Antonio Carlos Jobim, Joao Gilberto, Elis Regina, Gilberto Gil, Rosalia de Souza, Astrud Gilberto e…Kirk Degiorgio.
Vi starete chiedendo quale è l’elemento comune che lega quel gruppo di artisti al dj e produttore britannico. Be’, se avete seguito le ultime news sul suo conto, la risposta è semplice: “Sambatek”. Un altro tassello, in otto tracce (e quattro remix), che va a comporre un affresco più esteso, in cui la techno rigida e massiccia che ci aspetteremmo attinge a due mani dal pozzo di quei generi musicali che impropriamente siamo portati a definire “minori”. In questo caso, il pozzo è la musica brasiliana con le sue vivaci e carnevalesche sonorità “samba”. Di escursioni musicali come questa, nel mondo della techno, se ne ha buona memoria; la mia, al momento, non riesce ad andare oltre il multiculturale eclettismo dei set di May, e di qualche uscita su Sino (Deleze e Paul Mac, per esempio). Fatto sta che, pur non essendo nuovi a questo tipo di fusioni tra culture musicali lontane anche migliaia di chilometri, resta sempre molto affascinante ascoltare il modo col quale gli artisti integrano elementi appartenenti ad altri generi col proprio stile, creando tracce ibride, talvolta, anche molto diverse l’una dall’altra.
E il modo di Degiorgio è quello di plasmare ritmiche in cui, facilmente, arriva all’orecchio il suono esotico di una conga, il tintinnio di un triangolo o il fruscio perdurante di uno shaker, sempre restando entro i margini di un genere in cui gli eccessi non vengono premiati; è una techno dall’anima decisa, che non perde la sua coerenza, seppur imbastardita con l’apporto di suoni a lei inusuali – almeno per quel che riguarda il suo passato. Oltretutto, se non foste ancora convinti della bontà di questo ottimo lavoro, per me già ampiamente dimostrata da tracce come “Dendé” – straordinaria nella generosità del suo comparto ritmico, anche nella versione per iTunes –, “Rocinha” o “Prazeres” – con le loro melodie spaziali –, ci sono, a fine LP, i remix di Rick Wilhite, Jonas Kopp e NX1 a sbaragliare qualsiasi opposizione.
Il primo, rivisita “Babilonia” consegnando una versione dub dalle sonorità opache, sfumate; il secondo, fa un ottimo lavoro su “Borel” attenuandone lo spirito, forse, un po’ troppo festaiolo, per la “sua visione della samba”. A chiudere, c’è il remix di NX1, della stessa traccia, a mio parere il più sterile tra le tre versioni presenti nell’album. I due spagnoli si prendono un tantino troppo sul serio, senza riuscirci a regalare ulteriori emozioni dopo la più che soddisfacente dose regalataci dai lavori dell’ ancora una volta ottimo Kirk, sul cui ultimo lavoro si è espresso anche Gilles Peterson dicendo che: “New Kirk Degiorgio Sambatek project is what we all need this summer”. Vero.