Proprio pochi giorni fa siamo stati presenti all’update “internazionale” ed al momento riservato del bellissimo progetto targato Re.Earth, diventato poi naturalmente Ant Mill / Settima Estinzione e davvero una gemma assoluto, chi c’era al ROBOT festival appena passato lo sa: ci saranno altre residenze preparatorie a Lisbona e Berlino, ma intanto il gioiellino creato su input di Jazz:Re:Found della Fondazione Cittadellarte (la “casa” di Michelangelo Pistoletto, uno dei più grandi ed illuminati artisti contemporanei) ha di nuovo chiamato alle armi Carlotta Sillano, Marta Del Grandi, Gabriele Bertotti e Daniele Patton (in più nel nucleo originario ci sono anche Giovanni Corgiat e Michele Marchetti), e li ha fatti incontrare con artisti in arrivo da realtà portoghesi e tedesche d’eccellenza. Appunto: altre puntate seguiranno. È comunque la dimostrazione che coi bandi si possono fare cose belle ed avere esperienze formative. Soprattutto quando sono bandi che ti spingono ad esperienze “hands on”, non regalie cadute dall’alto che devono premiare il già visto & già fatto.
Servirebbero più bandi del genere da parte delle istituzioni italiane (per ora la fa da padrone il programma Creative Europe, dell’Unione Europea: meno male che c’è), ma nel dubbio e nell’attesa meno male che ogni tanto anche i privati fanno qualcosa. Invece di spendere i soldi in banner pubblicitari, cene di rappresentanza, eventi dove pasteggiano e drinkeggiano i soliti noti e le solite compagnie di giro mondano-modaiole, c’è chi vuole sostenere la creatività in maniera concreta.
Questo è il caso di Guido Gobino, un’istituzione nel campo della cioccolateria. L’azienda torinese nel 2024 festeggia i 60 anni di attività, e per celebrare l’anniversario ha tra le altre cose ben visto di istituire un bando a nome GugArt3 (non è la prima volta infatti che si destinano risorse ed attenzioni nel campo della creatività: bravi). Qui ne parla l’ANSA. Il bando è rivolto ad under 35 e si articola in tre divisioni: una artistica, una letteraria, una appunto musicale. Per quanto riguarda la parte artistica, il tutor è Marinella Senatore (nome molto forte dell’arte contemporanea, ma occhio perché ha frequentato i mondi “nostri” personalizzando a modo suo il palco più sperimentale&sofisticato del Kappa FuturFestival di quest’anno). Nella parte letteraria, il tutor è Nicola Lagioia, negli ultimi anni responsabile del Salone del Libro torinese – di gran lunga la manifestazione letteraria più imponente, importante, ben fatta – e scrittore di assoluto livello (leggetevi “La città dei vivi”, se ancora non l’avete fatto: bellissimo ed agghiacciante).
Capite insomma quanto ci faccia piacere vedere il “nostro” Damir Ivic a completare questo trittico, ovviamente per la parte musicale. Nel suo caso esattamente come in tutti gli altri, ci sarà una vera e propria “residenza d’artista” a Torino per ciascuna sezione dal 26 febbraio all’1 marzo per tutti coloro che saranno selezionati, e che quindi passeranno un po’ di tempo a lavorare e a confrontarsi coi rispettivi tutor. Alla fine ciascuna delle tre sezioni avrà un vincitore finale: che vincerà non solo una pacca sulla spalle e strette di mano più o meno accademiche, non solo la possibilità di eseguire/esporre la propria opera in contesti di prestigio, ma riceverà un tangibile premio in denaro. Nulla che cambi la vita come cifra, ma comunque il riconoscimento che creatività, tempo ed ispirazione hanno un costo, e vanno premiati non solo in visibilità.
Qui trovate tutte le informazioni e le istruzioni del caso, con tanto di link al bando ufficiale. Giusto un promemoria: il termine ultimo per mandare la propria candidatura scade, salvo proroghe, il 15 dicembre 2023, quindi fra una settimana. Poi ad inizio 2024 ci saranno le varie valutazioni dei tutor e delle altre persone coinvolte (Francesca Canfora, Edelfa Chiara Masciotta, Daniele Ratti) nel processo di selezione. Al di là di tutto: vi garantiamo che ritrovarsi in una residenza d’artista è qualcosa che arricchisce davvero. La tendenza ad essere sempre più rinchiusi nelle proprie stanze, nei propri automatismi, nei propri autismi non fa bene alla freschezza delle idee. E rende la vita, sì, anche quella di chi si sente artista e creativo, meno viva, mento interessante. In più di solito questi bandi non toccano la “nostra” musica: stavolta invece avrete la garanzia di essere, in qualche modo, “a casa”.