L’annuncio delle crew che si sfideranno il prossimo 10 giugno, nella splendida cornice urbana di piazzale Donne Partigiane, altrimenti nota come “la piazza di Barona”, ci ha fatto salire l’acquolina in bocca a livelli mai visti, soprattutto per la presenza di alcuni artisti “nostri” come Populous, Go Dugong e Phra dei Crookers affiancati ad artisti al di fuori dei nostri ascolti abituali come Clementino o Mudimbi, in pieno spirito di clash culturale, a sfidare sotto l’egida dello stesso spirito realtà interessantissime come la crew di Salmo e quella di Macro Beats, già vincitrice della prima edizione.
Siccome però non siamo mai contenti, abbiamo deciso di provare a fare un gioco: come sarebbero state le squadre, se le avessimo scelte noi?
La prima crew che vorremmo vedere in un’edizione italiana è in realtà un leggero rimaneggiamento di una già presente: riuscite a immaginare cosa succederebbe se ai alla cumbia e ai beat raccolti in giro per il mondo di Populous, Go Dugong, Chiamu e Milangeles si affiancassero il flow esotico di Ghali e l’energia inarrestabile di Enzo Dong? Secondo noi una combo del genere sarebbe devastante nel suo essere impossibile da ricondurre a una denominazione geografica precisa.
A far loro da contraltare, invece, vorremmo vedere qualcosa di estremamente italiano e quindi di solare e funky: la Body Heat Gang Band ha già ampiamente dimostrato di saper reggere contesti e sfide diversi tra loro e più di una volta ha accolto tra le sue fila un autentico agitatore di folle come Tormento, ma a impreziosire il tutto, tanto per esagerare, ci piacerebbe che ai piatti ci fosse Ice One, che è già stato in tour con una banda di strumentisti e quindi sarebbe assolutamente sul pezzo.
Ragionando sempre per contrasto (si parla di Culture Clash, dopotutto), la terza crew del nostro contest immaginario sarebbe composta da artisti che hanno le loro ispirazioni principali fuori dallo stivale: si tratta di Lorenzo Senni e Pigro On Sofa, con i loro suoni derivati dalla trance e dall’hardcore nordeuropee, accompagnati per l’occasione dalla Dark Polo Gang.
I fenomeni da baraccone romani sono già stati su un palco proprio con Senni, in occasione dell’ultimo Club To Club, e ci piacerebbe vederli alle prese non solo con la sua “pointillistic trance” ma anche con l’eleganza gabber di Pigro: siamo convinti che la miscela potrebbe regalare soddisfazioni.
A chiudere il cerchio, poi, immaginiamo una delle crew più a suo agio quando si tratta di far saltare le folle con i beat sbilenchi, la Gang Of Ducks, che immaginiamo riuscirebbe a trovare la quadra con la nuova generazione della trap italiana: Izi, Tedua, Rkomi e Sfera Ebbasta potrebbero appoggiarsi perfettamente sulle scariche di violenza dei paperi.
Bonus track: il nostro Culture Clash immaginario si svolge a Milano, ma se fosse a Roma, come lo vedreste un ensemble capitolino in cui i Colle Der Fomento uniscono le forze con Francisco e Tiger & Woods?
Ma visto che stiamo sognando a occhi aperti, cosa ci vieta di fermarci all’Italia? Come schiereremmo le squadre di un ipotetico Culture Clash mondiale, se avessimo un budget illimitato?
Prendendo ispirazione dalle passate edizioni, sicuramente vorremmo vedere la crew BBK già vincitrice in passato, con Skepta, JME, Stormzy e Solo 45 andare un po’ oltre il solito grime e quindi vederli cimentarsi sui beat non solo di Preditah ma anche di leggende dello UK Garage come Dj EZ e Dj Q.
Restando in terra inglese, poi, ci sembrerebbe un sacrilegio trascurare dj che hanno fatto dello scontro culturale la propria ragione di vita come Jaguar Skills, A.skillz e Krafty Kuts: oltretutto, data la loro abilità sovrumana nel far “parlare” i dischi, probabilmente riuscirebbero a fare la loro figura anche senza alcun MC.
Se si parla di dj che accostano culture apparentemente in contrasto tra loro, potremmo mai trascurare i 2ManyDj’s? Ovviamente no, e nei nostri sogni ci piacerebbe che a fomentare il pubblico sui loro mix improbabili ci fossero Mike D e Ad-Rock dei Beastie Boys: abbiamo detto “budget illimitato”, purtroppo, non “miracoli”, quindi dovremmo accontentarci di due terzi del gruppo.
Per far fronte a tre crew del genere ci vorrebbero davvero dei pezzi grossi, e se si parla di pezzi grossi in grado di affrontare qualunque tipo di sfida musicale noi mettiamo sul tavolo i Masters At Work: su chi debba metterci la voce c’è solo l’imbarazzo della scelta tra gli innumerevoli artisti che hanno cantato sulle tracce di Louie Vega e Kenny Dope, dalle soul divas come, per dirne una, Barbara Tucker, alle voci maschili più suadenti come Robert Owens, ma dato che l’obiettivo è far saltare il pubblico probabilmente sceglieremmo Byron Stingily.
Purtroppo il formato prevede solo quattro crew ad affrontarsi quindi ci fermiamo qui, ma ci sarebbero altre mille combinazioni che ci piacerebbero: un team romanticone Crew Love vs. Drake & Kendrick Lamar? Un team in punta di fioretto con Thundercat, Badbadnotgood, Kaytranada e D’Angelo? P Diddy che riprende la collaborazione con Guy Gerber assieme a Loco Dice che riscopre le sue radici hip hop? Voi chi fareste scontrare nel vostro clash ideale?