La Repubblica, in un articolo dell’anno scorso, compara Resident Advisor alla “Bibbia dell’elettronica” ed effettivamente, da quando nel 2001 gli australiani Paul Clement e Nick Sabine han deciso di dar sfogo alla loro passione per l’elettronica creando un portale dove esporre e discutere il tema, RA è divenuto il prinicipale organo di stampa nel settore, affermandosi rapidamente come un brand capace di svilupparsi in maniera camaleontica, offrendo ogni anno nuovi servizi ai suoi utenti. Nell’anno del suo decimo anniversario abbiam incontrato Nick Sabine, uno dei 2 fondatori, per scambiare 2 chiacchere con lui sul passato, presente e futuro di Resident Advisor.
Com’è iniziato tutto nel 2001?
Sviluppammo il sito per creare una piattaforma dove discutere la musica di cui eravamo e di cui siamo ancora appassionati. All’inizio il nostro audience era principalmente australiano, ma sentimmo che c’era un modo per fornire ad RA un audience più grande. Ci son voluti anni per metter tutto assieme ma ne è valsa la pena.
Che significa costruire un brand senza frontiere come Resident Advisor nella mutevolezza che contraddistingue gli orizzonti della comunicazione contemporanea?
Fummo ispirati dalla libertà di cui godeva la creatività nelle pubblicazioni web e nella generale mancanza di confini geografici oltre cui espandarsi. Uno dei cambiamenti più significativi è stata la globalizzazione dell’informazione. Grazie a piattaforme digitali quali Twitter, Facebook ed RA la scena elettronica internazionale è decisamente molto più collegata di quanto non lo fosse 10 anni fa, sia per gli artisti che per i fans. Grazie alla relativa facilità nell’accesso ad internet e l’abbattimento dei suoi costi, aspiranti artisti indipendenti hanno ora l’opportunità di mettersi in contatto con un audience internazionale ed i fan posson entrare immediatamente in contatto con la musica, la cultura e le mode creative delle differenti nazioni.
Come credete che RA dovrebbe svilupparsi nel futuro più prossimo?
Stiamo lavorando ad un sacco di cose, abbiamo recentemente lanciato RA Japan e continueremo ad espandere le versioni con lingue locali per permetter a sempre più persone d’usare RA. Abbiam recentemente lanciato anche RA tracks che permette d’acquistare musica dalle tue etichette ed artisti preferiti direttamente sul sito e stiam continuando a sviluppare il tema dei documentari, come già fatto nei mesi scorsi con la nuova rubrica Real Scenes. E ci son un sacco di altre cose che al momento non posso ancora rivelare.
Alcuni ricercatori credono che i primi idiomi / modi di comunicare si siano sviluppati dalla musica ed ovviamente la musica continua ad assolvere molte funzioni nelle differenti culture contemporanee. Ma con l’espansione che il fenomeno ha avuto al seguito dell’avvento di internet c’è gente preoccupata del fatto che la musica stia iniziando a perdere il suo valore comunicativo per diventare sempre più un bene di consumo nel mondo globalizzato / commercializzato. Che ne pensi di una tale affermazione?
Noi di RA crediamo che, agli occhi della gente, la musica non perderà mai il suo valore essenziale. Non c’è dibattito sul fatto che la gente ascolti sempre più musica. Sul fatto invece che la musica stia perdendo il suo valore comunicativo, ci sarebbe di che dibattere e tutti i punti di vista al riguardo son un qualcosa che cerchiamo di descrivere in entrambe le nostre reviews e features. In ambi i modi, siam veramente felici d’esser in grado di giocare un ruolo importante nel permettere alla gente di trovare grande musica.
