Molti non ci penserebbero due volte a riverire l’artista-autore di questo mixato, ventiduesimo per la precisione, della serie lanciata dalla stazione radiofonica londinese Rinse FM. Giusto per l’appunto, la radio, che è attiva dal 1994 è stata, ed è, una delle più attive in parecchie zone della capitale britannica per quanto concerne la diffusione di vari generi musicali che vanno dalla UK garage all’R&B all’house, dalla funky alla dubstep al grime – probabilmente nato grazie ad essa, oltre che, come già detto, diffuso da radio pirata, come Rinse FM, nell’East End, zona povera di sobborghi periferici dove la cultura underground ha attecchito particolarmente bene.
Dicevo, riguardo all’artista, che molti lo idolatrano al pari di un santo per ciò che ha fatto nella sua carriera, ancora fervida, sia come produttore che musicista, dj e label-owner. Ok. Basta coi giochetti, vi do due nomi: Steve Goodman aka Kode9, Hyperdub. Soltanto un mese fa, il buon Goodman, ci aveva dato in pasto un nuovo EP, “Xingfu Lu” – su cui Matteo Cavicchia ha scritto svariate righe -, adesso, pare che il boss dell’etichetta britannica voglia prendersi una pausa dalla produzione musicale per poter meglio giostrare i movimenti dell’intera famigliola di artisti che l’etichetta raggruppa, e che, a dir la verità, già si muovono bene da soli. Perciò, ecco la terza compilation, dopo “Dubstep Allstars: Vol.03” e “Dj Kicks”, a cura di Kode9. Solitamente non mi espongo quasi mai in senso negativo su una playlist libera da vincoli, come lo è questa presentata per Rinse FM, ma stavolta devo dire che mi aspettavo qualcosa di più particolare, la quale andasse oltre al roster di nomi che ruota attorno a Hyperdub. Sì, è vero, ci sono anche i resident di Rinse e qualche piacevole eccezione (tre nuovi singoli dello stesso Steve e una traccia di Parrish suonata col pitch in posizione offensiva), ma sono poche “eccezioni” su un numero imponente di tracce, trentasette per l’esattezza – ovviamente non inserite per intero. Inoltre, impostare una playlist come specchio delle sonorità, e della struttura, che Goodman propone nei clubs, non mi è sembrata un’idea brillante, anzi, direi che così facendo si è reso il mix sapido di novità, carente di quegli elementi che stuzzicano la curiosità (prerogativa imprescindibile per fare centro con una compilation) motivo, questo, per il quale non porterò con me questo CD durante i viaggi in macchina, che considero una sorta di prova del nove per la riuscita di una selezione musicale.