Dunque, cos’è che potrebbe far diventare una delle tante uscite novembrine un grande successo? Ignorando per un attimo il genere, la moda, l’anno che corre e chi diavolo l’ha fatto, e provando a concentrarsi sull’effetto che produce il disco ecco che ci si arriva. Bastano quattro secondi per capire l’enorme differenza che c’è tra uno dei settemila EP che girano nelle nostre “librerie” e questa release firmata da Raffaele Attanasio, prima uscita della label Envlp. “Der Himmel Uber Berlin EP”, così si chiama.
L’idea che mi sono fatto è la seguente: la differenza fra questo magnifico lavoro e quello che mi è passato fra le mani nell’ultimo annetto sta tutta in queste tre cose. L’energia dirompente che emana il disco, roba che ti fa venire voglia di ballare, quasi di cantare (primo); la classe cristallina della versione solo piano, un raggio di luce elettronica dove l’elettronica non c’è (secondo); la semplicità dei pezzi, ultimo ma non meno importante punto in scaletta. A proposito, i pezzi sono solo due, l’original che da il titolo all’EP e la versione “solo piano”. Musica, dunque. Musica semplice, istantanea come quella di certi miei idoli che non cito per non essere sommerso dalle critiche. E’ una recensione – no? – mica una tavola rotonda sui geni bistrattati. Nel merito del disco aggiungerei che tecnicamente è un lavoro che molti producers (ma non moltissimi) saprebbero ricreare in un paio di giorni nel loro studio ben equipaggiato ma che forse per distrazione, per educazione o, magari, per un’occhio di troppo alla moda del momento non sono riusciti a creare. Insomma, per fare cose belle quello che più conta è avere l’intuizione giusta. Tecnica e sacrificio sono fondamentali, così come l’estro e la cultura…ma l’istinto! L’istinto è questo nuovo cielo berlinese. Anzi, e lo dico con uno strano e perverso orgoglio, l’istinto è questo cuore italiano che pulsa alternativamente a cassa dritta o intervallata.
House o techno poco importa. Batte forte.