Fate una prova, cercate in rete un’intervista a Raresh. Niente vero? Il risultato della vostra ricerca non può che essere un buco nell’acqua perché il giovanotto in questione non ama parlare di sé, men che meno sbottonarsi e lasciar trapelare le sue emozioni o la sua intimità. Mentre la sua carriera da dj veleggia fiera, con un pubblico che lo acclama praticamente ovunque, di lui si sa poco e nulla se non che è una figura tra le più solari della scena house mondiale. Tutto qui. La sua “antipatia” per i social, quasi cronica, si tramuta in un mutismo che viene interrotto soltanto durante il weekend quando, borsa dei dischi in spalla, prende possesso della consolle e condivide il suo gusto e la sua musica con il suo affezionatissimo pubblico. Raresh è questo e potrebbe essere molto altro, ma per lui è più importante seguire, al pari dei suoi amici Rhadoo e Petre Inspirescu, il rigido dettame del “poche chiacchiere e tanti fatti”. Ve ne accorgerete leggendo le risposte alla manciata di domande che ci ha concesso poco prima del party The Hyte Warehouse, durante l’Amsterdam Dance Event, un lusso del quale ci sentiamo più che mai fortunati.
È timido, ok, si sa nascondere e sceglie la via dei 12”…forse questo ci lascerà un po’ a bocca asciutta oggi, ma se questa rotta è davvero quella giusta, Raresh ci farà compagnia davvero a lungo. A ben vedere, ce ne fossero di artisti così.
Avere l’opportunità di intervistarti è più unica che rara: la tua “presenza online” è pressoché nulla, è difficilissimo trovare interviste in cui offri la possibilità di conoscerti ed è altrettanto arduo avere tra la mani la registrazione di un tuo dj set. Quella del low profile integralista è più una scelta o una necessità?
Beh…io sono una persona molto timida e, ad essere del tutto sinceri, rilasciare interviste non è proprio la cosa che preferisca. Sì, com’è che si dice? Low profile? Certo è che tutto questo è intenzionale! Sono convito, tra l’altro, che un po’ di mistero debba restare intorno alle persone, specie se queste si esibiscono di fronte a tanta gente ogni weekend. Per quanto riguarda i set registrati, poi, penso che la cosa migliore sia di gustarsi la musica dal vivo alla festa piuttosto che provare a riprodurre certe emozioni a casa, magari nel cuore della notte.
Non pensi che nel 2014, nel pieno dell’era dei dj superstar (per fama e cachet), il farsi conoscere solo ed esclusivamente attraverso le proprie esibizioni sia limitante?
Io penso che il mettersi in gioco debba fermarsi esclusivamente alla musica che un artista suona o produce. Io non prendo minimamente in considerazione l’idea di farmi un “nome” attraverso una pagina Facebook o attraverso altri metodi di promozione. È limitante vederla così perché il miglior metodo di promozione che uno può scegliere per se stesso è quello che entra in ballo quando si sta suonando ad un party.
Raccontaci qualcosa di te in grado di stupirci per davvero: chi è e cosa fa Raresh oltre a dispensare musica e sorrisi dalle consolle?
Io sono una persona davvero semplice che ha la fortuna di avere una bella famiglia alle spalle che lo supporta…e sì, sono davvero grato a tutti i miei amici per le feste e i momenti meravigliosi condivisi nel corso di tutti questi anni.
Passiamo alla musica e ai temi più attuali. Come detto, non è cosa da tutti i giorni avere tra le mani un tuo missato e per questo si fa un gran parlare della tua compilation Fabric: che storia hai scelto di raccontare attraverso la tua selezione? A quale pubblico ti sei inspirato quando hai registrato il set?
Ho cercato di creare un mix il più colorato possibile, con un groove deciso lungo tutto il suo sviluppo. Ho iniziato selezionando musica qualche mese fa, buttandola dentro una cartella e aspettando le autorizzazioni per inserirle nel set. Lavorarci su mi è sembrato come comprimere un’intera notte al Fabric in settantacinque minuti, immaginando di avere il pubblico davanti a me durante la registrazione.
Chi, come noi, l’ha ascoltata non può non aver trovato dei grossi punti di contatto con le raccolte curate da Petre Inspirescu e Rhadoo. Quali pensi siano le cose che più vi accomunano musicalmente e non? Quale parte del loro essere artisti vorresti rubar loro e fare tue?
