Già dagli inizi dei ’90, se non prima, iniziava a far girare la testa agli amanti della buona e sana potente Techno: Rino Cerrone, sempre pieno di entusiasmo, giovane. Ormai è diventato uno dei maggiori seduttori della scena Techno europea e mondiale in pochi anni. Il partenopeo inizia acquistando e producendo i suoi primi pezzi Techno-Trance; più in là lascia perdere la moto da corsa per entrar a far parte di uno scenario molto più vasto, diventando Dj e suonando nel club più importante della città. Ad un party incontra un duo che suonava quella sera, che con il loro live set riuscirono a stregare Cerrone. I due si chiamano Lino Monaco e Nicola Buono, con i quali formeranno i Qmen, con la loro Techno Progressive. Poco dopo Rino sceglierà di continuare da solo e si prefissa un obiettivo: la Techno. Successivamente il napoletano sposa un altro progetto che prende il nome di Junction Hands, con la collaborazione di Markantonio, altro talento napoletano i due pubblicheranno anche sulla Analytic Trail, Unrilis (label sorella della Rilis, creata da Rino Cerrone) e sulla Drumcode, la famosa label fondata da Adam Beyer. Il giovane Dj è andato avanti continuando a scalare la vetta della notorietà mondiale, facendo parte anche a compilation pubblicate sulla Minus e la Sony BGM Music Entertainment. Dal 2000 ha iniziato a girare nei festival e nei club migliori del mondo come I Love Techno, Innercity, Awakenings. I suoi gigs non finiscono mai, è in continuo viaggio per il globo; con il suo stile Dark-Funky e i suoi Dj set va a conquistare il consenso dei clubbers di tutto il mondo.
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Ho due figli aspiranti Dj 7 e 5 anni!!! Stay tuned!!!
Le competizioni motociclistiche sono sempre state una passione per te. Come mai hai preferito la musica e quali sono stati i motivi che ti hanno portato a questa scelta?
Le competizioni mi hanno sempre affascinato da quando ero un ragazzino, ed era un mio sogno diventare un pilota, avendo anche mio padre appassionato di moto ed ex pilota. Quindi per me non è stato molto facile lasciare definitivamente. Ma è stata anche una scelta dovuta, perché come sport era molto costoso, quindi se non avevi sponsor era difficile competere con gli altri. Fare il Dj per passione e divertimento mi ha portato subito dei risultati che non mi aspettavo, suonare in molti club a Napoli ed essere acclamato. E questo mi ha portato ad impegnarmi pienamente nel lavoro di Dj e produttore.
Da quali artisti ti sei sentito influenzato in passato e quali sono quelli che ascolti di più ora?
Sicuramente in passato seguivo molto la scena ipnotribal e psichedelica, quindi gruppi come Orb, Orbital, Future Sound Of London che mi davano degli input e poi Dj come Jeff Mills, Robert Hood, Derrick May che erano tra i miei preferiti. Oggi ascolto moltissima musica prima perché ho ben 5 labels in piena attività, quindi vi lascio immaginare quanta musica dance ascolto e produco. Però la mia attenzione è diretta verso l’elettronica che ascolto assiduamente, quindi artisti come Kettel, Ovuca, Crisitan Kleine, Herbert, Wauvenfold, etc…
Il progetto Qmen, è durato molto poco, dal ’97 al ’99 circa, anche se è stato molto intenso e molto amato. Come mai non è più andato avanti?
Il progetto è nato nel ’95 da una richiesta di remix per i Quite Men. Mi sono trovato a preparare un concerto insieme a loro quindi nasce il nome Qmen. E’ stata un’ esperienza fantastica ed ho tantissimi bei ricordi di quei tempi. C’è da dire che dopo svariati anni gli altri due componenti del gruppo (Lino Monaco e Nicola Buono) intrapresero un nuovo progetto chiamato Retina, oggi molto conosciuto nell’elettronica sperimentale. Questa cosa andò avanti qualche anno, quindi decisi di aprire una label e uscire come Rino Cerrone. Sono rimasto in buonissimi rapporti con Lino e Nicola, e chissà magari in futuro ci ritroveremo a fare qualche progetto insieme.
Contrariamente il progetto con Markantonio sembra tirare avanti, incassate molti successi e siete i testimoni delle serate e dei festival più estremi: voi siete i “Junction Hands”! Cosa ci puoi dire a proposito. Pensi che possa continuare e possiate formare una coppia fissa, oppure non è ancora tempo?
Io e Markantonio siamo amici da tanto tempo, oggi condividiamo anche gli spazi di lavoro essendo nella stessa struttura, quindi c’è molta sinergia fra di noi, così abbiamo deciso di dare un nome alla performance che facevamo da tempo insieme, così e nato il nome Junction Hands. Credo che sia un progetto molto interessante e che possa durare, avendo sempre la possibilità di suonare come Dj singoli ovviamente, quindi coppia sì, ma non fissa!
In Italia non c’è la stessa cultura musicale che ci può essere in Germania e non si hanno le stesse opportunità di frequentare locali e festival, né di organizzarne di tale statura. Cosa ne pensi a proposito della scena del nostro Paese, della Techno odierna e italiana?
Purtroppo la parola Techno in Italia non si può pronunciare, perché si rischia di essere subito etichettati, quindi già questa cosa rende molto difficile avere delle aree per creare festival come succede nel resto d’ Europa. I club in Italia chiudono alle 4 oppure devi avere permessi speciali per chiudere qualche ora dopo, quindi si fatica ancora un pò per arrivare a standard europei. Ma credo che molte cose buone si sono fatte anche in Italia, e non può che migliorare, vedi quanti Dj italiani sono apprezzati in Italia e all’estero, quindi le cose poi non vanno così male come sembra. Siamo sulla buona strada!
Sinceramente, per diventare un grande Dj e produttore bisogna avere molto talento, molti soldi per permettersi software e hardware o solo tanta fortuna e le conoscenze giuste?
Secondo me per diventare un grande Dj oggi come ieri bisogna avere sempre tanto tanto talento! E la fortuna di conoscere le persone giuste è fondamentale.
Hai qualche consiglio, qualche dritta da dare a chi vuole intraprendere la carriera da Dj e producer?
Se decidete di fare i Dj come professione, fatelo con passione prima di tutto, e non solo perché è alla moda essere un Dj! Quindi essere originali è fondamentale, imparate ad usare i programmi per fare musica contemporaneamente a quelli per suonare, così si ha un idea chiara di cosa piace veramente suonare e produrre.
Ci sono progetti, collaborazioni, EP, o magari un album che hai in mente di sviluppare prossimamente?
Quest’anno ho lavorato molto in studio, quindi usciranno svariati EP su Unrilis, una compilation Beatside, alcuni remix per Mark Broom, Mihalis Safras, Sasha Carassi, poi come Junction Hands su una compilation Drumcode.
Grazie e a presto!
Ciao