Molti di voi avranno magari già notato la cosa: il caso del giorno, anzi, degli ultimi due giorni è lo scontro all’arma bianca tra Roberto Clementi e Trus’me.
I fatti: l’altro giorno è uscito un durissimo post sulla pagina Facebook di Clementi, dove sotto il titolo “PLAGIARISM” si racconta di come Trus’me si sia truffaldinamente appropriato di materiale originalmente composto dall’artista italiano (traccia “Always Forward”, la potete sentire qui) per costruire il brano “Red Sun”, uscito sull’album “Planet 4” dell’artista inglese. Messe a confronto le due tracce, la loro somiglianza è in effetti altissima: la fonte originaria è effettivamente la stessa. Clementi sottolinea come lo stesso Trus’me, nello scambio di mail intercorso fra i due, abbia ammesso il “furto”. Fin qui tutto apparentemente chiaro: anche se un campanello d’allarme, leggendo le righe di Clementi, scatta quando egli scrive “but he refused to pay me for the big artistic damage” (“si rifiuta di pagarmi per compensare il grande danno artistico che ho subito”). Sinceramente un’affermazione un po’ sopra le righe, “big artistic damage” è un po’ un’iperbole e fa pensare “…mmmh, ma non è che ti starai sopravvalutando e starai sopravvalutando il caso? A quanto ammonta questa richiesta di danni? Di solito sono cose che si risolvono in modo più o meno sensato ed amichevole, non stiamo infatti parlando di Jay-Z o dei Radiohead”.
In effetti, quando il giorno dopo – cioè oggi – salta fuori l’altra campana, ovvero quella di Trus’me, la vicenda assume contorni più definiti. Aggiungendo altri tasselli a quanto già spiegato da Clementi, salta fuori fondamentalmente che: Trus’me era già stato contattato da Clementi, attraverso la label On Edge Society, per fare un remix per un release poi mai più uscita su decisione della stessa On Edge Society; questo implica che fra i due c’era stato, ovviamente, uno scambio di file musicali e questo spiega perché nell’hard disk di Trus’me c’era del materiale di Clementi; Trus’me, con disattenzione e negligenza, si era ritrovato a lavorare sul suo album nuovo non a casa ma in Australia, esportando un po’ di file e portandoseli dietro e perdendo le tag durante il processo di esportazione e quindi, essendo passato un po’ di tempo (cinque mesi), si era dimenticato che quel materiale lì era originariamente di Clementi e ha iniziato a lavorarci sopra, completando poi “Red Sun”; maggio 2016, esce “Planet 4” di Trus’me, esce perciò “Red Sun”, Clementi sente subito il “furto” e tramite Carlo Lio, il boss della Edge Society che fa correttamente da ponte, inizia a discuterne con Trus’me.
A quel punto pare che Trus’me ammetta immediatamente l’errore e il “furto” (difficile da negare, tra l’altro) e propone a Clementi nell’ordine di:
A) effettuare delle scuse scritte nero su bianco
B) ritirare “Red Sun” da tutte le piattaforme di download digitale
C) offrire prima il 50% poi il 100% dei proventi generati da “Red Sun” (con un anticipo calcolato sulla vendita di 500 copie dell’album, per poi eventualmente integrare)
D) in caso, improbabile, di ristampa fisica dell’album aggiungere Roberto Clementi come co-autore del pezzo.
Tutte proposte che vengono respinte al mittente da Clementi.
Il quale Clementi, un mese più tardi, si ripresenta privatamente chiedendo un danno di 5000 euro come compensazione per il danno subito (il “big artistic damage” di cui lui stesso parla nel suo statement su Facebook). Trus’me si confronta col suo avvocato, con la AIM (la Association of Indipendente Music), tutti gli dicono che le sue controfferte a Clementi sono più che ragionevoli e che, insomma, la richiesta di 5000 sterline è fuori dal mondo e fuori dalle attuali economie di mercato. Per come lo conosciamo noi, il mercato, stiamo coll’avvocato di Trus’me e con la AIM.