Abbiamo certamente molti punti in comune, ma la cosa più importante è la nostra solida amicizia; poi viene la passione e la “fame” di musica che ci guida attraverso ciò che facciamo.
“The purpose of [a:rpia:r] is not to conquer the radio or tv. The measurement unit is not the chart, but the pure feeling and sensation on the dancefloor, in the club”. Vero, anzi verissimo, ma a conti fatti hai fatto il grande salto verso la notorietà grazie alla tua residency al Circo Loco e dopo essere diventato uno dei membri più richiesti del roster Cocoon. Chi voleva essere da ragazzino quando si immaginava uomo e dj?
È davvero così! Io vorrei ringraziare chi mi ha dato la possibilità di suonare ed esibirmi all’inizio della mia carriera! Quando ho iniziato a mettere i dischi all’età di quindici anni, nella mia città natale, non avevo modo di immaginare cosa mi avrebbe riservato il futuro…per me era davvero solo una questione di passione per la musica.
Sei uno dei membri più autorevoli di uno dei movimenti più chiusi e radicali dell’odierna scena elettronica mondiale. Tu, Petre Inspirescu e Rhadoo non avete mai pensato di cambiare il vostro percorso in favore di un suono più vicino ai gusti del grande pubblico?
Io penso che, a conti fatti, non conti cosa tu faccia, ma se ci metti la tua anima. Essere una persona e un artista flessibile è certamente una cosa giusta perché ciò che conta davvero è la gioia e l’appagamento che trasmetti alle persone che hai di fronte.
Cosa rispondi a chi afferma che Raresh è sì il dj più divertente del trio, ma anche quello più “semplice”?
Io provo soltanto a divertirmi tutte le volte che suono…semplicemente!
A proposito di giovani di belle speranze: è ormai qualche tempo che tu e Praslea vi dedicate e avete deciso di puntare sul vostro back to back. Cosa ci riserva l’immediato futuro di Praslesh?
Nelle prossime settimane avremo modo di suonare spesso insieme e uscirà un po’ di musica con la nostra firma, tra cui remix e tracce. Praslea è davvero un artista talentuoso, così suonare e dividere lo studio con lui è di grossa ispirazione per me.
Quella del 17 Ottobre al The Hyte Warehouse durante l’Amsterdam Dance Event è solo una delle più recenti occasioni in cui sei chiamato a dividere la consolle con Ricardo Villalobos. Cosa ti aspetti dal party? Cosa si prova a essere una delle sue spalle preferite?
Sono molto felice di potermi esibire al The Hyte Warehouse durante l’ADE, sono convinto che ci sarà da divertirsi: mettere i dischi insieme a Ricardo è sempre delizioso e speciale per me!
Chiudiamo cercando di soddisfare una nostra vecchia curiosità: ci hanno raccontato spesso che, tanti anni fa, Ricardo ti sentì suonare per la prima volta, ti concesse un’oretta del suo set e dopo decise di proporti a Cocoon. È solo una leggenda o c’è qualcosa di vero? Si può dire, comunque, che lui è il tuo vero maestro?
Sì è così: era il 2006, durante il primo party con Ricardo da noi e dopo quell’evento la mia carriera fuori dalla Romania è cambiata radicalmente. Lui è una persona davvero importante per me, infatti non posso che considerarlo un maestro vero e proprio.
[Scroll down for the English Version]
Do a test, try to surf the Internet and look for a Raresh’s interview. Nothing, isn’t it? Your research’s result could be a big failure because this young guy doesn’t like to talk at all about himself, about his emotions and about his private life. While his career is growing very fast as a Dj, with many fans enjoying him everywhere, no one knows a lot about him, except for the fact that he is one of the most enthusiastic person in the international scene of house music. This is it. He keeps rejecting to be present on social media and this only changes during the week-ends. With the Dj bag on the shoulder he goes into the club and he becomes the master of the decks sharing his good taste of music with his followers. This is Raresh and he could be said a lot more, but it is more important for him to follow, as his friends Rhadoo and Petre Inspirescu, his dogmatic philosophy of “ less talk, more facts!”. You will notice it reading through the interview he granted us before the party The Hyte Warehouse, during the Amsterdam Dance Event. We are really grateful to him.
Ok, he’s shy and he knows how to hide himself behind 12”…maybe this will disappoint us today but, if this is the right way, Raresh is going to be a great artist for a long time. Thinking about it, we hope to meet a lot of artist like him.
