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[tab title=”Italiano”]Vent’anni d’esperienza in un determinato ambito si traducono in conoscenza preziosa per chiunque debba, in quel dato ambito, cimentarsi per la prima volta. Nel caso dell’elettronica, la conoscenza prende forma in quei pochi che per più di due decadi hanno saputo trasformare la loro passione in lavoro e da lavoro a ragione di vita. Robert Babicz inizia a muovere i primi passi in questo mondo a solo 24 anni, età che oggi può far ridere visto che l’asticella si è abbassata, e di molto. Ciò che lo catturano sono i suoni di un genere tanto diverso quanto affascinante che dell’ovvietà del quotidiano non hanno nulla in comune. Anzi, la voglia di indagare quanto più possibile questo mondo così vasto ed affascinante, diventa la molla per migliorarsi e perfezionarsi sempre, in una dinamicità senza fine. La musica si trasforma e trasforma: non è solo un lavoro, è il destino per un artista.
Cosa ti ha spinto a fare musica? C’è qualche artista o traccia che ti hanno convito a scegliere la musica come lavoro?
Penso che un momento chiave della mia vita sia stato quando a 9 anni ascoltai per la prima volta della musica elettronica (Klaus Schulze, Tangerine Dream): avevo una piccola radio a cassette, la stavamo ascoltando nel mio letto, e ricordo che c’era uno spettacolo ogni domenica sera con questa musica, e la prima volta che l’ho sentito ho avuto molta paura perché pensavo che questa fosse una vera e propria comunicazione aliena: pensavo che una grande astronave fosse vicino alla luna e la musica venisse da lì.
Hai mosso a Colonia i tuoi primi passi nel mondo dell’elettronica. Com’erano i suoni dell’epoca e quanto sono cambiati rispetto ad oggi?
Faccio musica dal 1990, e posso dire che il mondo della musica è cambiato molto negli ultimi 24 anni, il modo con cui è possibile far moscia è diventato molto più semplice di un tempo: la tecnologia ed il linguaggio musicale si sono evoluti molto.
Le tue non sono apparizioni da dj, quanto più delle vere e proprie performance live: usi spesso synth e pad che lasciano una grande libertà interpretativa. Quanto importante può essere l’improvvisazione durante una serata?
Sono stato uno che ha fatto live-act fin dall’inizio: non ero mai veramente interessato a riprodurre la musica di altre persone sul palco perché potevo fare tutto da solo e questo era per me semplicemente più interessante. E l’improvvisazione è una parte molto importante per me, visto che ogni notte è diversa dalle altre.
Che ambiente preferisci per le tue serate? Club intimi e piccoli o nei grandi festival? Dove noti ci sia una maggior energia da parte del pubblico?
Mi piacciono entrambi: in un piccolo club puoi suonare anche lunghissimi set che hanno una lunghissima storia da raccontare, mentre l’ambiente di un grande festival è più bello perché tu ti presenti come la rockstar e per 1 ora puoi sentire un’enorme flusso di energia che ti arriva.
Babiczstyle è la tua etichetta nata con l’esigenza di avere degli standard quanto più alti possibili per quanto riguarda la qualità del suono. Ti ritieni un perfezionista in questi termini?
Non sono mai veramente soddisfatto della mia musica e mi considero tutt’ora, dopo 24 anni, un principiante avanzato: in questo modo posso dire che solo un giorno potrò diventare quello che volevo essere. Io amo molto i suoni, ed è molto importante per me il modo con cui li tratto.
La diatriba tra analogico e digitale è sempre aperta: i puristi dell’analogico spesso mal vedono quelli che scelgono il laptop per esibirsi e fare musica. Tu come la vedi? Credi che una combinazione tra i due sia la vera strada da percorrere?
Non c’è polemica per me, perché è logico poter utilizzare il meglio dei due mondi. Io non sono un nazista della musica. Sono felice di poter usare quello che penso possa servire alla mia musica.
Analizzando il tuo percorso musicale, hai assistito a due decadi di musica. Quali sono secondo te gli avvenimenti che hanno fatto la storia dell’elettronica?
Non lo so, non ho mai seguito troppo la scena musicale in generale, io sono solo un uomo che è felice in generale perché questo è quello che il mio cuore mi sta dicendo, e perché posso rendere felice la gente con la mia musica.
