Se l’anno scorso Robot era stato una gradita sorpresa, quest’anno basta dare uno sguardo alla line up della tre giorni e soprattutto all’anteprima del 16 settembre per capire che i ragazzi di Shape hanno lavorato ancora di più sulla sostanza per essere all’altezza dei risultati dell’anno precedente. Domani infatti il Teatro Comunale di Bologna ospiterà per la prima volta Carl Craig e Moritz Von Oswald che insieme a gli altri artisti del progetto Shape (Francesco Tristano, Bachar Khalifè e Justin Messina) si esibiranno in un contesto fantastico sperimentando tra musica digitale e sonorità classiche. Se l’anteprima al Teatro Comunale è forse la novità più interessante del festival, i giorni che seguono sono all’insegna di ciò che c’è già stato ed ha contribuito a rendere particolari le serate della scorsa edizione. Palazzo Re Enzo infatti , nel cuore di Bologna, ospiterà la performance di Guillaume & The Coutu Dumonts, Daedelus, Christian Burkhardt, Kay Sand, Seth Troxler e Byetone, nome di punta della leggendaria Raster Noton. Come se tutto questo non bastasse, c’è anche la parte tecnico/didattica legata al festival, fiore all’occhiello della manifestazione. Workshop, proiezioni cinematografiche, presentazione di label, installazioni, opere interattive, sezioni del festival dedicate interamente all’interazione tra musica e video. Insomma un viaggio attraverso la musica, ma anche l’arte nella sua forma più digitale e contemporanea. Aspetto ancora più sottolineato dalla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti bolognese. Fa piacere notare anche la folta rappresentanza degli artisti italiani, soprattutto di casa a Bologna, vera e propria esigenza del festival : Pasta Boys, Anderedo, Fabrizio Maurizi, Unzip Project, Minimono, Idriss D, ecc… La location notturna del festival per quanto riguarda il 18 e il 19 settembre sarà il Link, che ospiterà Guy Gerber, Dop, Mirko Loko, Tobi Neumann e i Tokyo Black Star. Parlavamo di sostanza… io credo ce ne sia veramente in abbondanza.
Antonio Fatini
Co-fondatore di Soundwall, creativo per lavoro, pigro per gioco. Partorisce idee con la stessa velocità con cui si stanca di un brano di cui si innamora. Le sue playlist non hanno un senso logico, si fanno trasportare dall'umore.
Share This
No Older Articles
Next Article