Essendo italiano, son sempre stato impressionato dal nome di Madonna e mi son sempre chiesto come facesse ad esser così di successo nella sua professione. Crescendo ho iniziato a realizzare che era probabilmente la più iconica popstar (assieme ad Elvis) che abbia mai avuto modo di vedere ed ho iniziato a pensare che il suo successo fosse anche dovuto al ruolo di marketing e comunicazione svolto dai suoi managers. Intendiamoci, non credo sorprenda sostenere la tesi che la combinazione tra femminilità assertiva, erotismo tradizionale e simbolismo esoterico sia stato il mix che le abbia permesso d’assumere lo status che ha raggiunto. Tu credi che possiamo trovare gli stessi contenuti simbolici anche in alcuni dei protagonisti della scena elettronica contemporanea? Può la musica elettronica contemporanea portare con se gli stessi contenuti simbolici della musica pop degli anni ’70/’80 o avere lo stesso profilo iconico?
Guardandosi attorno nel panorama elettronica è chiaro che esistano ancora delle grandi personalità. E’ solo che tendono a rappresentarsi in modi diversi o hanno rapporti diversi con la musica. Non siamo privi però di artisti che affrontano grandi idee, tutt’altro. L’album di Nicolas Jaar dello scorso anno è influenzato da Henry Bergson, il filosofo francese. The Weeknd traspone l’R&B in una chiave molto affascinante, i Sandwell District hanno recentemente proposto un nuovo approccio per le etichette in tema di pubblicazione di musica e John Maus sta sovvertendo il pop stesso. In una sfera pop di più ampia scala non c’è bisogno di guardarsi molto attorno, c’è Lady Gaga. E’ pieno di gente che sta lavorando con i simboli, trasformandoli in qualcosaltro sia nella scena underground che in quella pop ed è difficile comprendere come questo possa cambiare.
Il polistrumentalista, compositore ed improvvisatore inglese Fred Firth scrisse in un saggio del 1978 sulla musica e sulla sociologia che “la sociologia del rock” è divenuta inseparabile dalla “sociologia della gioventù”. Secondo te, può esserci una sociologia della musica elettronica distaccata da una sociologia della gioventù? E’ il successo della musica elettronica ancora primariamente dovuto alla sua articolazione per i giovani, c’è qualche ambizione d’imprimere un senso d’identità basato essenzialmente su nozioni d’età e generazioni o meno?
Ogni generazione, ed in modo altrettanto importante, ogni locazione, ha la sua musica. Potete vedere come solo ora gli americani stiano iniziando ad avvicinarsi all’elettronica sin da giovanissimi, grazie principalmente a Skrillex e Deadmau5. In Inghilterra è divenuto un fenomeno mainstream nel momento in cui gente come Danny Rampling e Paul Oakenfold han portato sull’isola un certo suono e feeling proveniente da Ibiza. Certamente, in ambi i casi, questi suoni hanno avuto il loro effetto sui giovani. Ma noi di RA tendiamo a pensare che alla fine la musica sia musica e basta. Che sia elettronica, rock o chissà che altro. C’interessa solo parlare di ciò che crediamo sia il meglio del momento, sia che questa parli ad un giovane o ad un matusa. Le cose migliori trascendono le generazioni. I Beatles continuano ad esser fighi seppur abbiano prodotto la loro musica nel ’62 e crediamo che lo stesso succederà con gli artisti di qualità contemporanei.
Qual’è la tua impressione sulla scena elettronica contemporanea? Chi merita una menzione più di altri?
Troppi da menzionare! Controllate l’home page di Resident Advisor, ogni giorno c’è qualcosa di nuovo.
Ci potresti per cortesia parlare della tua impressione sulla scena italiana e qual’è la nostra immagine all’estero?
Un sacco dei producers e dei djs contemporanei son stati inspirati dall’italo disco e dall’esterno è sempre apparso che ci fosse un’enorme entusiasmo per l’elettronica in Italia. Negli anni più recenti Marco Carola, Marco Passarani e Donato Dozzy hanno esportato il vostro suono oltre frontiera ma ora c’è tutta una nuova fronda di produttori emergenti come Tale Of Us, Nicholas e Clockwork che stanno riportando l’attenzione sulla vs scena. Ripeto dall’esterno s’ha l’impressione che ci sia un vibrante interesse per l’elettronica, con festival come Movement Torino o il mio preferito Club To Club che stanno dimostrando quanta fame di buona elettronica ci sia nel vostro paese.
