Certe volte anche gli italiani sanno fare le cose bene. Eccome. Su quanto la Red Bull Music Academy sia bella, avvincente, formativa, affascinante già ve ne abbiamo parlato (ed è inutile riparlarvene, almeno sul breve, visto che il termine per spedire l’application form per il 2012 scadeva qualche giorno fa). Su quanto i quindici giorni che si passano là all’Academy possano essere magici, ci si trova più o meno tutti d’accordo (anche perché se la lista dei docenti negli anni è finora questa, vedete un po’ voi se ci si può trovare male).
L’esperimento però di ricreare una specie di “mini Academy” italiana, ovvero il Bass Camp nel Monferrato di cui vi abbiamo dato notizia un pugno di settimane fa, alla fine è risultato non riuscito: di più. Tutto era condensato in poco tempo (da un giovedì sera a una domenica mattina), quindi il rischio che la mayonnaise impazzisse – che non scoccasse la scintilla tra i partecipanti, che ognuno stesse per conto suo, che fosse solo una riunione un po’ divertente un po’ noiosa con giusto la partecipazione di un paio di producer sufficientemente vip – indubbiamente c’era.
E invece: il feedback da parte di un mostro sacro dell’ingegneria del suono come Gareth Jones è stato pezzesco (parliamo dell’uomo che ha “inventato” il suono dei Depeche Mode da “Some Great Reward” in poi), Patrick Pulsinger con le sue lezioni sui sintetizzatori modulari e coi suoi sorrisi ha conquistati tutti, Morgan Geist si è tolto da solo un sacco di ore sonno pur arrivando da Oslo e da una notte non dormita pur di perdersi il meno possibile. Qui vi fate un’idea, giusto per prendere la cronaca di un giorno a caso (troverete pure le altre). Ma la cosa più impressionante è stato il risultato artistico finale: in un lasso di tempo così ridotte le tracce prodotte (magari non finite al 100%, ma quasi) sono state una quindicina. Tutte di una qualità che… beh, a breve giudicherete voi stessi.
A proposito, visto che bisogna sempre controllare di persona e non fidarsi passivamente di quello che si scrive in giro provate comunque a chiedere ai partecipanti, sul web o se li incontrate in giro, com’è andata: in ordine rigorosamente sparso Digi G’Alessio, Luminodisco, Lorenzo But In The Weekend, LRNZ, Massimo Di Lena, Fabrizio Mammarella, Ghemon, Vilma Kragic, Marco D’Aquino aka Dukwa, Cosmo, Matteo Lavagna aka Refleksie, Lucio Aquilina, Kae, ‘Em, Steven Smirney, PassEnger, Neeva, Ckrono, Grillo.
Gente che presa complessivamente canta, suona, produce e fa house, hip hop, techno, soul, psichedelia, broken beat, jazz, rock, electro… Poteva nascere una gran confusione creativa sterile e caotica, invece è avvenuto un mezzo miracolo artistico (e questo grazie anche alla guida dei tutor di lusso Marco Passarani, Francisco e Delphi). Anche se la soddisfazione più bella, davvero, è stato l’intreccio di amicizie che è nato fin da subito. Niente gruppetti e comunelle, ma collaborazione totale ed incrociata. Un’esperienza davvero indimenticabile per tutti, che l’anno prossimo probabilmente si ripeterà: quindi se avete fatto l’application per New York 2012, non siete stati alla fine selezionati ma siete risultati fra gli applicants migliori in Italia, buone cose vi aspettano nel 2013.