Guerrilla marketing ed eventi live a sorpresa, mini-concerto televisivo e progetti interattivi HTML5…poi, a distanza di poche ore dal leak dell’anticipatissimo Reflektor, qualcosa di davvero inatteso: questo tweet. Gli Arcade Fire sono tornati, suonano elettronica (tra i produttori dell’album c’è James Murphy, fu LCD Soundsystem), cantano con Bowie (fan del gruppo da sempre; il prossimo della lista è Grohl?) e spiegano come si combatte, con classe, la pirateria.
I canadesi non sono certamente i primi a rendere disponibile un proprio lavoro, in streaming, constatata la presenza dello stesso in rete: questa è – ormai – una manovra commerciale standard che non necessita di spiegazioni. Gli Arcade Fire – però – hanno fatto di più, più del semplice caricare un paio di tracce su SoundCloud o del twittarne il download per altrettante. Gli Arcade Fire hanno caricato un vero e proprio “videoclip”, di 85 minuti circa, dell’intero album.
Esprimere un parere sul risultato finale esula dagli scopi di quest’articolo, ma sentire Bowie fare eco a Butler “Thought you were praying to the Resurrector; turns out it was just a Reflektor” mentre un carosello colorato sfila e si disperde è una cosa bella.