Come descriveresti la tua musica e come nasce una tua traccia? Cosa ti ispira?
Comincio una canzone partendo da uno schermata vuota su Logic Pro, e da lì inizio a giocare come un bambino con elementi o sensazioni. Non ho modo prefissato di iniziare, a volte parto dai tamburi, a volte dalle linee di basso, a volte solo da una melodia.
Per finire, se non avessi intrapreso la carriera del dj, cos’altro avresti fatto? E cosa ti piacerebbe fare in futuro?
Credo di aver trovato il motivo per cui sono nato su questo pianeta: la musica non è solo un lavoro per me, è il mio destino. Non ho idea, ho sempre pensato di esser stato sul pianeta sbagliato fin da giovane, perché non sono capace di avere un boss che mi dica cosa debbo fare. Quindi io sono il mio capo da quando ho 24 anni. In tutti questi anni i miei interessi si sono evoluti in molte direzioni, dal sound design, alla fotografia, al video.[/tab]
[tab title=”English”]Twenty years of experience in a particular scope can be translated into valuable knowledge for anyone that want engage for the first time in that scope. In the case of electronics, knowledge takes the form of whom that for more than two decades have been able to turn their passion into a job and, then, from job to rate of life. Robert Babicz begins to take its first steps into this world at only 24 years old, an age that can make you laugh today because that age is considered too old. What capture him are the sounds of a very different genre, so far from the obviousness of everyday life. Indeed, the desire to investigate as much as possible this world so vast and fascinating, becomes the spring to improve himself in a sort of dynamic endless. The music turns and turns: it is not just a job, it is the fate for an artist.
What had motivated you to make music? Is there any artist or track that have convinced you to choose music as a job?
I think a key moment in my life have been, when I was 9 years old and I first time listened to electronic space music (Klaus Schulze, Tangerine Dream), I had a small cassette radio player and were listening in my bed, and there was a show every sunday night with this music. and the first time I heard this I got very afraid because I thought this is real alien communication, I thought a big spaceship is outside the moon and I listen to there music.
You have moved your first steps into the world of electronics when you were in Cologne. How were the sounds and how much has changed the music compared to today?
I am doing music since 1990, and the music world changed a lot in the last 24 years, the music have been way more simple back then, the technology and the musical language evolved.
You normally do a live performance using synths and pads that allow great freedom of interpretation. How important is the improvisation during a musical performance?
I have been a live act from the beginning, I was never really interested to play music from other people on the stage, because I could do everything myself and it was just more interesting… and improvisation is a big part for me, as every night is different.
Which kind of space do you like more for your performance? The intimacy of a small clubs and or the big space of a festival? Where do you note there is a greater energy from the audience?
I like booth, in a small club I can play mega long sets and have a long story to tell, in a big festival its cool because you are the instant rockstar for 1 hour and you feel this huge energy flow.
Babiczstyle (your label) was born with the need to have high standard regarding the sound quality. Do you consider yourself a perfectionist in these terms?
I am never really happy with my own music, and I consider myself now after 24 year a advanced beginner, so maybe one day I can be were i want to be. I very love sounds, and its important for me how treat them.
The controversy between analog and digital is always open: the purists of analog often criticize those who choose the laptop to perform and make music, as you see it? Do you believe that a combination of the two is the real way to go?
There is no controversy for me, as its logical to use the best of both worlds. I am not a music nazi. I am happy I can use what I think my music need.
Analyzing your musical career, you have seen to two decades of electronics music. What do you think are the events that have made the history of electronics?
I don’t know, I never really followed the hole scene, I am just a man that is happy todo what my heart is telling me, and that I can make people happy with my music.
How would you describe your creative process when making a track? What inspires you?
I start a song with a empty screen on logic pro, and from there I play like a child with elements or feelings. There is no certain way how I start, sometimes drums, sometimes baselines, sometimes just a melody.
Finally, if you had not embarked on the career of a producer/artist, what would you have done? And what would you like to do in future?
I think I found the reason why I am born on this planet, music is not just a job for me, its my destiny. I have no idea, I thought that I have been on the wrong planet when I was a young man, because I am unable to have a boss telling me what todo. So I am my own boss since 24 years. In all those years my interests evolved in many directions, from sound design to photography to video.[/tab]
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