“Reggiti forte, è roba che scotta. Ehi, non è un disco chill out da pandemia. No. E’ il contrario…”: un carteggio carbonaro con Marco Passarani è sempre una bella esperienza. Un po’ perché ad un certo punto ti ritroverai a parlare di calcio (ed è bello, anche se lui tifa accanitamente per una squadra che in molti trovano discutibile), ma soprattutto perché Passarani è un pozzo di scienza, sapienza ed umanità.
Mai abbastanza celebrato (fra i producer di musica elettronica in Italia lui prima e più di quasi tutti gli altri ha aperto barriere, creato network, ottenuto riconoscimenti mondiali, guadagnato stime ai livelli più alti: lo si dovrebbe ripetere più spesso), ha avuto un curioso destino: uno spin off nato praticamente per scherzo, Tiger & Woods giocato assieme al socio Delphi, è quello che gli ha (ri)dato fama mondiale e fatto girare il globo a far date, una specie di seconda fase dopo la prima culminata nella release su Peacefrog, negli anni ’90 e primi 2000 un’autentica ammiraglia dell’elettronica.
La disco eighties trasfigurata e l’editing raffinatissimo di Tiger&Woods fa però giustizia solo relativamente al suono di Passarani. Un suono che passa attraverso la lezione detroitiana (ma mentre altri ciarlano di questa cosa per farsi belli, lui con la “vera” Detroit ha un filo più che diretto da praticamente trent’anni) per immergersi nelle acid ed electro più di classe ed immaginifiche – e in qualche caso, le più romantiche, vedi appunto l’era “Sullen Look”. Ma appunto: con la terza release della sua ancora giovanissima, nuova label personale (Unrelatable, che arriva allo 003 in catalogo) le cose si fanno belle intense. Samo felicissimi di presentare in anteprima il pezzo che apre la release, gustatevelo per bene, merita:
Non solo. Come appetizer, così vi fate un’idea e magari mettete subito in preorder, ecco la release di Marco (“Flash Zero” il titolo dell’EP) concentrata in un minuto solo, qui sotto. Passarani è in formissima. Un fuoriclasse che non ha mai perso il tocco di palla e che continua a spiegarla ogni volta che scende in campo, un producer (e una “testa”, per carisma e visione) di cui dobbiamo andare tutti parecchio orgogliosi.