Esce il nuovo album Hand In Hand del nostro italiano indisciplinato di stanza a Londra, per la sua ormai ben nota label Snatch! Records e state sicuri che neanche questa volta sarà facile imbrigliarlo in qualche genere o categoria. Il producer e dj dall’istinto eclettico non ha paura di rischiare, mischiando suoni da club, indie e alt-pop. Va al sodo, i confini per lui non esistono, basta vedere quante e quali sono le features dell’album e si capisce di cosa stiamo parlando.
Un italiano a Londra, intraprendenza d’oltremanica dall’animo napoletano. Non insistiamo sulla fuga dei talenti dal nostro Paese, cosa ti senti però di aver portato come bagaglio personale in questa città?
Mah sicuramente l’aver vissuto tanti anni a Napoli è stato altamente formativo per il mio carattere e la mia cultura musicale. Napoli è un centro culturale incredibile dove culture ed influenze da tutto il mediterraneo (e non solo!) confluiscono e diventano tutt’uno con la cultura locale, mai il termine “glocalismo” è stato più adatto. Spagna, Nord Europa, Nord Africa, Grecia, Balcani etc… tutto ha contribuito alla mia formazione e soprattutto alla mia apertura mentale nei confronti del processo di produzione musicale.
Hai collaborato con i mostri sacri dell’elettronica e suonato nei club e festival più importanti, passando attraverso molti generi, cosa ti rimane ogni volta che sperimenti una nuova sonorità e tocchi un genere nuovo?
Io direi che il genere è una definizione che restringe, limitare in un certo senso ammazza la musica (soprattutto quando il trend del nuovo genere passa di moda), io ho sempre guardato alle note musicali con orecchio diverso da quello di chi ascolta catalogando, e per quello non ho mai pensato a me stesso come un “travalicatore di generi” ma piuttosto ad uno che si diverte con le note musicali e tutte le loro scale e variazioni.
Ci fai un bilancio dell’attività della tua etichetta Snatch! Records? Quali progetti hai in cantiere?
Snatch! ormai a tre anni di distanza è più in forma e solida che mai, abbiamo il supporto dei più gandi dj al mondo e proprio per la nostra natura eclettica la scala di dj che ci supporta (sopporta) è molto larga. Abbiamo ora due progetti separati, uno è la main label su cui realizzeremo molte più produzioni e album (a parte il mio in uscita as we speak c’è anche quello dei Blue Mondays di cui sentirete presto parlare) in più con la collaborazione di Pirupa stiamo lanciando Snatch! Off che è più club tools oriented e la prima release è stata accolta con molto entusiasmo. Molta più musica quindi ma senza perdere il nostro feeling per il club puro!
Il clubbing londinese è uno dei più ricchi e stimolanti che ci siano, qui dubstep, d&b e ora future bass sono di casa. Che rapporto hai con quella che possiamo definire la ‘collonna sonora’ della città?
Beh io vengo dalla drum’n’bass prima, breakbeat poi e le prime release di Riva Starr sono state anche su Dirtybird che è la patria del bass house di un certo tipo quindi mi ci trovo completamente a mio agio, in più ho un progetto parallelo sempre su Dirtybird che si chiama Genghis Clan con cui produco tracce con il basso molto più marcato. Avere la possibilità di ascoltare e frequentare produttori/dj della scena locale mi è di grande ispirazione!
Il tuo album Hand In Hand sarà la conferma del tuo stile eclettico, cosa ti senti di dire sia stata la tua ispirazione più importante? Tante collaborazioni, da Rssll ad Horace Andy, Speech Debelle, passando per Vinicio Capossela e Carmen Consoli. Ci guidi allora ‘mano nella mano’ alla scoperta delle tracce dell’album…
La lavorazione di quest’album è durata in tutto due anni proprio perchè prima ero più concentrato a produrre tools per il club, qui il mio sforzo è stato più quello di creare forme canzoni, e non a caso i featuring lo dimostrano. La collaborazione principale è con Rssll che ha contribuito alla maggior parte delle liriche e chitarre dell’album… i primi due singoli “Absence” e “Kill Me/Detox Blues” sono proprio con lui e probabilmente anche i prossimi due; è stato un amore a prima vista i suoi testi e melodie mi hanno colpito subito perchè diversi da quello che di solito si trova in giro. Per il resto ho approfittato di questo progetto per coinvolgere personaggi che stimo e con cui avrei sempre voluto collaborare in primis Horace Andy con cui ho trascorso un fantastico pomeriggio in studio per la lavorazione del brano. Infine devo dire che collaborare con la Consoli e Capossela è stata una mia grande soddisfazione professionale perchè sono due degli artisti che stimo di più in Italia e mi fa immensamente piacere poterli includere nella tracklist dell’album anche per il mercato estero (e già dj come Seth Troxler stanno suonando dappertutto le due tracce)!
Chi volesse cercare di descrivere la tua musica all’interno di un genere, di una categoria precisa, non avrebbe certo vita facile, nella tua musica si trovano sempre nuovi stimoli, impossibile prevedere. Confermi?
Direi di sì, ritorna il discorso di cui sopra.. io mi sono formato negli anni ‘90 quando un genere lanciò il non-genere e sto parlando del big beat… tutti gli stili di musica e samples erano bene accetti, l’importante erano le buone vibrazioni!
Ad agosto ci aspetta la Snatch! Arena al Creamfields, qualche anticipazione?
L’anno scorso è stato un party eccezionale e quest’anno siamo orgogliosi di bissare con ospiti/amici a me molto cari… parlo di Claptone (che hanno appena remixato il mio secondo singolo) e due amici di vecchia data, Shadowchild e Duke Dumont (quest’ultimo ha recentemente avuto un numero uno nella UK chart!). Ci sarà da divertirsi.