Le geografie della musica da club o, se preferite, della musica elettronica e i suoi dintorni sempre più sfumati, sono note; ci sono città inevitabilmente legate ad un immaginario danzereccio, magari perché talune scene ci sono nate e cresciute, oppure per via di rassegne musicali o festival che nel tempo hanno saputo interpretare e soddisfare l’esigenza di un pubblico sempre crescente. Ci sono, poi, anche terre meno battute, meno scontate, dove trovare un clubbing di qualità, sia dal punto di vista dei nomi coinvolti che da quello delle strutture che lo ospitano e di tutto quello che ruota attorno all’organizzazione vera e propria. La nostra esperienza, appena conclusa, al Reworks Festival 2016, nell’incantevole cornice della città di Salonicco, rappresenta al meglio questa seconda visione.
Il festival è giunto alla sua dodicesima edizione ed è il più importante evento connesso al mondo della club culture in terra greca; cinque giorni di musica – dal 14 al 18 settembre – e da quest’anno anche sede di una serie di incontri dove si è discusso di temi correlati a vario titolo ai “nostri” suoni, con panel sulle nuove tecnologie e sullo stato attuale della musica (non solo) elettronica. La selezione artistica, come da tradizione, guarda alla pista da ballo ma anche a chi ama stare più defilato e godersi sonorità d’atmosfera.
Il nostro primo giorno è stato il venerdì e ad accoglierci c’era la notte del centro storico di Salonicco, un palco montato su Zefksidos Street, il punto di ritrovo della movida locale. Il colpo d’occhio è incredibile, una città intera che danza, complice anche la gratuità di questo palco e al fatto che a scaldare gli animi ci fossero ottimi dj della scena greca come George Adi e C.Senior & Demis S. che hanno proposto un mix efficace di tech-house e jazz-funk. Intorno alle mezzanotte ci spostiamo in quello che sarà il club della notte ovvero il “Block 33”, vicino alla zona portuale; una delle particolarità del Reworks Festival è proprio il fatto che ogni giorno cambia il luogo dell’evento, permettendo al pubblico che viene da fuori di avere uno spaccato sui migliori locali della città. La techno scura di Senka batte in una sala stracolma, mentre in quella adiacente c’è Anja Schneider con la sua proposta a metà strada tra minimal d’annata e techno. Mentre ci ambientiamo in questo nuovo spazio – incredibile dal punto di vista dell’architettura, con locali all’aperto e al chiuso che si succedono senza soluzione di continuità in un gioco di forme inconsuete – ha avvio uno dei set più gustosi della giornata, quello di Kobosil. Il pupillo della Ostgut Ton imbastisce una techno minimale ed ipnotica, con fughe ritmiche acide e ambientali. Rimaniamo fino alla fine, per poi assistere alla chiusura di Ben Klock nell’altro spazio. A dire il vero il suo set ci sembra troppo rigoroso e con poca fantasia, ma la gente sembra non curarsene e le danze proseguono.
All’indomani abbiamo il tempo di visitare Salonicco e quindi di vedere com’è Zefksidos Street senza il palco del Reworks, oltre che godere della brezza marina e del sole caldo che ti fanno dimenticare di essere alle soglie dell’autunno. Ci è stato detto che questo festival rappresenta il saluto dei Greci all’estate e quindi la danza assume un significato in più: quello di abbracciare il nuovo inizio settembrino. La città è accogliente e le ore volano tra una visita alla Torre Bianca di origini bizantine, da dove si può ammirare il paesaggio dall’alto, e una capatina nei negozi di dischi locali, numerosi e fornitissimi (d’altronde stiamo parlando della seconda città greca in ordine di grandezza). Si fa sera e raggiungiamo l’area che sarà teatro delle esibizioni cardine del festival, quelle del sabato notte.
“Mylos Complex”, si chiama così lo spazio scelto per la serata più importante del Reworks Festival, ed è una meraviglia: un’area industriale completamente riqualificata, seppur mantiene l’impatto di un luogo da rave; otto palchi suggestivi, alcuni rialzati rispetto al piano di calpestio, altri inseriti in scheletrici hangar o zone di rimessa all’aperto e negli interstizi zone relax e addirittura una saletta dove il pubblico può improvvisare i propri set e fare concorrenza agli artisti in cartellone (incredibile il fatto che questa sala, per quanto piccola, sia rimasta gremita fino a tarda notte).
E’ toccato a Solomun aprire le danze e la sua tech-house è eclettica e coinvolgente e ci porta nel migliore dei modi oltre la mezzanotte, quanto tutti i palchi iniziano ad animarsi. Ora la scelta è ardua perché da un lato ci sono i GusGus e dall’altra Larry Gus, decidiamo di goderci mezzo set di entrambi e senza ombra di dubbio saranno loro i veri vincitori del festival, almeno per chi scrive. Gli islandesi si presentano in due, Daníel Ágúst e Birgir Þórarinsson (senza President Bongo che difatti, in una recente intervista rilasciata sulle nostre pagine, aveva fatto trasparire qualche frizione con i suoi compari storici) riproponendo quasi per intero il loro ultimo album “Mexixo” del 2014 ma anche ripescando in un repertorio multiforme di house, synth-pop e techno: magnetici! E poi Larry Gus, è uno dei talenti contemporanei più limpidi, la sua folle creatività dal vivo è incontenibile: porta il suono della gloriosa etichetta DFA in Africa e si scatena in allucinate danze tribali mentre da solo è sulle macchine e al microfono, allungando e dilatando i brani di “I Need New Eyes”, l’ultimo splendido disco del 2015. Il festival prosegue con i danesi WhoMadeWho – set interessante il loro ma alla lunga un po’ noioso – mentre Agoria convince appieno con la sua techno detroitiana che non lascia scampo. Decidiamo anche di assistere all’esibizione di Alex Banks e del trio Fjaak, pupilli di casa Monkeytown e non rimaniamo delusi, le loro visioni elettroniche tinte di house e trip hop sono imperdibili. Chiudiamo il nostro Reworks con KiNK (che ancora ringraziamo per il suo regalo esclusivo in occasione dell’ultimo anniversario della TR-909) e il suo set a base di acid-house e drum’n’bass andato avanti fino alle prime luci dell’alba.
Non rimane altro che segnarsi il Reworks Festival sull’agenda degli appuntamenti musicali di qualità, convinti che la strada per diventare una delle mete indispensabili del clubbing internazionale, seppur ancora lunga, è stata imboccata.
Ciao estate, benvenuto Autunno!
[Photo credits: Alexandros Oikonomidis, Karen Gkiounasian, Giannis Oumoudoumidhs, Alex Grymanis]