Partito da Napoli, atterrato a Londra, dopo venti anni di djing ed oltre dieci di produzione, Stefano Miele aka Riva Starr da qualche anno ha finalmente raggiunto una meritatissima notorietà, apprezzatissimo da tutti per il suo eclettismo è arrivato a collaborare e diventare amico di uno dei suoi miti, Fatboy Slim! Registra ormai con label di mezza Europa e non solo, e la sua Snatch! va a gonfie vele. Noi di Soundwall dopo qualche tempo siamo tornati ad intervistarlo per farci anticipare qualche sorprendente novità.
Stefano Miele, perchè la scelta di diventare (Gigi) RIVA per lo STARR system?
Hehe, perchè venivo da un’esperienza intensissima nel giro break beat come “Madox” e sentivo fortemente il bisogno di cambiare direzione. Ho trovato molto più facile cominciare da zero con un altro nome ed in incognito…sai che molte volte i pregiudizi sono un grande ostacolo.
Il trasferimento da Napoli a Londra è coinciso con le tue esigenze lavorative o cominciavi a sentirti stretto in quel particolare ambiente musicale, considerando la tua “variopinta” identità?
Un pò tutte e due le cose. Il problema in quel periodo non era Napoli che pure è una città “variopinta”, da qualche parte l’avrò pure presa questa tendenza culturale no? (sorride) Ma il mercato italiano in generale… poi Londra è stata sempre la mia città di riferimento per stimoli musicali etc., quindi ho fatto il passo…
Ti senti in qualche modo figlio di quella scena italo/minimal techno che da Napoli ha invaso i dancefloor di mezza Europa?
Mmm, beh proprio minimal techno direi di no, io sono un personaggio atipico probabilmente quello che gli inglesi chiamerebbero un “outsider”. Io gioco nella mia propria scena, non mi piace seguire i trend del momento, però mi piace molto quello che i produttori techno napoletani stanno facendo nel mondo ed ovviamente fa sempre piacere vedere gente della tua città fare bene all’estero!
In cosa consiste la tua speciale tecnica di sampling da te stesso chiamata “Snatch!” (che poi è anche il nome della label di tua proprietà)?
Bah quella è una cosa che hanno inventato un pò i giornalisti, tutto è nato dal fatto che all’inizio (e quando ho tempo anche ora) facevo tanti bootleg, cioè versioni non autorizzate o remix di pezzi di altri artisti… è stato così per The Doors, Manu Chao etc… da qui il termine “snatch”, che è anche strappare, arraffare in qualche modo.
Nella tua ultima release “Opa!”, oltre che per la lingua del titolo (è una tipica esclamazione dell’est Europa che significa: fermati e godi della vita!) si possono avvertire in maniera ancor più esplicita che in passato contaminazioni folk, in particolar modo balcaniche. Da dove arriva questa passione? Sono per te le più influenti?
No, è giusto un pezzo fatto con un sample che mi divertiva usare, io ho studiato filologia della musica all’università quindi sono molto appassionato di tutto quello che è musica roots, folk, tradizionale o come la vogliamo chiamare… Per quello ogni tanto senti quel tipo di influenza nei miei dischi, ma non sempre.
Per “Get Naked” hai collaborato con un semidio come Fatboy Slim ed un mostro emergente come Beardyman; com’è stato? Hai qualche aneddoto curioso da raccontarci?
Beh è nato tutto da un bootleg che feci di Praise You… lui mi chiese di pubblicarlo come ufficiale su Southern Fried (la sua label) e da lì restammo in contatto, gli mandai un pò di beat ed alla fine ci incontrammo nel suo studio a Brighton e facemmo “Get Naked” ed un altro pezzo che è attualmente in lavorazione… da allora siamo diventati amici e ci sentiamo regolarmente. Inutile dire che è stata una soddisfazione professionale grandissima per me poichè Fatboy è stata una major influence nella mia storia da produttore e dj!
In questa track avete usato come beat portante un classico della dance come “The House Of God” dei DHS, c’è una motivazione precisa che vi ha fatto fare questa scelta? Chi di voi è stato a proporla?
Mah giusto che ci piaceva fare una citazione old school, volevamo usare un sample conosciuto perchè la traccia è una presa per i fondelli contro quelli che pensano di essere cool e superstar e credono di poter comandare sugli altri (Do you know who I am?…Get naked!) come potrai immaginare ci siamo piuttosto divertiti a produrlo!
Curiosità: al Creamfields (UK) hai suonato in una Silent Disco davanti a 5000 dancers “armati” di cuffie, è stata per te la prima volta? Che effetto fa? Cosa ne pensi di questa novità?
La prima volta feci quest’esperianza a Glastonbury nel 2010, ma questa volta a Creamfields è stata speciale, è diventato quasi un concerto con questi cinquemila che cantavano a squarciagola! Naturalmente ho preparato un set speciale per l’occasione.
Da un dj e producer eclettico come te, ma comunque molto dance-oriented, pensi che potremo mai aspettarci una svolta anche verso produzioni più orientate all’ascolto?
Ehm stai raccontando la storia del mio prossimo album… Ci saranno un pò di canzoni fatte in collaborazione con artisti secondo me molto validi ma anche più voci in generale, ho fatto anche delle tracce esclusive per la versione italiana con featuring di Carmen Consoli, Vinicio Capossela e Sud Sound System. Tra l’altro per restare in tema Italia ho appena terminato un remix per il prossimo singolo di Jovanotti: Tensione Evolutiva.
Ti trovi meglio nei panni del dj o del producer? Cosa farà Riva Miele nel 2013?
Io nasco come dj, lo faccio da più di vent’anni, ma anche la produzione è una parte importantissima del mio lavoro, quindi sono due cose imprescindibili! Riva Miele nel 2013 continuerà a fare la sua cosa se non vi dispiace.