Having the chance to interview you is such a rare thing: it’s so rare to catch interviews of yours on line, as it is to get some recordings of your sets. Is that made on purpose? Is this “low profile” approach with the media accidental or intentional?
Well… I am a shy person and to be honest interviews are not really my favourite thing to do… and yes it is as you say, low profile? For sure that’s intentional! I believe strongly that some mystery has to be kept about yourself, even if you appear in front of many people each weekend. With recorded sets, I think the best experience you have is there at the party, instead of trying to recreate the feeling at home with a recorded set from a certain night!
Don’t you think that in year 2014, when dj’s tend to be superstars (or at least, that’s how they’re depicted), communication yourself and your presence within the game only through your dj sets is, in a way, limitating?
The presence in the ‘’game’’ has to be noticed only by the quality of music that you play or you make… I don’t consider that you can make yourself a name only by the Facebook page or any other method of promotion… It is only limiting the ones who believe in this… the best promotion you can do is at the party where you play!
Tell us something about yourself that goes beyond your dj sets and the smiles you share while playing – something that may even surprise us.
I am a simple guy but I have a beautiful family who supports me through everything… and for sure I am very thankful to my friends for all the great parties and moments we shared over all these years!
Getting back to music, as said it’s really rare to have the chance to listen to recordings of your sets, that is why there’s such a buzz surrounding the Fabric release you’ve made. What’s the story behind the tracklist you’ve selected? Which type of crowd were you having in mind while setting this release up?
I tried to make the mix as colourful as I could and tried to keep the groove going for the full length… I started selecting the tracks a few months before and putting them in a folder, then we had to wait for all the clearances… It felt like compressing a whole night of fabric into 1 hour and 15 minutes and I imagined the crowd were there when I was recording the mix.
Our impression is that there are more than a few things running in common between your Fabric effort and those made by Petre Inspirescu and Rhadoo. How many things do you guys have in common, musically and non musically speaking? Is there anything of their style and approach that you envy, and you’d love to have it yours?
For sure we have many things in common, but the most valuable one is our friendship. Then comes the passion and the thirst for music which guides us through what we do.
“The purpose of [a:rpia:r] is not to conquer the radio or tv. The measurement unit is not the chart, but the pure feeling and sensation on the dancefloor, in the club”. Definitely true. But actually the veritable take off of your career was the great exposure you had with the Circo Loco residency and being part of the Cocoon roster. When you were a teenage, starting to dj, what were you really aiming at? What kind of expectations were you having, professionally and as a human being?
Yes is definitely true! And I would like to thank everyone who gave me the chance to play at the beginning of my career! When I started to play music at the age of 15 in my home town I could not have foreseen such a future… for me it was just a huge passion for music!
You’re one of the most authoritative members of a very artistically radical and tight collective. Have you ever thought, you and Petre and Rhadoo, that maybe it was possible to loosen things a bit? Like, being a little bit more crowdpleasing?
No matter what you do, you have to do it with your soul! It is good to be flexible in any situation but when people feel the joy for sure they will be pleased…
It is said sometimes that Raresh is the most entertaining of the three, but the easiest to listen to as well: how would you consider this statement?
I am just trying to have a great time every time I play… simple as that!
Talking about emerging talents: you and Praslea recently are focusing a lot on your back to back set. What are the plans for Praslesh?
For sure we will have some more gigs together and we’re working on some remixes and tracks which will come out soon… Praslea is a very talented artist and playing and producing with him is very inspiring.
The one on the 17th of October is one of those nights when you’re going to share the booth with Ricardo for his night Ricardo Villalobos and Friends which is part of the HYTE series of events. I’m sure it is not for the first time. What do we have to expect from that night? How does it feel to be one of Ricardo’s favourite booth partners?
I am very happy about the gig at ADE and we will have a great time for sure… sharing the decks with Ricardo is always a delight and a big inspiration for me!
Last question, trying to fulfill a curiosity we’ve always had: we’ve been often told that Ricardo proposed you to the Cocoon crew right after just one hour of listening to your set. Is that true, or just a inaccurate legend? Dare we say, anyway, that Ricardo is your true maestro?
Yes it’s true, it was in 2006 and we had the first party with Ricardo in Romania. After that party, things really took off for me outside Romania. Ricardo is a very special person for me and indeed a true maestro![/tab]
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Pics by Jimmy Mould