Allora. RBMA Bass Camp. Ovvero, una Red Bull Music Academy “in piccolo”, una specie di suo showcase di soli tre/quattro giorni e coi participant convocati “a chiamata” e non selezionati dalla ferocissima Application Form (ehi, oggi ultimo giorno utile per mandarla!). Cinque anni fa, a Moleto, nelle Langhe piemontesi in un borgo-gioiello, fu splendido: il primo, primissimo RBMA Bass Camp italiano, svoltosi nel 2012, non solo radunò una quantità davvero notevole di talenti (per citarne qualcuno: Clap! Clap!, Fabrizio Mammarella, Dukwa, Ghemon, Massimo Di Lena e Lucio Aquilina, Ckrono… ed era, lo ripetiamo, il 2012) ma ancora di più fu una meravigliosa esperienza umana. Patrick Pulsinger e Gareth Jones, coaudiuvati da Francisco e Marco Passarani, furono dei tutor eccezionali non solo tecnicamente ma anche nel modo di porsi, al 100% orizzontale e paritario. Tant’è che che chi vi scrive ricorda ancora la frase di uno dei participant “Non ci credo, ho colui che ha creato il suono di “Black Celebration” dei Depeche Mode che non solo mi sta dando dritte assurde ma mi sta pure aiutando a cablare le cose manco fosse il mio assistente…”. Rende bene l’idea. La magia di un borghetto medievale, quello di Moleto, requisito al 100% in un lungo weekend in cui la musica, i lavori in studio, le collaborazioni e le improvvisazioni sono andate avanti praticamente ventiquattro ore al giorno, senza sosta, fece il resto. Chiunque sia passato da quell’esperienza ve lo può confermare: è stato magico. Chiedete, se vi capita, se conoscete di persona qualcuno degli artisti che ci passò. Chiedete direttamente.
Cinque anni dopo, l’esperienza si ripete. La Red Bull Music Academy decide di riportare un Bass Camp in Italia. Cambiano un po’ di cose: dopo l’esperienza in “splendido isolamento” nelle Langhe si è deciso di provare il sapore opposto, quello della metropoli. E quindi: Roma. Anche se la sede del Bass Camp vero e proprio sarà comunque lontano dallo stress metropolitano: ci si sistemerà alle porte dell’Urbe, al Casale del Gallo. Gli eventi serali però, quelli aperti a tutti e non solo ai participant!, andranno nel cuore cittadino: dalla opening night all’Hotel Butterfly fino all’Ex Dogana, passando per l’Auditorium del Parco della Musica. Tutte le info necessarie al pubblico le potete trovare qui. Soprattutto la serata del sabato, da un punto di vista “soundwalliano”, vi consigliamo davvero di non perderla. Dalla prima parte sperimentale, con un progetto specialissimo di Lorenzo Senni in anteprima assoluta e gli ispiratissimi e calibratissimi modulari di Caterina Barbieri, ad un seconda parte che è una specie di “All Star” intelligente sulle rifrazioni che può avere la techno ieri, oggi e domani (Rabih Beaini, Lory D, Hiele, Rrose, tutti live – e Giorgio Gigli a legare tutto come dj). Ci sarebbe poi da parlare delle lecture che darà un gigante italiano come Tullio De Piscopo, o uno dei più grandi compositori di colonne sonore contemporanei come Johann Johannson, o lo stesso Lory D; o dello spessore degli studio tutor (Marco Passarani e Matias Aguayo, ma di sicuro passeranno a fare anche un salto e dare una mano Francisco aka L.U.C.A. e David “Little Tony Negri” Nerattini, protagonisti del galà d’apertura il 14).
Ma una cosa ve la diciamo in anteprima (anche perché insomma siamo un po’ insider, la lista che leggerete è infatti il frutto finale di un rimbalzo di decine e decine di mail tra chi vi scrive, un po’ di persone illuminate della scena e il cuore operativo della Red Bull Music Academy in Germania): chi saranno i partecipanti. Sceglierne sedici, ce ne siamo accorti, è stato molto duro. Perché di gente brava in Italia ce n’è veramente tanta. Il criterio è stato simile a quello che si usa per l’Academy vera e propria: cercare un equilibrio fra stili, background ed attitudini diversi, scegliere chi dà l’idea di non vivere la musica come una gara e come solo ed unicamente un mezzo per diventare famosi e, ovviamente, il talento. Comunque sì, sono sedici, se chiedete al sottoscritto la lista doveva essere grande almeno il doppio, però ecco, è davvero bello leggere in fila questi nomi: Chevel, CRLN, DNN, Edisonnoside, Giesse, Go Dugong, Harptical, Key Clef, L I M, LNDFK, Morkebla, Petit Singe, Raw M.T., Stév, Turbojazz, Yakamoto Kotzuga. E’ bello perché assapori anche la diversità di suono che ciascuno si porta dietro: la sfida tra il 14 e il 17 settembre sarà armonizzare questa diversità, renderla creativa, creare continue scintille artistiche.
Perché al di là dei grandi eventi, dei grandi festival, della fama, della gloria, delle serate da migliaia di persone davanti, della corsa ad essere più influenti e più ricchi, la musica è e deve essere prima di tutto una scintilla di arte e creatività, è un discorso di condivisione e avanzamento. E di tocco e conoscenza umana. Bello ricordarselo, di tanto in tanto.