Il caso passa sotto rancoroso e pericoloso silenzio fino ad esplodere pubblicamente con lo status di Clementi dell’altro giorno, che appunto racconta il tutto in modo un po’ schematico e molto orientato a far passare Trus’me come predatore senza scrupoli che anche una volta colto sul fatto fa spallucce e tira avanti per la sua strada. Aggiunge Clementi: “I’ve got not money and power to start an international legal action” (“non ho soldi e peso abbastanza per intraprendere un’azione legale internazionale”), chiosando poi riferendosi a Trus’me “I think people like this should be ashamed and I believe they don’t belong to this industry” (“credo che gente come lui debba essere svergognata e ritengo non siano degni di appartenere a questa scena”).
Ora, diciamo la nostra. Se il torto originario è di Trus’me (dolo o negligenza? Solo Trus’me lo sa, anche se un artista con un curriculum come il suo forse non ha un disperato bisogno di rubare intenzionalmente da un producer altro – ma questa è solo una supposizione), il comportamento successivo di Clementi ha fatto slittare l’artista italiano progressivamente dalla piena ragione al discreto torto. Per eccesso di drammatizzazione. Questa querelle si poteva infatti risolvere molto prima e molto meglio, accettando le offerte “pacificatorie” di Trus’me e magari strappando qualcosina in più (anche una collaborazione: in fondo in origine fra i due c’era una reale stima artistica, è per quello che nacque l’idea del remix poi mai uscito).
Clementi ha ovviamente scatenato le sue tifoserie, o le tifoserie si sono scatenate da sole, e per questo motivo la pagina ufficiale su Facebook di Trus’me in queste ore non era raggiungibile dagli internauti italiani (dal resto del mondo sì) perché sotto attacco tra insulti, dileggi e quant’altro. Ora che l’altra campana è uscita (Trus’me ha pubblicato la sua versione dei fatti su Resident Advisor, come dicevamo) il tenore dei commenti sotto l’articolo di RA, a cui volendo potete aggiungere anche queste righe qui, dovrebbe far riflettere un po’ di più Clementi e i suoi fan.
Il quale Clementi è uno dei migliori talenti di casa nostra (come testimonia anche il suo curriculum, di alto livello), questo talento non glielo ruberà nessuno e quindi, ecco, avrebbe fatto molto meglio a prendere decisamente meno di petto e in modo meno esasperato la questione. Tanto più che la ragione, in origine, era al 100% dalla sua parte. Poteva benissimo dimostrarlo senza drammatizzazioni, senza richieste sovradimensionate (dettate, immaginiamo, dall’ira e dalla delusione).
La morale? Se mai vi capitasse una situazione del genere, riflettete cento volte prima di agire, non fatevi guidare dalla rabbia. Cercate anche di capire il contesto in cui operate (5000 euro di compensazione sono una richiesta, mah, eccessiva, a meno che l’intendimento non fosse “chiedo 5000 per avere 500”). Trus’me di sicuro ora deve smetterla di portarsi in giro i file con leggerezza, perché è la sua negligenza e la sua approssimazione ad avere generato tutto questo casino, ma una volta scoperta la merda pestata ha fatto tutti i passi che era necessario fare. Una mano tesa, da parte di Clementi, avrebbe aiutato sia Trus’me che soprattutto Clementi stesso. Infatti ora quest’ultimo, agli occhi dell’opinione pubblica specializzata mondiale, è quello che sta facendo la figura peggiore. Peccato. Peccato davvero.
Il post originario di Clementi: qui
La risposta ufficiale di Trus’me: qui
“Always Forward” di Clementi: qui
“Red Sun” di Trus’me: qui
ps. Lo sappiamo: si potrebbero fare un po’ di riflessioni su quanto il materiale in un certo tipo di musica sia ormai così standardizzato che, insomma, capita diciamo così di poter “fare confusione”, pur facendo dei prodotti di qualità. Ma ci torneremo sopra un’altra volta. Prima è più importante ricostruire correttamente i fatti e suggerire come evitare che certe beghe rinascano e/o prendano pieghe inaspettate o ingiuste.