.
Invece, dovrebbe esserlo di più. Va riscoperto il piacere di avere delle passioni (anche) controcorrente. A furia di voler combinare alto e basso, di analizzare il mainstream come fosse ricerca intellettualistica (e di virare la ricerca intellettualistica verso lo status di “nuovo mainstream”), questa cosa la stiamo un po’ trascurando.
Ecco allora che quello che succede questo weekend (17 e 18 maggio) ed anche il prossimo (24 e 25) a Trento (anzi, non esattamente a Trento, a Rovereto; ma in realtà come spieghiamo sotto sono realtà molto, molto collegate), col ritorno della rassegna Spaceways, è molto importante. In un programma costruito con molta cura, si intersecano voci molto significative dell’elettronica da un lato, del jazz dall’altro, dell’indie più coraggioso e meno paraculo dall’altro ancora. Si toccano anche altri ambiti espressivi, vedi la danza, ma quello che conta è che ci sono nomi come Uri Caine e Hamid Drake per quanto riguarda il jazz, William Basinski per quanto riguarda l’elettronica, Daniela Pes ed ed Any Other per quanto riguarda l’indie. E se vogliamo metterci il deejaying, classe e ricercatezza stanno pure lì: vedi alla voce Nicola Conte e Rocco Pandiani, probabilmente i due più grandi conoscitori di “dancefloor jazz” in Italia. Qui trovate tutte le informazioni. Location, il polo museale del MART (uno dei poli museali più belli d’Europa) di Rovereto, che è emanazione dell’attività del Centro Santa Chiara di Trento.
Spaceways è molto coraggiosa, come rassegna. Lo sarebbe ovunque, lo è ancora di più in un contesto non metropolitano come Trento e Rovereto. A Bologna invece c’è più tradizione, ma guai a dare per scontato che lì sia tutto bello e tutto facile. Non lo è. Mai. Il team di Robot ha ormai una lunga storia che ha vissuto – lo abbiamo scritto più volte – anche i suoi momenti oscuri e difficili. Da questi momenti però è venuto fuori alla grande, ed anzi il festival-madre è diventato talmente grande, sicuro e consolidato da potersi permettere una gemmazione primaverile, una specie di spin-off illuminato, a nome Gemini. Bene: quest’anno in questo spin-off (sta diventando riduttivo chiamarlo così…) ci saranno, sempre il 17 e il 18 maggio, un maestro assoluto come Tony Humphries, la bravissima Maria Chiara Argirò fresca di affascinante album nuovo, l’assai richiesto Christian Löffler, gli elettrizzanti Acid Arab, il sempre intrigante Rival Consoles e poi, se proprio dobbiamo eleggere la scelta più bella dalla nostra prospettiva di outsider, troviamo meraviglioso l’aver chiamato gli Optimo (Espacio), la coppia di dj scozzesi meno paracula e fashion del mondo ma con una conoscenza enciclopedica ed una capacità di saper divertire altrettanto voluminosa. Tutte le informazioni, qui.
Quanto è bello apprezzare tanto il calcio, e qui lo si fa, ma amare da morire anche il basket.