Se le cose avessero preso un’altra piega, qualche anno fa, un anniversario tondo tondo come il decimo sarebbe stata la scusa, per roBOt Festival, per fare davvero qualcosa di imponente. Invece, ve lo ricorderete, al momento di spiccare definitivamente il volo verso il novero dei top player europei si è probabilmente calcolata male la distanza del salto da fare, e ci si sono bruciate le ali. Succede: è giusto tentare. E dagli errori si impara. Soprattutto, come nel caso della crew di roBOt Festival, quando non si fugge lasciando perdere le proprie tracce ma si resta anzi sul territorio, ripartendo da quello che nessuno può togliere: il know how e le conoscenze acquisite.
C’è stato così un roBOt 9 a dimensioni ridotte, con luci ed ombre, ma c’è stato. Ed era comunque pieno di gusto, a livello di scelte artistiche. Quando poi non ci si è sentiti sicuri al 100% di organizzare il festival, l’anno dopo, 2017, si è preferito saggiamente passare la mano: basta azzardi. Si fanno le cose sol se si sa al 100% di poterle portare avanti. Niente salti nel buio, niente eccessi di ambizione, ma l’onere (e il piacere) di tornare a costruire “dal basso”.
Che poi: veramente, “dal basso”? Perché appunto, se roBOt è diventato uno dei migliori appuntamenti in Italia per la musica elettronica è in primis per il patrimonio di conoscenze, e quello mica passa, come si diceva. La cosa è molto evidente dal primo annuncio di roBOt 10 (…sì, eccola, è arrivata alla fine l’edizione “importante”): niente nomi gigantesche, niente pretese di folle oceaniche, ma scelte ponderatissime, molto eleganti, molto qualitative. Andrew Weatherall in primis, noblesse oblige; ma anche un gran bello spazio per gli italiani (e Capofortuna, Caterina Barbieri, Elena Colombi, Midnight Conversations, Nu Guinea, Suz e Quiet Ensemble se lo meritano eccome) e delle scelte ben assestate per quanto riguarda gli stranieri, perché Levon Vincent, Awesome Tapes From Africa, Ross From Friends, Vladimir Ivkovic e Young Marco non riempiranno gli stadi, ok ma sono fra quegli artisti per cui vi diciamo e sempre vi diremo che la musica elettronica resta una delle più belle terre da esplorare nel mondo e nello spazio. Loro hanno l’attitudine giusta.
…e ce l’ha anche roBOt. Appuntamento per l’edizione numero dieci dal 27 al 29 settembre 2018 allora, ovviamente a Bologna, negli spazi dell’ex GAM, del Link e del MAMbo: sembra a prima vista un passo indietro rispetto alla grandeur, ma a noi piace vederlo come un bel passo in avanti. Un passo di gusto, misura e saggezza. Bene così. Ecco qui tutte le info al momento disponibili.