Son sicuro che, durante tutte le esperienze che hai avuto in questi 10 anni lavorando per RA ci sarà qualcosa che ricorderai particolarmente rispetto al resto. Potresti per cortesia dirci qual’è stata la più divertente, la più sorprendente ed infine la peggior esperienza che tu abbia avuto lavorando per RA?
Fortunatamente, più buone che cattive! Il party RA X che abbiam fatto a Sydney è stato indubbiamente un momento speciale visto che noi siamo originari di quelle parti ed un sacco di ex compagni di scuola (ed anche mia madre!) vennero a festeggiare con noi i 10 anni di RA. E’ stato un gran bel momento.
Siam stati abbastanza fortunati da vivere un sacco di momenti divertenti durante la nostra esperienza ma quello che decisamente risalta tra tutti è una storia che stavo raccontando l’altro giorno, quando abbiamo corrotto per entrare in una prigione boliviana per incontrare i detenuti mentre eravamo in tour in Sud America…
Se il mondo finisse domani e potessi scegliere 3 cose, che salveresti?
Uno space shuttle Nasa, un giradischi sotto un braccio e tutti i 12-pollici che potrei tener sotto l’altro.
English Version:
Italian newspaper La Repubblica, in an article of the last year, compares Resident Advisor to the “electronic music Bible'” and actually, since when in 2001 Australians Paul Clement and Nick Sabine decided to give vent to their passion for electronic music and set up a platform where to expose and discuss the subject, RA soon became the main press media for the industry, fastly establishing itself as chameleonic brand, able to evolve yearly with new services and offers. In the year of their tenth anniversary we’ve met Nick Sabine, one of the 2 founders, to chat with him about the past, present and future of Resident Advisor.
How did it all started back then in 2001?
We developed the site to create a platform to showcase and discuss music we were – and still are – passionate about. In the beginning our audience was primarily Australian, but we felt there was an opportunity to provide the RA service to a wider audience. It took years to get everything in place, but it was worth it.
What does it mean to build a truly borderless brand like Resident Advisor in today’s shifting communications landscape? If not properly of its success formula, could you please talk us about how it’s structured and works now RA?
We were inspired by the freedom of creativity in web publishing and its lack of geographic boundaries. One of the most significant changes has been the globalisation of information. Through digital platforms like Twitter, Facebook and RA, the international electronic music scene is far more connected than it was a decade ago, for both artists and fans. With relative ease and at minimal cost, aspiring independent artists have an opportunity to connect with an international audience, and fans can gain insight into music, cultural and creative trends in different countries. Transcending these geographic borders means localised music scenes can very quickly have a global influence. Its exciting to be a part of this.
How do you think RA will or should develop in the near future?
We have lots of things in the works. We’ve recently launched RA Japan and will continue to expand local language versions of the site to allow more people to use RA. We’ve recently launched RA Tracks which allows you to purchase music from your favourite labels and artists directly from the site and we are continuing to make more Films in the manner of our Real Scenes series that we premiered last year. There are also plenty of things that we can’t reveal yet.
Some researchers believe that earlieast idioms developed from communication through music and obviously music keeps on to fulfil many functions in different cultures today. But with the expansion music had after Internet’s advent, there’s people concerned about the fact that music is starting losing its communicative value to become always more just a good in the commercial/globalized world. What’s your take on such a statement?
At RA, we think that music will never lose its essential value to people. There is no debate that more people are listening to more music than ever before in 2012. Whether that it is losing its communicative value is a subject that’s certainly up for debate, and all viewpoints are something we try to address in both our reviews and features. Either way, we’re very glad to be able to play a part in people finding great music.
