“Al giorno d’oggi si da troppa importanza alla figura del dj. Alla fine chi è? È quello che smanetta e mette i dischi, non dovrebbe valere troppo la pena fissarlo, filmarlo o stargli dietro come groupie”. Oppure: “oggi, come tante altre volte, ho chiesto di iniziare io per primo. Voglio che anche i giovani abbiano il loro spazio, voglio che anche i resident abbiano la vetrina che meritano. Loro tirano la carretta sempre, poi arriva la guest e raccoglie i frutti. È giusto che anche loro si divertano di tanto in tanto”.
Questo è Alex Neri e non c’è retorica nelle sue parole. Quando mi parla, al termine della sua data romana del Nissan Juke with Ministry Of Sound Tour al Circolo degli Illuminati, mi guarda fisso dritto negli occhi. Questo è il suo pensiero e la fermezza della sua voce e del suo sguardo indicano chiaramente che non ci sono crepe tra le sue parole: vent’anni di musica e consolle danno sufficiente consapevolezza, è evidente.
E allora? Allora Alex è il primo in scaletta questa volta, e dopo di lui Gianluca Pichierri e Third Child, resident del party che ogni sabato fa divertire centinaia di giovani. La festa è atipica: difficile attendersi dal dj toscano quel suono che da settimane caratterizza gli scurissimi warm up al Circolo degli Illuminati. Alex Neri è house, nasce house e – molto probabilmente – morirà tale. Ma Alex Neri è un dj col pelo sullo stomaco e la testa sufficientemente alta per capire cosa ci vuole per soddisfare e saziare una pista. Una quarantina di minuti di studio, quindi, e la situazione è completamente sotto controllo, neanche si trattasse di un suo dj set al Tenax. Morbido – forse anche troppo – all’inizio, il suo sound s’imbastardisce col passare dei dischi, pur continuando a strizzare l’occhio a quei campioni vocali e a quelle melodie a lui tanto care. Basta un disco e si accende la lampadina: è questa la strada e le ultime tre ore del suo set sono un continuo crescendo. Alex decide di non andare troppo per il sottile e il groove del suo set suona esattamente come una dichiarazione di guerra: crudo e quadrato, talvolta sterza vertiginosamente verso una techno perentoria. L’impianto, poi, è lì a fare il resto del lavoro sottolineando, qualora ce ne fosse realmente bisogno, quelli che sono i punti esclamativi delle sue quattro ore abbondanti di musica. A giudicare dalle mani al cielo, i momenti più alti del set di Alex sono scanditi da quello che lui si è limitato a chiamare “un Warp del 1989” e dall’edit di Julian Perez di “The Night Train” di Kadoc su Fathers & Sons.
“Oh, ma sai che questo posto ha una grande energia?”. Difficile capire fin dove arrivano i meriti di Alex e della sua musica e dove iniziano quelli dei mille fattori che contribuiscono in modo determinante alla riuscita di un party. Stanotte, però, abbiamo la fortuna di avere a nostra disposizione una risposta a tutto: “il dj conta fino ad un certo punto, sono i ragazzi che lavorano quotidianamente ad una festa a fare la differenza. La ragazza in cassa, quella al guardaroba, i buttafuori e i barman. Per non parlare di tutti quelli in pista”.
Anche stanotte la musica, così come le parole, scorre sciolta e ricca di momenti da ricordare. Così com’è da ricordare questo Nissan Juke with Ministry Of Sound Tour, che ci riconsegna – ammesso che qualcuno l’abbia mai accantonato – una grande persona ed un ottimo dj.
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Video: Studio Aira
Pics: Stefano Bruni