Being italian, i’v always been impressed by Madonna’s name (Italian for Jesus’s mom name…) and i’v always wondered how could her be so successfull in her profession. Growing up i started realizing she was prolly the most iconic popstar we’ve ever seen (alongside Elvis) and i started thinking that her success was also due by the communication and marketing role his managers played. I mean, i think there’s no surprise if we say that her stylistic combination of assertive femininity with traditional erotic and esoteric symbolism helped her in assuming the status she reached. You think we may find the same symbolics contents also in some of the these days electronic music characters? May contemporary electronic music carry the same symbolic contents as 70’s / 80’s Pop music did or have the same iconic profile?
Looking over the electronic music landscape, it’s clear that there are huge personalities that still exist. They just tend to represent themselves in different ways or have different concerns with their music. We’re not lacking for artists tackling big ideas, however. Nicolas Jaar’s last album was influenced by Henri Bergson, the French philosopher. The Weeknd is playing with the tropes of R&B in a very fascinating way, Sandwell District was just recently proposing a different way forward for labels and how the approach releasing music and John Maus is subverting pop music itself. In the larger pop sphere, you need look no further than Lady Gaga. There are plenty of people that are working with symbols and transforming them into something else on a both underground and mainstream scale, and it’s hard to see why this would change.
English polyinstrumentalist, composer and improviser Fred Frith, wrote in a 1978 essay on music and sociology that “the “sociology of rock” had became inseparable from the “sociology of youth”. Up to you, there might be a sociology of electronic music detached by a sociology of youth? Is electronic music success yet primarily due to its articulation for the young, is there any aim of imprinting a sense of identity based essentially on notions of age and generation or less?
Every generation (and, just as importantly, location) has their own music. You can see that youth in America are currently coming to dance music for the first time through artists like Skrillex and Deadmau5. The UK had its love of electronic music begin in a mainstream way after DJs like Danny Rampling and Paul Oakenfold brought back a certain sound and feeling from Ibiza. Certainly in both cases, these sounds have appealed to youth. But at RA we tend to think that music is music. Whether it be rock or electronic or whatever. We’re just interested in talking about what we like the best, whether it speaks to youth or septuagenarians. We think that the best stuff transcends generations. The Beatles sound just as good now as they did in 1962. We think that’ll be the same for artists that are currently making music today.
What’s your take on the contemporary music scene? Who’s now really worthing a mention at the mo up to you?
Too many to mention! Check the front page of Resident Advisor every day for something new!
Could you please talk us about your view on the Italian scene? What’s our outward appereance in the industry?
A lot of todays producers and DJs were inspired by Italo-disco and it has always appeared from afar that there is a strong enthuasim for electronic music in Italy. Over recent years the likes of Marco Carola, Marco Passarani & Donato Dozzy have flown the Italian flag abroad, but now with rising DJing and production talents like Tale Of Us, Nicholas & Clockwork are focusing peoples attention back on on Italy. From afar it appears like there is a vibrant scene in parts of the country and festivals like Movement Torino and a personal favourite of mine Club To Club go along way to showing people worldwide that there is a great appetite for good electronic music in Italy.
I’m pretty sure that, among the experiences you had during these 10 yrs working for RA, there will be some which you remind in a more special way. So, could you please tell us which has been the funniest, then the most surprising and last but not least, the worst experience you went thru doin your own thing for RA?
Luckily far more good ones than bad. The Sydney (Australia) RA X party was a special moment because we are originally from there and a lot of old school friends (and even my Mum!) came to the party to help us celebrate 10 years of RA. It was a nice moment.
We’ve been lucky enough to have a lot of funny moments along the way, but one that stands out now as i was just telling the story the other day was bribing our way into a Bolivian prison to meet the inmates when we were on a South American tour…
If the world would end up tomorrow and you could choose 3 things, what would you save?
A Nasa space shuttle, a record player under one arm and all the 12-inches I could fit under my other one.